venerdì 27 agosto 2021

DUBITO ERGO SUM

 



Se mi faccio volentieri portavoce di ogni dubbio riguardante la pandemia, mi rifiuto di farmi veicolo di certezze di qualunque provenienza che si pretendano tali senza dare elementi materiali incontrovertibili e certi per convincermi a suffragarle e diffonderle. A partire da ciò sono dunque assolutamente contro ogni obbligo vaccinale e per la libera e gratuita circolazione dei vaccini. Resto soprattutto estraneo a ogni scientismo del cielo e della terra, di destra, di sinistra, del centro o di altrove.

Non aspetterò la fine della pandemia per denunciare il militantismo antivaccino o pro vaccino come non ho atteso la morte ideologica del bolscevismo per partecipare alla denuncia dello stalinismo come l’altra faccia antiliberale del capitalismo. No allo spettacolo concentrato o diffuso, no alla servitù volontaria degli obbedienti e al ribellismo mistico che veicola alternativamente dei resti di fascismo o di gauchismo come due facce spettacolarmente opposte della stessa medaglia reazionaria. Chi, come la parte radicale dei Gilet Jaunes, rifiuta i diktat a partire dalla sua soggettività e si rivolta contro il dominio e i suoi ricatti economici – diventati ora sanitari –, ha tutto il mio sostegno; chi pretende di incarnare la verità nell’assoluto, qualunque sia la verità ideologica da lui sostenuta, resta estraneo ai miei pensieri e alle mie passioni rivoluzionarie.

Le astratte verità statistiche per razionali che si vogliano e si presentino, sono come la pelle dello scroto: la si può tirare in ogni direzione affermando certezze opposte e incompatibili altrettanto incerte. Mi sentirei incoerente se, con tutte le buone intenzioni di sottrarmi alla manipolazione di Stato (evidente opportunismo insopportabile e indiscutibile), finissi per divulgare infondate verità dagli effetti potenzialmente devastanti (senza volerlo, è chiaro, per denunciare, anzi, le insopportabili menzogne del potere e di una peste emozionale senza confini ideologici).

Tutte le medicine virtualmente uccidono una parte di vita. Ho sempre evitato il più possibile d’ingoiare volontariamente antibiotici, farmaco che già nel nome si annuncia per quello che è: contro la vita! Eppure qualche volta li ho presi e mi hanno aiutato a debellare infezioni batteriche che prima della loro esistenza erano mortali. Poi il sistema dominante ce li ha fatti ingoiare di forza per decenni nel cibo fino a renderli quasi inutili come medicine a causa del bombardamento di antibiotici a iosa (perché mostruosamente redditizi ed efficaci per la trasformazione del vivente in merce) sugli animali da macello industriale degli allevamenti concentrazionari.

Ora io non so se il vaccino sia innocuo come pretendono i suoi venditori e i suoi propagatori (ipotesi da prendere con le pinze perché nessuno ne sa niente di chiaro e definitivo – già chiamarlo vaccino è forse improprio e il suo uso diffuso è effettivamente un esperimento su miliardi di cavie). Mi sembra evidente, però, che ha un effetto calmieristico importante sulla pandemia in un momento in cui non siamo ancora capaci di curare con fermezza e dolcezza l’odiosa monarchia biologica del coronavirus. Ognuno deve essere dunque libero di vaccinarsi o no, senza distinzioni di nessun genere e tantomeno obblighi. TUTTI, però, GRATUITAMENTE e INTERNAZIONALMENTE, anche e soprattutto i popoli più poveri, esclusi dalla ricchezza alienata della società del benessere di un occidente capitalista privilegiato su tutti fronti, meschino, capriccioso e suprematista.

