lunedì 27 giugno 2022

CRONACHE dal MONDO ARTIFICIALE I piedi per terra per davvero

 



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Sì sono arrabbiata!!!

 Felicissimo di andare a ritirare la posta, il mio piccolo ometto di 5 anni porta a casa questo avviso di contravvenzione.....??? Nessun eccesso di velocità, niente guida in stato di ebbrezza, niente oblio della cintura di sicurezza... no, tenetevi forte: una multa per DIVAGAZIONE DI ANIMALI PERICOLOSI!

Spiegazioni:

Due settimane fa ho ricevuto un messaggio telefonico da un gendarme della brigata di Senonches - un piccolo paese di campagna - che mi chiedeva di richiamarlo a proposito del, cito: " mio campo di pecore".

Da questo linguaggio inappropriato deduco che l’autore della chiamata non è molto a conoscenza delle pratiche rurali e chiedo al proprietario del gregge (mio marito) di contattare questo signore.

Risultato: fin dai primi secondi di conversazione, un interrogatorio telefonico assolutamente ostile, senza spiegazioni e senza alcuna ricerca di comprensione da parte di questo agente verbalizzatore, fiero del suo potere, fiero di fare una multa a posteriori ad un allevatore per una pecora che avrebbe oltrepassato la rete del recinto elettrico a bordo strada.

E questa mattina: questa lettera di conferma della verbalizzazione telefonica.

Ma quanto sono stupida...

Non avevo pensato che le pecore potessero essere "animali pericolosi"...

Avevo invece pensato che i gendarmi potessero fare della prevenzione e interessarsi alla vita della popolazione del territorio in cui operano ...

Mi aspettavo che in questi tempi difficili con la minaccia dell’insicurezza alimentare, in cui si parla molto di rilanciare la preferenza nazionale, un coltivatore di grano che riprende l'allevamento, con la vendita diretta, non sia ostacolato nei suoi sforzi da questo tipo di sciocchezze !

Ho osato pensare che, allo stesso modo in cui la popolazione rurale locale ci incoraggia in questa direzione, si congratula, ci ringrazia, questi gendarmi sarebbero consapevoli che creare un allevamento di pecore su un bacino idrografico di acqua potabile, vuol dire preservare le risorse idriche, risparmiare input sintetici, scommettere sul sequestro del carbonio, ripristinare la fertilità organica nel suolo, partecipare alla conservazione dei paesaggi, impegnarsi nel dialogo sociale... e che in effetti possono sorgere dei fastidi, ma che la vita in campagna è anche questo.

Oso anche sperare che l'automobilista, disturbato dal trovare una pecora sulla sua strada, abbia denunciato questa perdita in perfetta buona fede in modo che le autorità potessero avvertire l'allevatore in modo da recuperare le sue bestie senza perderle o creare incidenti... .

Immagino che la polizia sappia quanto tempo passiamo con i nostri animali... a confinarli in zone di buona erba verde, a portare loro da bere, sorvegliare le nascite, tosare la lana, tagliare gli zoccoli, curare le malattie, educare i cani, occuparsi della vendita degli agnelli, conservare gli atti amministrativi, comunicare con i vicini, con il pubblico in generale... e quanto poco siano pagate queste ore di lavoro!

Spero ancora che la gendarmeria si sia interrogata sulla velocità degli utenti di queste stradine di campagna pericolose per le loro curve, per la loro ristrettezza e i loro bordi di erba alta non falciata... e che, va da sé, i nostri servizi di Stato siano pronti a intervenire e verbalizzare quando si tratta di inseguire i VERI cattivi, quanto lo sono nel multare una pecora che torna al suo recinto così rapidamente che non c'è tempo per prenderne il numero!!!

