domenica 5 aprile 2020

Quando l’idiota guarda la luna, non vede che il dito, contribuendo a farlo scivolare dove non lo vogliamo più





Quando l’idiota guarda la luna, non vede che il dito, contribuendo a farlo scivolare dove non lo vogliamo più

Niente di nuovo sotto il sole. Soltanto un po’ di coronavirus che uccide qui e là e soprattutto collabora alla distruzione dell’umano che il produttivismo ha già abbondantemente innescato senza bisogno di aiuto. Virus o non virus (ma potrebbe essere ed è già stato mille volte qualcos’altro) i credenti continuano tutti a inginocchiarsi dinanzi ai loro dei che non sono che idoli. Ovviamente proclamando la loro assoluta laicità, il loro lucido resistere al nemico perfettamente identificato.
In questa fase novella e destabilizzante dello spettacolo sociale, s’impone a noi, poveri schiavi, una nuova trappola alternativa: siamo, infatti, indotti surrettiziamente a crederci liberi per interiorizzare la forma più intima della schiavitù (credersi liberi, appunto, o in via di liberazione, “perché a noi non ce la fanno!”). Quello che mi sconcerta di più è che anche quando si denuncia con giusta rabbia e carente lucidità il mostro che ci vampirizza da tempo (e oggi più che mai) si usano i suoi schemi irrazionali per fare un elogio sperticato di una lucidità da miracolati che hanno avuto l’apparizione della Madonna del complotto.
Peccato che l’irrazionalismo del sistema sia cinicamente funzionale alla manipolazione con cui esso ci rende schiavi volontari, ma anche l’accecamento millenarista aiuta quel nemico che si pensa di denunciare, più scaltri che mai. C’è un’avanguardia minoritaria che coltiva questo accecamento mistico per narcisismo o calcolo e una maggioranza di potenziali rivoluzionari che lo subisce come i suoi nonni hanno subito religiosamente il fascismo rosso bolscevico.
A proposito della piccola ma concreta peste virale, oggi al centro dell’attenzione di tutti per affermarla o negarla, mi colpiscono tanto le menzogne di Stato (i cui specialisti sanno quasi tutto sul niente di cui sono riconosciuti gli esperti) che i proclami mistici degli anti illuminati (a volte opportunisti pagati meno che i sapienti di Stato, ma anche perversi narcisisti che invitano il popolo a seguire il guru provvidenziale di turno che credono incarnare).
Gli odiosi proclami del potere che utilizzano la situazione – come sempre – per meglio manipolare il gregge di cittadini recentemente analfabetizzati dall'’universo concentrazionario della rete virtuale, sono perfettamente speculari al diniego mistico del reale dei millenaristi spettacolari che trattano le intelligenze individuali con lo stesso disprezzo dei domestici dello Stato (i quali tremano d’inquietudine servile perché solo una cosa sanno con certezza: che se non sostengono abbastanza il padrone saranno licenziati).
A rischio licenziamento gli uni, in cerca d’impiego gli altri, tutti lavorano al servizio dell’alienazione. Da un lato si educano le vittime potenziali o già arruolate a seguire le assurde e contraddittorie verità ufficiali (ci vogliono maschere per tutti, le maschere non proteggono affatto; non rinunceremo mai alla nostra libertà ma soprattutto non uscite di casa altrimenti saranno multe colossali, ecc.) dall'’altro si blatera moralizzando, colpevolizzando la plebe e denunciando tutto indistintamente.
A quando una perdita di punti sulla patente di sopravvivenza per aver messo il naso fuori di casa? Impossibile in democrazia, non è vero?
In Cina, probabilmente, ci hanno già pensato e ci suggeriranno quest’idea leggermente totalitaria inviandoci, per solidarietà tra Stati, qualche maschera di protezione, se gli Stati Uniti non le avranno già comprate tutte a prezzi triplicati, con dollari non più indicizzati sull’oro ma sui disinfettanti. In Italia le mafie sono già al lavoro per profittare del virus come hanno sempre fatto in ogni crisi, perfetti capitalisti cinici e senza scrupoli (dei veri vincenti della crescita economica, insomma!), tra arcaismo desueto e modernismo assoluto. In Francia, Lo Stato ha finora vietato, incredibilmente, la somministrazione controllata della clorochina associata a un antibiotico allo stadio d’infezione leggera, unico trattamento che potrebbe, forse, in assenza di meglio, salvare qualche vita e soprattutto decongestionare gli ospedali di casi gravi. L’ha invece permesso negli stadi terminali laddove non serve a niente. Mistero delle prerogative regali?
Restare in casa è al momento prioritario, certo, ma non per guardare la televisione che ripete il mantra dell’elenco dei morti e ci manipola preoccupandosi soprattutto della crisi economica che colpirà gli eventuali sopravvissuti. Se l’economia è malata che crepi. Questa ossessione orribile e non noi – giovani o vecchi – a causa del virus. Di lei potremo infatti emanciparci, ma non fare a meno delle nostre vite.
Il potere è assurdo ma coerente nella sua religiosità scientista al servizio del produttivismo e gli umani se ne accorgono ormai al punto che diventa difficile immaginare che la normalità dell’alienazione possa tornare come prima. Persino chi si sforza di guardare solo l’albero per non vedere l’inquietante foresta che nasconde, non può più non accorgersi che la radice della tragedia in corso è appunto la normalità capitalista prodotta dal sacerdozio planetario dell’economia politica che ne è la teologia.
Tuttavia, non si può che registrare tristemente che anche la saggezza orientale è stata stravolta dallo spettacolo: quando l’idiota è obbligato dai fatti a guardare la luna, si accontenta, con aria furba, di osservare il dito. Interpretare la disumanità del sistema come un semplice complotto da sviare e non vedervi la logica intrinseca del produttivismo, è l’ultima religione possibile quando tutte le religioni ecclesiastiche o laiche puzzano di marcio: quella degli iconoclasti misticamente in ginocchio di fronte all’immaginetta sacra della menzogna alternativa.
Così si continua a far circolare la speranza di una “rivoluzione che viene” senza comunicare la minima passione pratica per farla venire: proponendo a sé e agli altri di esistere altrimenti fin da subito e non domani, costruendo un’alternativa al produttivismo che rifiuti tutte le menzogne dello Stato e dell’anti Stato, vomitando tanto la religione dominante che quelle delle sette ideologiche che si muovono per prenderne il posto.
Tutti gli adepti delle diverse obbedienze vogliono che il popolo continui a sperare, che s’identifichi nello Stato che c’è o che verrà, che sostenga il sistema o lo denunci consegnandosi all'antisistema. Di fronte ai burocrati dell’economia politica, dello Stato che protegge il mercato, si stagliano i moralisti di un’ideologia con pretese rivoluzionarie che prepara l’insediamento di un’ultima burocrazia autoritaria come tutte le altre; evitando, ovviamente, ogni riferimento a un Comitato centrale e preferendogli la centralità dissimulata di comitati invisibili.
La parte di umanità capace di sviluppare finalmente una coscienza di specie che superi, includendola, la coscienza di classe del proletariato di un tempo sconfitto dal consumismo, non potrà sottrarsi alla necessità di comprendere e praticare una banalità di base incontrovertibile: l’emancipazione collettiva sarà l’opera di liberi individui associati in gruppi d’affinità federati tra loro a ogni livello della società; solidali, autonomi ed emancipati da ogni credenza, da ogni superstizione.
Sarà un’autogestione generalizzata della vita quotidiana o non sarà.
Sergio Ghirardi      Primo d’aprile 2020, ma non è uno scherzo





