Se
mi faccio volentieri portavoce di ogni dubbio riguardante la pandemia, mi
rifiuto di farmi veicolo di certezze di qualunque provenienza che si pretendano
tali senza dare elementi materiali incontrovertibili e certi per convincermi a suffragarle
e diffonderle. A partire da ciò sono dunque assolutamente contro ogni obbligo
vaccinale e per la libera e gratuita circolazione dei vaccini. Resto
soprattutto estraneo a ogni scientismo del cielo e della terra, di destra, di
sinistra, del centro o di altrove.
Non
aspetterò la fine della pandemia per denunciare il militantismo antivaccino o
pro vaccino come non ho atteso la morte ideologica del bolscevismo per partecipare
alla denuncia dello stalinismo come l’altra faccia antiliberale del capitalismo.
No allo spettacolo concentrato o diffuso, no alla servitù volontaria degli
obbedienti e al ribellismo mistico che veicola alternativamente dei resti di fascismo
o di gauchismo come due facce spettacolarmente opposte della stessa medaglia
reazionaria. Chi, come la parte radicale dei Gilet Jaunes, rifiuta i diktat a
partire dalla sua soggettività e si rivolta contro il dominio e i suoi ricatti
economici – diventati ora sanitari –, ha tutto il mio sostegno; chi pretende di
incarnare la verità nell’assoluto, qualunque sia la verità ideologica da lui
sostenuta, resta estraneo ai miei pensieri e alle mie passioni rivoluzionarie.
Le
astratte verità statistiche per razionali che si vogliano e si presentino, sono
come la pelle dello scroto: la si può tirare in ogni direzione affermando
certezze opposte e incompatibili altrettanto incerte. Mi sentirei incoerente se,
con tutte le buone intenzioni di sottrarmi alla manipolazione di Stato (evidente
opportunismo insopportabile e indiscutibile), finissi per divulgare infondate
verità dagli effetti potenzialmente devastanti (senza volerlo, è chiaro, per
denunciare, anzi, le insopportabili menzogne del potere e di una peste
emozionale senza confini ideologici).
Tutte
le medicine virtualmente uccidono una parte di vita. Ho sempre evitato il più
possibile d’ingoiare volontariamente antibiotici, farmaco che già nel nome si
annuncia per quello che è: contro la
vita! Eppure qualche volta li ho presi e mi hanno aiutato a debellare
infezioni batteriche che prima della loro esistenza erano mortali. Poi il
sistema dominante ce li ha fatti ingoiare di forza per decenni nel cibo fino a
renderli quasi inutili come medicine a causa del bombardamento di antibiotici a
iosa (perché mostruosamente redditizi ed efficaci per la trasformazione del
vivente in merce) sugli animali da macello industriale degli allevamenti
concentrazionari.
Ora
io non so se il vaccino sia innocuo come pretendono i suoi venditori e i suoi
propagatori (ipotesi da prendere con le pinze perché nessuno ne sa niente di
chiaro e definitivo – già chiamarlo vaccino è forse improprio e il suo uso
diffuso è effettivamente un esperimento su miliardi di cavie). Mi sembra
evidente, però, che ha un effetto calmieristico importante sulla pandemia in un
momento in cui non siamo ancora capaci di curare con fermezza e dolcezza
l’odiosa monarchia biologica del coronavirus. Ognuno deve essere dunque libero
di vaccinarsi o no, senza distinzioni di nessun genere e tantomeno obblighi. TUTTI,
però, GRATUITAMENTE e INTERNAZIONALMENTE, anche e soprattutto i popoli più
poveri, esclusi dalla ricchezza alienata della società del benessere di un
occidente capitalista privilegiato su tutti fronti, meschino, capriccioso e
suprematista.
Certo,
il mostro produttivista è arrivato a inquinare il rapporto con i farmaci che
gli esseri umani hanno utilizzato da sempre organicamente, trasformandoli, come
tutto il resto, in putrida merce remunerativa da quando ha ridotto gli esseri
umani a schiavi della redditività. Banche, Big Pharma e Gafam fanno parte di
uno stesso universo artificiale e disumano ormai planetario, diretto
dall’economia politica in cui la vita organica non ha più diritto di esistere.