Sono anche arrabbiata perché, come per gli artigiani e i piccoli commercianti, quando un allevatore viene multato, è il suo reddito che viene direttamente amputato! E se pensi che 35€ non sono tanti, ricordati anche che questa cifra corrisponde al doppio del margine che un anno intero di lavoro lascia per questa pecora! ....E che corrisponde anche e soprattutto direttamente al costo di un biglietto per il cinema o del regalo di compleanno dell'ometto che innocentemente ha portato a casa questa lettera....

Si sente spesso parlare del duro lavoro degli allevatori, degli agricoltori in genere, con lunghe giornate di lavoro, il peso dell'amministrativo,.... ma perché aumentarlo stupidamente?!? ....Allora se anche voi siete sconvolti da questa storia di contravvenzione, condividete questo post che forse illuminerà le istituzioni del nostro buon senso contadino

Degli allevatori che vi ringraziano per il vostro sostegno al mondo agricolo!

http://listes.lautre.net/cgi-bin/mailman/listinfo/infos

(tradotto dal francese - SGS)



Les pieds sur terre, pour de vrai.

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Oui je suis en colère !!!

 Tout content d'aller chercher le courrier, mon petit bonhomme de 5 ans nous ramène cet avis de contravention.....??? Pas un excès de vitesse, pas d'alcool au volant, pas d'oubli de ceinture... non tenez-vous bien: une verbalisation pour DIVAGATION D'ANIMAL DANGEREUX !

 Explications:

Il y a 2 semaines, je reçois un message téléphonique d'un gendarme de la brigade de Senonches -petite bourgade de campagne- me demandant de le rappeler à propos de, je cite: "mon champs de moutons".

De ce langage inapproprié j'en déduis que l'émetteur de l'appel n'est pas très au fait des pratiques rurales, et je demande au propriétaire du cheptel (=mon conjoint) de joindre ce monsieur.

Résultat: dès les premières secondes de conversation, un interrogatoire téléphonique absolument mal aimable, sans explications et sans aucune recherche de compréhension de la part de cet agent verbalisateur, fier de ce pouvoir qui était le sien, de coller à posteriori un PV à un éleveur pour une brebis qui aurait passé le filet de clôture électrique du bord de route

Et ce matin : ce courrier confirmant la verbalisation téléphonique

Mais qu'est-ce que je suis bête....

Moi je n'avais pas pensé que les brebis puissent être des "animaux dangereux" ...

Par contre j'avais pensé que les gendarmes pouvaient faire de la prévention, et s'intéresser à la vie de la population du secteur dans lequel ils sont mutés...

Qu'en ces temps troublés de menace d'insécurité alimentaire, et où on parle beaucoup de relancer la préférence nationale, un céréalier qui remet de l'élevage en place, avec de la vente directe, ne serait pas entravé dans ses démarches par ce genre d'inepties !

J'ai osé pensé que, de la même façon que la population rurale locale nous encourage en ce sens, nous félicite, nous remercie, ces gendarmes seraient au courant qu'installer un élevage ovin sur un bassin de captage d'eau potable, c'est préserver la ressource en eau, économiser des intrants de synthèse, miser sur la séquestration de carbone, remettre de la fertilité organique dans le sol, participer au maintien des paysages, engager le dialogue social... et que en effet il peut y avoir des nuisances, mais que c'est aussi ça la vie à la campagne.

J'ose également espérer que l'automobiliste que ça gênait de trouver une brebis sur son chemin, a signalé cet égarement pour qu'en toute bonne foi les autorités puissent prévenir l'éleveur afin qu'il rentre ses bêtes sans en perdre ni créer d'accident....

J'imagine que la maréchaussée sait combien on passe de temps auprès de nos animaux... à les parquer dans des parcelles de bonne herbe verte, à leur porter à boire, surveiller les naissances, tondre leur laine, tailler les sabots, soigner les bobos, éduquer les chiens, s'occuper de la vente des agneaux, tenir les documents administratifs, communiquer auprès des voisins, du grand public ... et combien toutes ces heures de labeurs sont peu rémunérées !