Certo, il mostro produttivista è arrivato a inquinare il rapporto con i farmaci che gli esseri umani hanno utilizzato da sempre organicamente, trasformandoli, come tutto il resto, in putrida merce remunerativa da quando ha ridotto gli esseri umani a schiavi della redditività. Banche, Big Pharma e Gafam fanno parte di uno stesso universo artificiale e disumano ormai planetario, diretto dall’economia politica in cui la vita organica non ha più diritto di esistere.

Un esercito di zombi educati all’artificialità transumanista – robot ancora sanguinolenti ma senza anima orgastica – marcia con il telefono portatile in mano e il cuore di pietra, al ritmo del progresso dell’orrore che ci sta schiacciando contro il muro sempre più artificiale della civiltà. Muro che ci separa da una natura che funziona incurante di noi e dei nostri deliri. È da questa tragica evidenza storica rimossa che si sviluppano le tesi confusioniste cosiddette complottiste. In realtà esse scaturiscono come un urlo strozzato dalla sensazione autentica di pericolo dovuto al fatto evidente che il sistema dominante è capace di tutto in nome del suo feticismo mercantile.

L’ha storicamente dimostrato massacrando per lucro popoli interi – dalle coperte al vaiolo date agli autoctoni americani per sterminarli definitivamente, all’eliminazione sistematica di tutti gli aborigeni del pianeta, ostacolo alla moderna supremazia bianca produttivista –, ma continua a farlo in mille maniere ogni giorno a livello planetario, ormai senza più distinzione di pelle: dai pesticidi al nucleare, passando per il contributo demenziale della società industriale al mutamento climatico.

Sulla rete virtuale che ospita i deliri del mondo e l’ignoranza saccente e nevrotica di individui senza comunità, si mescolano dubbi e rabbie condivisibili con certezze irrazionali senza fondamento che cuociono nella stessa padella ideologica critica estremista e paranoie mistiche, perdendo di vista la coscienza razionale di quel fulcro della vita organica che è la radicalità: cioè la capacità di risalire alla radice delle cose per comprendere i fenomeni complessi che la società produttivista ha elaborato da settemila anni, trasformando progressivamente gli esseri umani in succubi prigionieri dell’economia di mercato – prima chiaramente incatenandoli nella schiavitù antica, poi rendendoli servi di cinici signori e infine avvolgendoli con le moderne catene invisibili della servitù volontaria e del lavoro salariato.

Il coronavirus 19/84 ha smascherato la disumanità globale oltre le ideologie contrapposte, coprendola con la maschera anticovid che non è quasi anti niente, ma serve forse un po’ a proteggersi dagli sputi della peste virale che il vaccino ha poi reso – per il momento – meno virulenta. Serve invece molto – quanto il vaccino, del resto – soprattutto a dividere il mondo umano tra covidofobi e covidofili, gruppi che i cowboys del potere gestiscono come mandrie impazzite. Le quali si sberleffano tra chi ride dell’influenzuccia e chi cede al panico della morte imminente, tra chi mette la maschera e chi la disprezza, tra fiduciosi e inquieti, eroici e vigliacchi, buoni e cattivi, aristocratici e ignoranti secondo le psicotiche morali suprematiste binarie imperanti da millenni su un’umanità acratica sotto la costante aggressione di tutti i poteri poiché la peste emozionale patriarcale l’ha eletta come il suo nemico assoluto.

L’orribile spettacolo continua, mentre l’umano agonizza prigioniero di una logica adialettica senza senso e senza sensibilità. Non ci libereremo dall’evoluzione mortifera di un produttivismo più che mai fondato sul conflitto sociale se non mettendolo in discussione insieme al capitalismo e al condizionamento al consumo alienato che ne fanno parte. Solo la rinascita di una vita organica sostenuta da una nuova coscienza di specie, antiproduttivista, epicurea e razionale, ridarà vita a quel piacere di vivere che sta morendo, virus o non virus.

