martedì 8 marzo 2022

Non resterà alcun paesaggio dopo la battaglia - Dichiarazione zapatista a proposito dell’invasione dell’esercito russo in Ucraina

 


2 marzo 2022

A quelle e quelli che hanno firmato la Dichiarazione per la Vita,

Alla Sexta nazionale e internazionale,

Compañer@s, fratelli e sorelle,

Vi comunichiamo le nostre parole e i pensieri su ciò che sta accadendo attualmente nella geografia chiamata Europa:

PRIMO.- C'è una forza che attacca: l'esercito russo. Ci sono in gioco da entrambe le parti gli interessi del grande capitale. Coloro che ora soffrono per i deliri degli uni e per gli astuti calcoli economici degli altri sono i popoli della Russia e dell'Ucraina (e, forse presto, quelli di altre geografie vicine o lontane). Da Zapatisti quali siamo, non sosteniamo nessuno degli Stati, ma quelle e quelli che lottano per la vita e contro il sistema.

Durante l'invasione multinazionale dell'Iraq (quasi 19 anni fa), guidata dall'esercito nordamericano, ci furono mobilitazioni contro questa guerra in tutto il mondo. Nessuna persona sana di mente pensava che opporsi all'invasione equivalesse a schierarsi con Saddam Hussein. Oggi la situazione è simile, ma non identica. Né Zelinski né Putin. Fermate la guerra.

SECONDO.- Diversi governi si sono allineati da una parte o dall'altra, per ragioni economiche. Per loro non esiste alcuna preoccupazione umanistica. Per questi governi e per i loro "ideologi" ci sono interventi-invasioni-distruzioni buoni, e altri cattivi. I buoni sono quelli compiuti dai loro alleati, i cattivi quelli perpetrati dai loro avversari. Gli applausi all'argomento criminale usato da Putin per giustificare l'invasione militare dell'Ucraina si trasformeranno in lamentele quando, con le stesse parole, si giustificherà l'aggressione di altri popoli le cui dinamiche non avranno l'approvazione del grande capitale.

S’invaderanno altre aree geografiche per salvarle dalla “tirannia neonazista” o per porre fine ai “narco-Stati” vicini. Si ripeteranno allora le stesse parole di Putin: “Andiamo a denazificare” (o il suo equivalente) e si moltiplicheranno i “ragionamenti” di “pericolo per il loro popolo”. Intanto, come ci dicono le nostre compañeras in Russia: "Le bombe, i missili, i proiettili russi volano verso gli ucraini senza chiedersi quali siano le loro opinioni politiche o la lingua che parlano", ma è la "nazionalità" degli uni e degli altri che cambierà.

TERZO.- Il grande capitale e i suoi governi “occidentali” si sono seduti a contemplare – e persino incoraggiare – il modo in cui la situazione andava deteriorandosi. Poi, una volta iniziata l'invasione, hanno aspettato di vedere se l'Ucraina resisteva, quindi hanno calcolato cosa avrebbero potuto guadagnare da un risultato o dall'altro. Poiché l'Ucraina resiste, hanno effettivamente iniziato a compilare delle fatture di "aiuto" che saranno rimborsate più tardi. Putin non è l'unico sorpreso dalla resistenza ucraina.

A guadagnare in questa guerra sono i grandi consorzi di armamenti e il grande capitale che vedono l'opportunità di conquistare, distruggere/ricostruire dei territori, cioè creare nuovi mercati di merci e di consumatori, di persone.

QUARTO.- Invece di rivolgerci a quel che diffondono i media e i social network dei due campi rispettivi – e che entrambi presentano come “attualità” –, o alle “analisi” partorite dal proliferare improvviso di esperti di geopolitica e di nostalgici del Patto di Varsavia e della NATO, abbiamo deciso di contattare e chiedere a coloro che, come noi, sono impegnati nella lotta per la vita in Ucraina e in Russia.

Dopo diversi tentativi, la Commissione Sexta Zapatista è riuscita a mettersi in contatto con i nostri compagni di resistenza e ribellione nelle geografie chiamate Russia e Ucraina.

QUINTO.- In sintesi, i nostri compagni, che per di più brandiscono il vessillo dell’@ libertario, restano fermi: in resistenza coloro che stanno nel Donbass, in Ucraina; in ribellione coloro che camminano e lavorano nelle strade e nei campi della Russia. Ci sono persone arrestate e picchiate in Russia perché protestano contro la guerra. Ci sono persone assassinate in Ucraina dall'esercito russo.