Quand l’idiot regarde la lune, il ne voit que le doigt,
en contribuant à le faire glisser là où on ne le veut plus

Rien de nouveau sous le soleil. Qu’un petit peu de coronavirus qui tue ici là et qui collabore, surtout, à la destruction de l’humain que le productivisme a déjà abondement enclenchée sans besoin d’aide. Virus ou pas virus, mais il pourrait être et il a déjà été mille fois autre chose, les croyants continuent tous à s’agenouiller face à leurs dieux qui ne sont que des idoles. En proclamant, bien sûr, leur laïcité absolue, leur résistance lucide face à un ennemi parfaitement identifié.
Pendant cette phase nouvelle et déstabilisant du spectacle social, s’impose à nous, pauvres esclaves, un nouveau piège alternatif : nous sommes, en fait, induits subrepticement à nous croire libres pour intérioriser la forme la plus intime de l’esclavage (se croire libres, justement, ou en voie de liberation car « ils ne vont pas nous avoir, nous ! »). Ce qui me déconcerte le plus, c’est que même quand on dénonce avec une juste rage et manque de lucidité, le monstre qui nous vampirise depuis longtemps (et plus que jamais aujourd’hui) on utilise ses schémas irrationnels pour faire un éloge immodéré d’une lucidité de miraculés qui ont eu l’apparition de la Madone du complot.
Dommage que l’irrationalisme du système soit cyniquement fonctionnel à la manipulation par laquelle il nous réduit à des esclaves volontaires, mais l’aveuglement millénariste aussi aide cet ennemi qu’on pense dénoncer, plus malins que jamais. Il y a une avant-garde minoritaire qui cultive cet aveuglement mystique par narcissisme ou calcule et une majorité de potentiels révolutionnaires qui le subit comme ses grands-parents ont subi religieusement le fascisme rouge bolchevique.
A propos de la petite mais concrète peste virale, aujourd’hui au centre de l’attention de tous pour l’affirmer ou la nier, me frappent autant les mensonges d’Etat (dont les spécialistes savent presque tout sur le rien dont ils sont reconnus les experts) que les proclames mystiques des anti illuminati (parfois des opportunistes moins bien payés que les sages d’Etat, mais aussi des pervers narcissiques qui invitent le peuple à suivre le gourou providentiel de service qu’ils croient incarner).
Les odieuses proclamations du pouvoir qui utilisent la situation – comme toujours – pour mieux manipuler le troupeau des citoyens récemment analphabétisés par l’univers concentrationnaire des réseaux virtuels, sont parfaitement spéculaires au mystique déni de réalité des millénaristes spectaculaires qui traitent les intelligences individuelles par le même mépris que les domestiques de l’Etat (lesquels tremblent d’inquiétude servile car savent une seule chose avec certitude : s’ils ne soutiennent pas assez le patron, vont être virés).
Au risque de chômage les uns, en quête d’emploi les autres, tous travaillent au service de l’aliénation. D’un côté on éduque les victimes potentielles ou déjà subornées à suivre les absurdes et contradictoires vérités officielles (il faut des masques pour tous, les masques ne protègent en rien ; on ne renoncera jamais à notre liberté, mais surtout ne sortez pas de chez vous sinon ce seront des contraventions faramineuses, etc.), de l’autre on blatère en moralisant, plus révolutionnaires que jamais, en culpabilisant la plèbe et dénonçant tout et n’importe quoi.
Une perte de points sur le permis de survie pour avoir sorti le nez de chez soi, c’est pour quand ? Impossible en démocratie, n’est pas ?