 

Sergio Ghirardi Sauvageon, 25 agosto 2021




Dubito ergo sum

Si j’agis volontiers comme porte-parole des doutes concernant la pandemie, je refuse de devenir le porteur des certitudes de toute source qui prétendent dire le vrai sans donner des éléments matériels incontestables et absolument sans faille pour me convaincre de les soutenir et de les diffuser. A cause de cela, je suis donc contre toute obligation de vaccination et pour la libre et gratuite circulation des vaccins. Surtout je reste étranger à tout scientisme du ciel et de la terre, de droite, de gauche, du centre ou d’ailleurs.

Je n'attendrai pas la fin de la pandémie pour dénoncer le militantisme anti-vaccin ou pro-vaccin tout comme je n'ai pas attendu la mort idéologique du bolchevisme pour participer à la dénonciation du stalinisme comme l'autre visage antilibérale du capitalisme. Non au spectacle concentré ou diffus, non à la servitude volontaire des obéissants autant qu’à la rébellion mystique qui véhicule alternativement des restes idéologiques fascisants ou gauchisants comme deux faces spectaculairement opposées d’une même pièce réactionnaire. Qui, comme la composante radicale des Gilets jaunes, refuse les diktats à partir de sa subjectivité et se révolte contre la domination et ses chantages économiques devenus maintenant sanitaires , a tout mon soutien ; celui qui prétend incarner la vérité dans l'absolu, quelle que soit la vérité idéologique qu'il prône, reste étranger à mes pensées et à mes passions révolutionnaires.

Les vérités statistiques abstraites, aussi rationnelles que veulent paraître et se présenter, sont comme la peau du scrotum : elle peut être tirée dans n'importe quelle direction, affirmant des certitudes opposées et incompatibles qui sont également incertaines. Je me sentirais incohérent si, avec toutes les bonnes intentions d'échapper à la manipulation de l'État (dont l’évident opportunisme est insupportable et indiscutable), je finissais par divulguer des vérités infondées aux effets potentiellement dévastateurs (involontairement, bien sur, afin, d'ailleurs, de dénoncer les mensonges insupportables du pouvoir et d’une peste émotionnelle sans frontières idéologiques).

Tous les médicaments tuent pour ainsi dire une partie de la vie. J'ai toujours évité au maximum d'ingérer volontairement des antibiotiques, un médicament qui s'annonce déjà par son nom pour ce qu'il est : contre la vie ! Pourtant, parfois, je les ai pris et ils m'ont aidé à éradiquer des infections bactériennes qui étaient mortelles avant leur existence. Puis le système dominant nous les a fait avaler de force, pendant des décennies, dans la nourriture, jusqu'à ce qu'ils deviennent presque inutiles comme médicaments, à cause du bombardement d'antibiotiques à foison (car monstrueusement rentables et efficaces pour la transformation du vivant en marchandise) sur les animaux de boucherie industrielle des élevages concentrationnaires.

Maintenant je ne sais pas si le vaccin est inoffensif comme le prétendent ses vendeurs et propagateurs (hypothèse à prendre avec des pincettes car personne ne sait rien de clair et de définitif déjà l'appeler vaccin est peut-être inapproprié et son utilisation généralisée est, en fait, une expérimentation sur des milliards de cobayes). Il me semble clair, cependant, que le vaccin a un effet apaisant important sur la pandémie à un moment où nous ne sommes pas encore en mesure de guérir fermement et en douceur l’odieuse monarchie biologique du coronavirus. Chacun doit donc être libre de se vacciner ou non, sans distinction d'aucune sorte et encore moins d'obligations. TOUS, cependant, LIBREMENT et INTERNATIONALEMENT, aussi et surtout les peuples les plus pauvres, exclus de la richesse aliénée de la société du bien-être d'un Occident capitaliste privilégié sur tous les fronts, mesquin, capricieux et suprémaciste.