Un
esercito di zombi educati all’artificialità transumanista – robot ancora sanguinolenti
ma senza anima orgastica – marcia con il telefono portatile in mano e il cuore
di pietra, al ritmo del progresso dell’orrore che ci sta schiacciando contro il
muro sempre più artificiale della civiltà. Muro che ci separa da una natura che
funziona incurante di noi e dei nostri deliri. È da questa tragica evidenza
storica rimossa che si sviluppano le tesi confusioniste cosiddette complottiste.
In realtà esse scaturiscono come un urlo strozzato dalla sensazione autentica
di pericolo dovuto al fatto evidente che il sistema dominante è capace di tutto
in nome del suo feticismo mercantile.
L’ha
storicamente dimostrato massacrando per lucro popoli interi – dalle coperte al
vaiolo date agli autoctoni americani per sterminarli definitivamente,
all’eliminazione sistematica di tutti gli aborigeni
del pianeta, ostacolo alla moderna supremazia bianca produttivista –, ma continua
a farlo in mille maniere ogni giorno a livello planetario, ormai senza più
distinzione di pelle: dai pesticidi al nucleare, passando per il contributo
demenziale della società industriale al mutamento climatico.
Sulla
rete virtuale che ospita i deliri del mondo e l’ignoranza saccente e nevrotica
di individui senza comunità, si mescolano dubbi e rabbie condivisibili con
certezze irrazionali senza fondamento che cuociono nella stessa padella
ideologica critica estremista e paranoie mistiche, perdendo di vista la
coscienza razionale di quel fulcro della vita organica che è la radicalità:
cioè la capacità di risalire alla radice delle cose per comprendere i fenomeni
complessi che la società produttivista ha elaborato da settemila anni, trasformando
progressivamente gli esseri umani in succubi prigionieri dell’economia di
mercato – prima chiaramente incatenandoli nella schiavitù antica, poi rendendoli
servi di cinici signori e infine avvolgendoli con le moderne catene invisibili
della servitù volontaria e del lavoro salariato.
Il
coronavirus 19/84 ha smascherato la disumanità globale oltre le ideologie
contrapposte, coprendola con la maschera anticovid che non è quasi anti niente,
ma serve forse un po’ a proteggersi dagli sputi della peste virale che il
vaccino ha poi reso – per il momento – meno virulenta. Serve invece molto –
quanto il vaccino, del resto – soprattutto a dividere il mondo umano tra covidofobi
e covidofili, gruppi che i cowboys del potere gestiscono come mandrie
impazzite. Le quali si sberleffano tra chi ride dell’influenzuccia e chi cede
al panico della morte imminente, tra chi mette la maschera e chi la disprezza,
tra fiduciosi e inquieti, eroici e vigliacchi, buoni e cattivi, aristocratici e
ignoranti secondo le psicotiche morali suprematiste binarie imperanti da
millenni su un’umanità acratica sotto la costante aggressione di tutti i poteri
poiché la peste emozionale patriarcale l’ha eletta come il suo nemico assoluto.
L’orribile
spettacolo continua, mentre l’umano agonizza prigioniero di una logica adialettica
senza senso e senza sensibilità. Non ci libereremo dall’evoluzione mortifera di
un produttivismo più che mai fondato sul conflitto sociale se non mettendolo in
discussione insieme al capitalismo e al condizionamento al consumo alienato che
ne fanno parte. Solo la rinascita di una vita organica sostenuta da una nuova
coscienza di specie, antiproduttivista, epicurea e razionale, ridarà vita a
quel piacere di vivere che sta morendo, virus o non virus.