J'espère encore que la gendarmerie se sera interrogée sur la vitesse des usagers de ces petites routes de campagnes dangereuses de par leurs courbes, leur étroitesse et leur bordures de hautes herbes non fauchées ... et que, cela va sans dire, nos services de l'état sont aussi prompts à l'intervention et à la verbalisation quand il s'agit de courir après les VRAIS méchants, qu'après une brebis qui rentre si vite dans son parc qu'on n'ait pas le temps de prendre son matricule !!!

Je suis en colère aussi parce que, comme pour les artisans et les petits commerçants, quand on verbalise un éleveur, c'est son revenu qu'on ampute directement! Et si tu te dis que 35€ ce n'est pas grand chose, dis-toi aussi que c'est deux fois la marge que laisse le travail d'une année entière pour cette brebis ! ....C'est aussi et surtout directement la sortie au cinéma ou le cadeau d'anniversaire du petit bonhomme qui a innocemment rapporté ce courrier à la maison....

On entend souvent parler du travail difficile des éleveurs, des agriculteurs en général, avec des journées à rallonge, le poids de l'administratif, .... mais pourquoi en rajouter bêtement ?!? ....alors si toi aussi tu es choqué par cette histoire de contravention, je t'en prie partage ce post qui remontera peut-être éclairer les institutions de notre bon sens paysan

Des éleveurs qui te remercient de ton soutien au monde agricole!

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domenica 26 giugno 2022

L’ubiquità della realtà metropolitana di Miguel Amoros






 Ho ricevuto questa presentazione in cui Miguel Amoros ha l'intento di proporre a quanti si oppongono ai progetti produttivisti una base teorica che li spinga oltre l’ecologismo e ve l’ho tradotta in italiano. Buona lettura. SGS

Nelle attuali condizioni storiche, gli agglomerati urbani sono quasi esclusivamente centri di accumulazione di capitale. Così, sia loro che i territori che parassitano si configurano secondo le esigenze del capitalismo. Questo processo è chiamato metropolizzazione. È caratterizzato da una urbanizzazione e deruralizzazione generalizzate, una separazione tra abitazioni e luoghi di lavoro e una completa frammentazione del territorio. Tutto ciò provoca una mobilità esacerbata, uno spreco di risorse e una produzione insensata di rifiuti, con conseguenze disastrose per la vita e l'ambiente che la contiene. Il fatto colpisce tutti gli ecosistemi e la società nel suo insieme. La metropoli, figlia della città industriale, non è più un insediamento compatto circondato da periferie sempre più remote e disperse, ma è diventata una sorta di periferia estesa policentrica attraversata da molteplici assi stradali. Si tratta di una porzione di territorio a densità variabile che ruota attorno a uno o più nuclei sempre più vuoti che fungono da uffici o vetrine. Sarebbe più appropriato parlare di regione metropolitana o sistema di conurbazione invece di post-metropoli, meta-città o qualsiasi altra denominazione sociologica.

 

La metropoli di oggi è il risultato dell'esternalizzazione dell'economia. Nella conurbazione cittadina, il settore produttivo è travolto dalle costruzioni e dai servizi, mentre l'industria si allontana e si delocalizza, insieme a abitazioni a basso costo e discariche. Il che è anche il risultato della globalizzazione. Il piccolo podere sparisce di fronte all'agro alimentazione industriale; la campagna si spopola con il progredire della sua mercificazione ed è oggetto di operazioni di sviluppo. Un cambiamento nell'uso del suolo s’impone secondo criteri di redditività stabiliti dai mercati. La popolazione si ridistribuisce piramidalmente e lo spazio rurale diventa sempre più residenziale. In realtà, l'intero territorio diventa spazio dell'economia, i cui nuclei diventano i suoi "hub" o scambi logistici. Investitori e visitatori governano il quartiere e costituiscono la vera cittadinanza. Il paesaggio si deteriora, il patrimonio si perde, le periferie si degradano rapidamente e quel che chiamano ambiente naturale si mostra ora come una merce ad alto valore turistico. Le nuove tecnologie aiutano abbastanza a far sì che i flussi superino i prodotti e che un'economia di rete soppianti le classiche economie di scala. Infine, occorre tener conto che i poteri corporativi e finanziari, ben internazionalizzati, svolgono il ruolo dominante un tempo riservato alla borghesia manifatturiera autoctona e ai proprietari terrieri locali, per cui gli interessi imprenditoriali privati – gli scambi - sono più che mai molto al di sopra dell’interesse pubblico, qualunque esso sia.