Ciò che li unisce, e loro a noi, non è solo il NO alla guerra, ma anche il rifiuto di “allinearsi” con i governi che opprimono i loro popoli.

In mezzo alla confusione e al caos che regnano da entrambe le parti, rimangono saldi nelle loro convinzioni: la loro lotta per la libertà, il loro rifiuto delle frontiere e degli Stati-nazione e le rispettive oppressioni che cambiano solo bandiera.

Il nostro dovere è sostenerli per quanto possiamo. Una parola, un'immagine, una melodia, una danza, un pugno alzato, un abbraccio – anche provenienti da geografie lontane – sono anche un sostegno che incoraggerà i loro cuori.

Resistere è persistere e perseverare. Sosteniamo i nostri compagni nella loro resistenza, cioè nella loro lotta per la vita. Lo dobbiamo a loro e lo dobbiamo a noi stessi.

SESTO.- Invitiamo pertanto la Sexta nazionale e internazionale, che non l'ha ancora fatto, a manifestare secondo i suoi calendari, le sue geografie e i suoi modi contro la guerra e a sostegno degli ucraini e dei russi che combattono nelle loro realtà geografiche per un mondo di libertà.

Ugualmente, invitiamo a sostenere finanziariamente la resistenza in Ucraina sui conti che ci saranno indicati in seguito.

Dal canto suo, la Commissione Sexta dell'EZLN sta facendo la cosa giusta, inviando aiuti a quanti in Russia e Ucraina lottano contro la guerra. Abbiamo anche preso contatto con i nostri compagni dello SLUMIL K'AJXEMK'OP per creare un fondo economico comune in sostegno a coloro che resistono in Ucraina.

Senza esitazione, gridiamo e invitiamo a gridare ed esigere: l’esercito russo, fuori dall'Ucraina.

Dobbiamo fermare la guerra ora. Se continua e, come ci si può attendere, s’intensifica, forse allora non ci sarà più nessuno per descrivere il paesaggio dopo la battaglia.

 

Dalle montagne del sud-est del Messico.

Il vice comandante degli insorti Moises. SupGaleano.

Commissione Sexta dell’EZLN.

marzo 2022

 



DE PAYS

IL N’Y AURA PAS DE PAYSAGE APRÈS LA BATAILLE

(À propos de l’invasion de l’armée russe en Ukraine).

2 mars 2022.

À celles et ceux qui ont signé la Déclaration pour la Vie,

À la Sexta nationale et internationale,

Compañer@s, frères et sœurs,

Nous vous faisons part de nos paroles et pensées sur ce qui se passe actuellement dans la géographie que l’on nomme Europe :

PREMIÈREMENT.- Il y a une force qui agresse: l’armée russe. Il y a en jeu des intérêts du grand capital, des deux côtés. Ceux qui souffrent maintenant des délires des uns et des calculs économiques sournois des autres, ce sont les peuples de Russie et d’Ukraine (et, peut-être bientôt, ceux d’autres géographies proches ou lointaines). En tant que Zapatistes que nous sommes, nous ne soutenons ni l’un ni l’autre des États, mais celles et ceux qui luttent pour la vie et contre le système.

Lors de l’invasion multinationale de l’Irak (il y a presque 19 ans), avec à sa tête l’armée nord-américaine, il y a eu des mobilisations contre cette guerre dans le monde entier. Aucune personne saine d’esprit ne pensait que s’opposer à l’invasion revenait à se ranger du côté de Sadam Hussein. Aujourd’hui, la situation est similaire, mais pas identique. Ni Zelinski, ni Poutine. Arrêtez la guerre.

DEUXIÈMEMENT.- Différents gouvernements se sont alignés d’un côté ou de l’autre, le faisant pour des motivations économiques. Il n’y a chez eux aucune préoccupation humaniste. Pour ces gouvernements et leurs « idéologues », il y a des interventions-invasions-destructions bonnes, et il y en a de mauvaises. Les bonnes sont celles que réalisent leurs alliés et les mauvaises celles qui sont perpétrées par leurs opposants. Les applaudissements à l’argument criminel de Poutine pour justifier l’invasion militaire de l’Ukraine se transformeront en lamentations quand, avec les mêmes mots, on justifiera l’invasion d’autres peuples dont les parcours n’auront pas l’agrément du grand capital.