Sergio
Ghirardi Sauvageon, 25 agosto 2021
Dubito ergo sum
Si j’agis volontiers comme
porte-parole des doutes concernant la pandemie, je refuse de devenir le porteur
des certitudes de toute source qui prétendent dire le vrai sans donner des
éléments matériels incontestables et absolument sans faille pour me convaincre
de les soutenir et de les diffuser. A cause de cela, je suis donc contre toute
obligation de vaccination et pour la libre et gratuite circulation des vaccins.
Surtout je reste étranger à tout scientisme du ciel et de la terre, de droite,
de gauche, du centre ou d’ailleurs.
Je
n'attendrai pas la fin de la pandémie pour dénoncer le militantisme anti-vaccin
ou pro-vaccin tout comme je n'ai pas attendu la mort idéologique du bolchevisme
pour participer à la dénonciation du stalinisme comme l'autre visage antilibérale
du capitalisme. Non au spectacle concentré ou diffus, non à la servitude
volontaire des obéissants autant qu’à la rébellion mystique qui véhicule alternativement
des restes idéologiques fascisants ou gauchisants comme deux faces
spectaculairement opposées d’une même pièce réactionnaire. Qui, comme la
composante radicale des Gilets jaunes, refuse les diktats à partir de sa
subjectivité et se révolte contre la domination et ses chantages économiques – devenus maintenant sanitaires –, a tout mon
soutien ; celui qui prétend incarner la vérité dans l'absolu, quelle que soit la
vérité idéologique qu'il prône, reste étranger à mes pensées et à mes passions
révolutionnaires.
Les vérités statistiques abstraites, aussi
rationnelles que veulent paraître et se présenter, sont comme la peau du scrotum :
elle peut être tirée dans n'importe quelle direction, affirmant des certitudes
opposées et incompatibles qui sont également incertaines. Je me sentirais
incohérent si, avec toutes les bonnes intentions d'échapper à la manipulation
de l'État (dont l’évident opportunisme est insupportable et indiscutable), je
finissais par divulguer des vérités infondées aux effets potentiellement
dévastateurs (involontairement, bien sur, afin, d'ailleurs, de dénoncer les
mensonges insupportables du pouvoir et d’une peste émotionnelle sans frontières
idéologiques).
Tous les médicaments tuent pour ainsi dire
une partie de la vie. J'ai toujours évité au maximum d'ingérer volontairement
des antibiotiques, un médicament qui s'annonce déjà par son nom pour ce qu'il
est : contre la vie ! Pourtant,
parfois, je les ai pris et ils m'ont aidé à éradiquer des infections
bactériennes qui étaient mortelles avant leur existence. Puis le système
dominant nous les a fait avaler de force, pendant des décennies, dans la
nourriture, jusqu'à ce qu'ils deviennent presque inutiles comme médicaments, à
cause du bombardement d'antibiotiques à foison (car monstrueusement rentables
et efficaces pour la transformation du vivant en marchandise) sur les animaux
de boucherie industrielle des élevages concentrationnaires.
Maintenant je ne sais pas si le vaccin est
inoffensif comme le prétendent ses vendeurs et propagateurs (hypothèse à
prendre avec des pincettes car personne ne sait rien de clair et de définitif – déjà l'appeler
vaccin est peut-être inapproprié et son utilisation généralisée est, en fait,
une expérimentation sur des milliards de cobayes). Il me semble clair,
cependant, que le vaccin a un effet apaisant important sur la pandémie à un
moment où nous ne sommes pas encore en mesure de guérir fermement et en douceur
l’odieuse monarchie biologique du coronavirus. Chacun doit donc être libre de se
vacciner ou non, sans distinction d'aucune sorte et encore moins d'obligations.
TOUS, cependant, LIBREMENT et INTERNATIONALEMENT, aussi et surtout les peuples
les plus pauvres, exclus de la richesse aliénée de la société du bien-être d'un
Occident capitaliste privilégié sur tous les fronts, mesquin, capricieux et
suprémaciste.