 


Edilizia, turismo, assistenza finanziaria e servizi alle imprese sono i nuovi motori dell'economia capitalista nella fase neoliberista. Astrazioni come la merce, il capitale, lo spettacolo, il denaro... ormai mediano totalmente le relazioni sociali e ovunque il modo di vivere subisce profonde trasformazioni. Motorizzazione, digitalizzazione e grandi eventi contribuiscono per la loro parte. Qui e là trionfano senza apparente contestazione le stesse abitudini regressive un tempo tipiche delle classi medie. Nonostante la polarizzazione sociale provocata, il confronto tra le classi si indebolisce. Non c'è più alcun tessuto sociale nei quartieri. Le condizioni di prigionia del lavoro e della vita nella conurbazione ostacolano la coscienza e disattivano i conflitti. Di conseguenza, le lotte urbane affrontano ostacoli crescenti che impediscono la formulazione di un interesse generale, motivo per cui la lotta alla gentrificazione e alla "disneyficazione" non occupa il posto centrale che le spetta. Tuttavia, lo stesso non accade ai margini territoriali, dove si manifestano apertamente la distruzione dell'estrattivismo, dello sviluppo immobiliare, delle macro-infrastrutture, degli impianti di incenerimento, delle aree industriali, ecc. La crescita illimitata diretta dai dirigenti dalle metropoli porta a una situazione di allarme che costringe la popolazione colpita a una ferrea difesa di una risorsa limitata come il territorio. Si produce dunque un dibattito che, pur formulato in termini moderati sullo stile della "nuova cultura della terra", "dell'acqua" o "dell'energia" e pur aspirando soltanto a un accordo giuridico con l'amministrazione, va nella direzione giusta. Il capitalismo verde che nasce travestito da ambientalismo, "transizione" energetica e sviluppo "sostenibile", in compagnia di una pianificazione ritardataria, non è altro che una trappola infantile in cui nessuno può cadere. Nulla si salverà dalla devastazione se non si esce dal sistema capitalista dirigendosi verso un modello alternativo di convivenza, egualitario e solidale, in equilibrio con il mezzo, economicamente circolare e antiproduttivista, dove la decisione sia collettiva e presa orizzontalmente; in conclusione, dove si dia priorità alla vita e si metta in atto la de-metropolizzazione.

 




La ubicuidad del hecho metropolitano

 

     Bajo las condiciones históricas actuales, las aglomeraciones urbanas son casi exclusivamente centros de acumulación de capitales. Así pues, tanto ellas como los territorios que parasitan se configuran según las necesidades del capitalismo. Este proceso recibe el nombre de metropolitanización. Se caracteriza por una urbanización y una desruralización generalizadas, una separación entre hogares y lugares de trabajo y una fragmentación completa del territorio. Todo ello ocasiona una movilidad exacerbada, un despilfarro de recursos, y una producción insensata de residuos, con consecuencias desastrosas para la vida y el medio que la contiene. Afecta a todos los ecosistemas y al conjunto de la sociedad. La metrópolis, hija de la ciudad industrial, ya no es un asentamiento compacto rodeado de suburbios cada vez más alejados y dispersos, sino que se ha transformado en una especie de periferia extensa policentrica atravesada por múltiples ejes viarios. Se trata de una porción de territorio de densidad variable girando alrededor de uno o más núcleos cada vez más vacíos que ejercen de oficina o de escaparate. Más apropiado resultaría hablar de región metropolitana o de sistema conurbado en lugar de posmetrópolis, metaciudad o cualquier otra denominación sociológica.