Bien sûr, le monstre productiviste a réussi à polluer le rapport aux médicaments que les êtres humains ont toujours utilisées de manière organique, les transformant, comme tout le reste, en une putride marchandise lucrative depuis qu'il a réduit les êtres humains à des esclaves de la rentabilité. Banques, Big Pharma et Gafam font partie d'un même univers artificiel et inhumain, désormais planétaire et dirigé par l'économie politique, dans lequel la vie organique n'a plus le droit d'exister. Une armée de zombies éduqués à l'artificialité transhumaniste des robots encore ensanglantés mais sans âme orgastique défile avec le téléphone portable à la main et le cœur de pierre, au rythme de la progression de l'horreur qui nous écrase contre le mur toujours plus artificiel de la civilisation. Mur qui nous sépare d'une nature qui fonctionne insouciante de nous et de nos délires. C'est à partir de cette tragique évidence historique refoulée que se développent les thèses confusionnistes dites complotistes. En réalité, elles jaillissent comme un hurlement étouffé de l'authentique sentiment de danger dû au fait évident que le système dominant est capable de tout au nom de son fétichisme marchand.

Il l'a historiquement démontré en massacrant des peuples entiers à des fins lucratives des couvertures contaminées à la variole données aux Amérindiens pour les exterminer définitivement, à l'élimination systématique de tous les aborigènes de la planète, obstacle à la moderne suprématie productiviste blanche –, mais il continue de le faire de mille manières chaque jour, au niveau planétaire, désormais sans distinction de peau : des pesticides au nucléaire, en passant par la contribution insensée de la société industrielle au changement climatique.

Sur le réseau virtuel qui héberge les délires du monde et l'ignorance pédante et névrotique d'individus sans communauté, des doutes et des colères qui pourraient être partagés se mêlent aux certitudes irrationnelles sans fondement qui cuisent la critique extrémiste et la paranoïa mystique dans une même casserole idéologique, perdant de vue la conscience rationnelle de ce pivot de la vie organique qu'est la radicalité : c'est-à-dire la capacité de remonter à la racine des choses pour comprendre les phénomènes complexes que la société productiviste a élaboré depuis sept mille ans, transformant progressivement les êtres humains en succubes prisonniers de l'économie de marché d’abord les enchaînant clairement dans l'ancien esclavage, puis en faisant d’eux les serviteurs de seigneurs cyniques et enfin les enveloppant dans les modernes chaînes invisibles de la servitude volontaire et du travail salarié.

Le coronavirus 19/84 a démasqué l'inhumanité globale au-delà des idéologies opposées en la recouvrant du masque anticovid qui est presque anti-rien, mais sert, peut-être, à se protéger un peu des crachats de la peste virale que le vaccin a rendue pour le moment moins virulente. En revanche, il sert beaucoup autant que le vaccin, après tout surtout à diviser le monde humain entre covidophobes et covidophiles, groupes que les cowboys du pouvoir gèrent comme des troupeaux enragés. Lesquels se bataillent entre ceux qui parlent d’une banale grippette et ceux qui cèdent à la panique d’une mort imminente, entre ceux qui portent le masque et ceux qui le méprisent, entre confiants et inquiets, héroïques et lâches, bons et méchants, aristocrates et ignorants selon les psychotiques morales suprémacistes binaires dominantes depuis des millénaires sur une humanité acratique constamment harcelée par tous les pouvoirs car la peste émotionnelle patriarcale l’a élue comme son ennemi absolu.

L'horrible spectacle continue, tandis que l'humain agonise prisonnier d'une logique adialectique insensée et insensible. Nous ne nous libérerons pas de l'évolution meurtrière du productivisme, plus que jamais fondé sur le conflit social, si ce n'est en le remettant en cause avec le capitalisme et le conditionnement à la consommation aliénée qui en font partie. Seule la renaissance d'une vie organique soutenue par une nouvelle conscience d’espèce antiproductiviste, épicurienne et rationnelle, ravivera ce plaisir de vivre en train de mourir, virus ou pas virus.

 

Sergio Ghirardi Sauvageon, le 25 août 2021