En Chine, probablement, ont a déjà pensé à ça et ils nous conseilleront cette idée légèrement totalitaire en nous envoyant, par solidarité entre Etats, quelques masques de protection, si les Etats Unis ne l’ont pas déjà accaparées en les payant trois fois plus cher, avec des dollars indexés sur les désinfectants et non plus sur l’or. En Italie les mafias sont déjà au travail pour profiter du virus comme ils ont toujours fait à chaque crise, parfaits capitalistes cyniques et sans scrupules (des vrais gagnants de la croissance économique, quoi !), entre archaïsme désuet et modernisme absolue. En France, jusqu’à aujourd’hui, l’Etat a interdit, incroyablement, l’utilisation avec suivi médical de la chloroquine associée à un antibiotique au stade d’une infection légère, le seul traitement pouvant, peut-être, en manque de toute autre solution, sauver quelques vies et surtout décongestionner les hôpitaux de cas graves. Il l’a, par contre permis au stade terminal là où il ne serve à rien. Mystère régalien ?
Rester à la maison est au moment actuel prioritaire, certes, mais pas pour regarder la télé qui répète le mantra de la liste des morts et qui nous manipule en se préoccupant surtout de la crise économique qui frappera les éventuels survivants. Si l’économie est malade, qu’elle crève. Cette horrible obsession et non pas nous – jeunes ou vieux – du virus. Car on pourra s’émanciper d’elle, mais on ne pourra pas se passer de nos vies.
Le pouvoir est absurde mais cohérent dans sa religiosité scientiste au service du productivisme et les humains s’en aperçoivent désormais au point qu’il devient difficile imaginer que la normalité de l’aliénation puisse revenir comme avant. Même qui s’efforce de regarder uniquement l’arbre pour ne pas apercevoir l’inquiétante forêt qu’il cache, ne peut plus ne pas s’apercevoir que la racine de la tragédie en cours est justement la normalité capitaliste produite par le sacerdoce planétaire de l’économie politique qui est sa théologie.
Néanmoins, on ne peut qu’enregistrer tristement que même la sagesse orientale a été bouleversée par le spectacle : quand l’idiot est obligé par les faits à regarder la lune il se contente, avec un air fourbe, d’observer le doigt. Interpréter l’inhumanité du système comme un simple complot à détourner, et ne pas y voir la logique intrinsèque du productivisme, c’est la dernière religion possible quand toutes les religions ecclésiastiques ou laïques sentent le pourri : celle des iconoclastes mystiquement agenouillés face à l’image sacrée du mensonge alternatif.
Ainsi on continue à faire circuler l’espoir d’une « révolution qui vient » sans communiquer la moindre passion pratique pour la faire venir : en proposant à soi et aux autres d’exister autrement dès maintenant et non pas demain, en construisant une alternative au productivisme qui refuse toutes les mensonges de l’Etat et de l’anti Etat, en vomissant autant la religion dominante que celles des sectes idéologiques qui bougent pour en prendre la place.
Tous les adeptes des diverses obédiences veulent que le peuple continue d’espérer, qu’il s’identifie avec l’Etat qui est là ou qui viendra, qu’il soutient le système ou qu’il le dénonce en se consignant à l’antisystème. Face aux bureaucrates de l’économie politique, de l’Etat qui protège le Marché, se lèvent les moralistes d’une idéologie prétendument révolutionnaire qui prépare l’installation d’une dernière bureaucratie autoritaire comme toutes les autres; en évitant, bien-sûr, toute référence à un Comité central et en lui préférant la centralité dissimulée des comités invisibles.
La partie d’humanité capable finalement de développer une conscience d’espèce qui dépasse, en l’incluant, la conscience de classe du prolétariat d’antan vaincu par le consumérisme, ne pourra pas refouler la nécessité de comprendre et pratiquer une banalité de base incontournable : L’émancipation collective sera l’œuvre de libres individus associés en groupes d’affinité fédérés entre eux à tous les niveaux de la société ; solidaires, autonomes et émancipés de toute croyance, de toute superstition.
Elle sera une autogestion généralisée de la vie quotidienne ou elle ne sera pas.

Sergio Ghirardi, le premier d’avril 2020, mais ce n’est pas une blague