Da leggere prima di andare a votare quattro SI
Fukushima è una catastrofe umana, industriale ed ecologica.
Quel che è avvenuto e avviene ancora in Giappone ha generato una grande presa di coscienza dei rischi che un mondo nuclearizzato fa correre all’ambiente naturale e alle società umane che lo abitano.
Eppure proseguono i lavori degli apprendisti stregoni mercenari, politici, scienziati, tecnici e galoppini pazzi di cinismo nichilista per un progresso scarnificato e condizionato dalla paranoia della crescita economica e del consumo.
Si sono appena riuniti a Deauville e tra poco rinnoveranno i loro incontri a Cannes per farci credere nell’imperativa necessità di privilegiare l’energia nucleare. Una tale operazione pubblicitaria non ha nessun senso umano ma viene lanciata come una vera e propria campagna promozionale.
Al posto delle nuove idee che i decisionisti del G8 promettono sempre ma non portano mai, i dirigenti eletti dalla truffa della democrazia spettacolare che gestisce il sistema capitalista nei più ricchi paesi del pianeta, ci preparano un nuovo mondo sempre più nuclearizzato.
Sembrano avere un solo problema: come fare accettare lo sviluppo imperterrito di questa industria mortifera dopo Fukushima, venuta tragicamente ad aggiungersi agli altri rischi catastrofici statisticamente prevedibili e storicamente verificati come a Chernobyl.
I nostri pubblicitari che si credono e si fanno credere i grandi del mondo vendendosi come tali, non potevano avere che un’idea degna di loro: manipolare le coscienze inventando il bisogno di energia in relazione a un benessere consumistico da tempo appiccicato nelle teste e nei cuori di schiavi salariati che hanno rinunciato ai loro desideri spontanei umani e animali per sostituirli con feticci mercantili che compensano miseramente la noia e il dolore di una vita non vissuta.
Invece di un’esplorazione vivace di quello che fa una vita degna di questo nome, invece della ricchezza dell’essere confortata da un avere di beni utili alla felicità, i figli tristi dello spettacolo sociale dominante si accontentano di apparire, sorridenti come una pubblicità di un dentifricio, di un’automobile o di una campagna elettorale. Si battono come iene per un benessere di paccotiglia, per lo sviluppo economico, per la modernità e ormai anche per l’ecologia ideologizzata e commercializzata.
Sono ormai anni che ci vendono il TUTTO ELETTRICO e quindi anche il tutto nucleare, come la soluzione per un avvenire pulito, efficace, moderno. S’impegnano a farci sentire indispensabile ora un tram, poi delle linee ad alta velocità, in attesa del realizzarsi della profezia di una miracolosa apparizione di auto elettriche in libero servizio.
Niente ferma la magia del progresso produttivista, nemmeno tre reattori col nocciolo in fusione per qualche migliaia di anni, nemmeno milioni di individui destinati alla roulette russa di tumori e leucemie, nemmeno una natura irradiata per un tempo talmente incommensurabile da far dire per sempre!
Ci diranno che tutto ciò causa uno squilibrio emozionale che altera il discernimento, mentre continuare verso il baratro che ci aspetta è sangue freddo e capacità di assumere la giusta dose di rischio che accompagna la vita. Quante orecchie di plastica e menti inquinate troveranno per crederli?
Davanti al fatto compiuto, chi potrà rifiutare o tornare su decisioni ormai prese?
Noi saremo senza alternative, privati di quello che ci era finora bastato ma che non esisterà più: treni regionali più lenti ma meno avidi di elettricità, mezzi di trasporto locali improvvisamente criminalizzati per il loro inquinamento dagli stessi che promuovono lo sviluppo e la vendita parossistica di autovetture individuali sacre per il cittadino consumatore e votante.
L’energia nucleare sarà fatta apparire tanto più indispensabile perché prodotta nel segreto ben custodito delle loro centrali; un mistero squarciato soltanto dalle catastrofi che non si possono più nascondere e che gettano un dubbio inquietante sulla sicurezza del sistema e della sua produzione.
Per non parlare del problema delle scorie che non avendo la minima soluzione viene dunque logicamente archiviato come se non esistesse.
Con i suoi lavori attorno al tramway e il progetto dell’asse sulla Senna che dovrebbe unire la Normandia a Parigi con l’ennesimo tratto ad alta velocità, Le Havre, tranquillo porto francese (o almeno lo era), è un magnifico esempio di questa corsa alla crescita economica e all’immagine di modernità che implicano di rimandare a un “dopo” imprecisato la presa di coscienza che lo sviluppo economico capitalistico corrisponde a un modello di società sorpassata.
Come d’abitudine le élites locali hanno deciso di continuare a funzionare secondo il criterio del business, seguendo uno schema insensato per il quale il benessere e l’arricchimento dipendono dall’investimento economico, da nuove costruzioni e da progetti smisurati.
Tocca a ciascuno di noi, se tiene a una vita degna di essere vissuta, non solo d’indignarsi e di votare ma di denunciare a ogni occasione l’imporsi del redditizio delirio produttivista, di combatterlo sottolineandone l’assurdità e i pericoli.
Essere cittadini e soggetti reali anziché spettatori consumatori, significa investirsi della cosa pubblica, manifestare la propria volontà, organizzarsi localmente nella propria vita reale, opporsi con tutta la propria forza individuale e collettiva all’attuale concezione della società e del territorio.
Sta a noi non farci sottrarre definitivamente il nostro diritto decisionale riguardo alle nostre vite, ai territori in cui abitiamo.
Dobbiamo interrompere l’ipnosi ideologica di una democrazia ridotta a oclocrazia. Ancora una volta sta a noi far vivere localmente una democrazia diretta la cui federazione internazionale sbaraglierà lo spettacolo planetario del totalitarismo economicista.
Sergio Ghirardi
Capita a proposito:
Sabato 11 giugno è la giornata mondiale dei 3 mesi da Fukushima.
I nostri amici francesi hanno deciso un’operazione cartellino rosso per il nucleare:
opération carton rouge pour le nucléaire