 

     La metrópolis de hoy es fruto de la terciarización de la economía. En la conurbación ciudadana, el sector productivo se ve sobrepasado por la construcción y los servicios, mientras que la industria se aleja y deslocaliza, junto con la vivienda barata y los vertederos. También es fruto de la globalización. La pequeña explotación agrícola se hunde ante la agroalimentación industrial; el campo se despuebla a medida que avanza su mercantilización y es objeto de operaciones desarrollistas. Un cambio de uso del suelo se impone de acuerdo con criterios de rentabilidad establecidos por los mercados. La población se redistribuye piramidalmente y el espacio rural se vuelve cada vez más residencial. En realidad, todo el territorio se convierte en espacio de la economía, cuyos núcleos pasan a ser sus hubs o intercambiadores logísticos. Los inversores y los visitantes mandan sobre el vecindario; ellos constituyen la ciudadanía de verdad. El paisaje se deteriora, el patrimonio se pierde, la periferia se degrada aceleradamente y lo que denominan naturaleza se muestra ahora como una mercancía de alto valor turístico. Las nuevas tecnologías ayudan bastante a que los flujos superen a los productos y a que una economía en red desplace a las clásicas economías de escala. Finalmente, es necesario tener en cuenta que los poderes corporativos y financieros, bien internacionalizados, desempeñan la función dominante antaño reservada a la burguesía fabril autóctona y a los terratenientes locales, y por consiguiente, los intereses privados empresariales -los negocios- más que nunca van muy por encima del interés público, sea cual sea.

 

     La construcción, el turismo, la asistencia financiera y los servicios a las empresas son los nuevos motores de la economía capitalista en la fase neoliberal. Las abstracciones como la mercancía, el capital, el espectáculo, el dinero... ahora median totalmente en las relaciones sociales, y por todas partes la forma de vivir sufre profundas transformaciones. La motorización, la digitalización y los grandes eventos contribuyen lo suyo. Aquí y allá, triunfan sin contestación aparente los mismos hábitos regresivos antaño propios de las clases medias. A pesar de la polarización social provocada, la confrontación entre clases se debilita. Ya no queda tejido social en los barrios. Las condiciones cautivas de trabajo y de vida en la conurbación obstruyen la conciencia y desactivan los conflictos. En consecuencia, las luchas urbanas afrontan obstáculos cada vez mayores que impiden formular un interés general, por eso el combate contra la gentrificación y la disneyficación no ocupa el lugar central que le corresponde. Sin embargo, no sucede lo mismo en los márgenes territoriales, donde se manifiestan sin tapujos las destrucciones del extractivismo, de la promoción inmobiliaria, de las macroinfraestructuras, de las plantas incineradoras, de los polígonos industriales, etc. El crecimiento ilimitado dirigido por los ejecutivos desde las metrópolis conduce a una situación de alarma que obliga a la población afectada a una defensa férrea de un recurso limitado como es el territorio. Entonces se produce un debate, que, aunque se formule en términos moderados del estilo de nueva cultura de la tierra, del agua o de la energía y solamente aspire a un acuerdo jurídico con la administración, va en la dirección correcta. El capitalismo verde que nace disfrazado de ambientalismo, transición energética y desarrollo sostenible, en compañía  de un planeamiento retardatario, no es más que una trampa infantil en la que nadie puede caer. Nada se salvará de la devastación si no nos salimos del sistema capitalista y no nos encaminemos hacia un modelo alternativo de convivencia, igualitario y solidario, en equilibrio con el medio, económicamente circular y antidesarrollista, donde la decisión sea colectiva y tomada horizontalmente; en conclusión, donde se priorice la vida y se procure la desmetropolitanización.

 

Miquel Amorós

Presentación del libro Post Babilonia, editado por Virus, el 16 de junio de 2022 en la librería Fahrenheit 451 de Alicante.