Bien sûr, le monstre productiviste a réussi
à polluer le rapport aux médicaments que les êtres humains ont toujours
utilisées de manière organique, les transformant, comme tout le reste, en une putride
marchandise lucrative depuis qu'il a réduit les êtres humains à des esclaves de
la rentabilité. Banques, Big Pharma et Gafam font partie d'un même univers
artificiel et inhumain, désormais planétaire et dirigé par l'économie politique,
dans lequel la vie organique n'a plus le droit d'exister. Une armée de zombies
éduqués à l'artificialité transhumaniste – des robots encore
ensanglantés mais sans âme orgastique – défile avec le
téléphone portable à la main et le cœur de pierre, au rythme de la progression
de l'horreur qui nous écrase contre le mur toujours plus artificiel de la
civilisation. Mur qui nous sépare d'une nature qui fonctionne insouciante de
nous et de nos délires. C'est à partir de cette tragique évidence historique refoulée
que se développent les thèses confusionnistes dites complotistes. En réalité, elles
jaillissent comme un hurlement étouffé de l'authentique sentiment de danger dû
au fait évident que le système dominant est capable de tout au nom de son
fétichisme marchand.
Il l'a historiquement démontré en massacrant
des peuples entiers à des fins lucratives – des couvertures contaminées à la variole
données aux Amérindiens pour les exterminer définitivement, à l'élimination
systématique de tous les aborigènes
de la planète, obstacle à la moderne suprématie productiviste blanche –, mais il continue de le faire de mille
manières chaque jour, au niveau planétaire, désormais sans distinction de
peau : des pesticides au nucléaire, en passant par la contribution
insensée de la société industrielle au changement climatique.
Sur le réseau virtuel qui héberge les
délires du monde et l'ignorance pédante et névrotique d'individus sans
communauté, des doutes et des colères qui pourraient être partagés se mêlent
aux certitudes irrationnelles sans fondement qui cuisent la critique extrémiste
et la paranoïa mystique dans une même casserole idéologique, perdant de vue la
conscience rationnelle de ce pivot de la vie organique qu'est la radicalité :
c'est-à-dire la capacité de remonter à la racine des choses pour comprendre les
phénomènes complexes que la société productiviste a élaboré depuis sept mille
ans, transformant progressivement les êtres humains en succubes prisonniers de
l'économie de marché – d’abord les enchaînant clairement dans
l'ancien esclavage, puis en faisant d’eux les serviteurs de seigneurs cyniques
et enfin les enveloppant dans les modernes chaînes invisibles de la servitude
volontaire et du travail salarié.
Le coronavirus 19/84 a démasqué
l'inhumanité globale au-delà des idéologies opposées en la recouvrant du masque
anticovid qui est presque anti-rien, mais sert, peut-être, à se protéger un peu
des crachats de la peste virale que le vaccin a rendue – pour le moment – moins virulente. En
revanche, il sert beaucoup – autant que le vaccin, après tout – surtout à diviser
le monde humain entre covidophobes et covidophiles, groupes que les cowboys du
pouvoir gèrent comme des troupeaux enragés. Lesquels se bataillent entre ceux
qui parlent d’une banale grippette et ceux qui cèdent à la panique d’une mort
imminente, entre ceux qui portent le masque et ceux qui le méprisent, entre
confiants et inquiets, héroïques et lâches, bons et méchants, aristocrates et
ignorants selon les psychotiques morales suprémacistes binaires dominantes
depuis des millénaires sur une humanité acratique constamment harcelée par tous
les pouvoirs car la peste émotionnelle patriarcale l’a élue comme son ennemi absolu.
L'horrible spectacle continue, tandis que
l'humain agonise prisonnier d'une logique adialectique insensée et insensible. Nous
ne nous libérerons pas de l'évolution meurtrière du productivisme, plus que
jamais fondé sur le conflit social, si ce n'est en le remettant en cause avec
le capitalisme et le conditionnement à la consommation aliénée qui en font
partie. Seule la renaissance d'une vie organique soutenue par une nouvelle
conscience d’espèce antiproductiviste, épicurienne et rationnelle, ravivera ce
plaisir de vivre en train de mourir, virus ou pas virus.
Sergio Ghirardi Sauvageon, le 25 août 2021