Ils envahiront d’autres géographies pour les sauver de la « tyrannie néo-nazie » ou pour mettre fin aux « narco-États » voisins. Ils répéteront alors les mêmes mots que Poutine : « Nous allons dénazifier » (ou son équivalent) et ils multiplieront les « raisonnements » de « danger pour leurs peuples ». Et alors, comme nous disent nos compañeras en Russie : « Les bombes russes, les fusées, les balles volent vers les Ukrainiens sans leur demander leurs opinions politiques ou la langue qu’ils parlent », mais c’est la « nationalité » des unes et des autres qui changera.

TROISIÈMEMENT.- Le grand capital et ses gouvernements « d’Occident » se sont assis pour contempler – et même encourager – la façon dont la situation se détériorait. Puis, une fois l’invasion commencée, ils ont attendus de voir si l’Ukraine résistait, et ils ont ensuite calculé ce qu’ils pourraient gagner d’un résultat ou d’un autre. Comme l’Ukraine résiste, alors ils ont effectivement commencé à allonger des factures « d’aide » qui seront remboursées plus tard. Poutine n’est pas le seul à être surpris de la résistance ukrainienne.

Ceux qui y gagnent dans cette guerre ce sont les grands consortiums d’armements et le grand capital qui voient l’opportunité de conquérir, de détruire/reconstruire des territoires, c’est-à-dire, de créer de nouveaux marchés de marchandises et de consommateurs, de personnes.

QUATRIÈMEMENT.- Au lieu de nous tourner vers ce que diffusent les médias et les réseaux sociaux des deux camps respectifs – et que tous deux présentent comme des « actualités » – , ou sur les « analyses » dans la prolifération soudaine d’experts en géopolitique et de soupirants au Pacte de Varsovie et à l’OTAN, nous avons décidé de chercher et de demander à celles et ceux qui, comme nous, sont engagé.es dans la lutte pour la vie en Ukraine et en Russie.

Après plusieurs tentatives, la Commission Sexta Zapatiste a réussi à entrer en contact avec nos proches en résistance et en rébellion dans les géographies qu’on appelle la Russie et l’Ukraine.

CINQUIÈMEMENT.- En résumé, nos proches, qui de plus brandissent le drapeau du @ libertaire, restent fermes : en résistance celles et ceux qui se trouvent dans le Donbass, en Ukraine ; et en rébellion celles et ceux qui cheminent et travaillent dans les rues et les champs de Russie. Il y a des personnes arrêtées et battues en Russie pour protester contre la guerre. Il y a des personnes assassinées en Ukraine par l’armée russe.

Ce qui les unit entre elles, et elles à nous, c’est non seulement le NON à la guerre, mais aussi le refus de « s’aligner » avec des gouvernements qui oppriment leurs peuples.

Au milieu de la confusion et du chaos qui règnent des deux côtés, iels restent fermes dans leurs convictions : leur lutte pour la liberté, leur refus des frontières et des Etats-Nation, et les oppressions respectives qui seulement changent de drapeau.

Notre devoir est de les soutenir dans la mesure de nos capacités. Un mot, une image, une mélodie, une danse, un poing qui se lève, une étreinte – même provenant de géographies éloignées – sont aussi un soutien qui encouragera leurs cœurs.

Résister, c’est persister et perdurer. Soutenons nos proches dans leur résistance, c’est-à-dire dans leur lutte pour la vie. Nous le leur devons et nous le devons à nous-mêmes.

SIXIÈMEMENT.- Par conséquent, nous appelons la Sexta nationale et internationale, qui ne l’a pas encore fait, à manifester selon ses calendriers, ses géographies et à sa manière contre la guerre et en soutien aux Ukrainien.ne.s et aux Russes qui se battent dans leurs géographies pour un monde de liberté.

De même, nous appelons à soutenir financièrement la résistance en Ukraine sur les comptes qui nous seront indiqués ultérieurement.

De son côté, la Commission Sexta de l’EZLN est en train de faire ce qu’il convient, en envoyant un peu d’aide à celles et ceux qui, en Russie et en Ukraine, luttent contre la guerre. Nous avons également pris contact avec nos proches de SLUMIL K’AJXEMK’OP pour créer un fonds économique commun de soutien à celles et ceux qui résistent en Ukraine.

Sans hésitation, nous crions et appelons à crier et à exiger : Armée russe, hors d’Ukraine.

Il faut arrêter la guerre maintenant. Si elle se poursuit et, comme on peut s’y attendre, si elle s’intensifie, alors peut-être qu’il n’y aura plus personne pour décrire le paysage après la bataille.

Depuis les montagnes du Sud-est mexicain.

Sous-commandant Insurgé Moises. SupGaleano.

Commission Sexta de l’EZLN.

Mars 2022