giovedì 14 agosto 2014

OCCUPY LIFE



Dopo “l’eccidio costituzionale” perpetrato da questo parlamento usurpatore, credo che si debba ricominciare d’accapo a riflettere. C’è poco da salvare. Il golpe è stato realizzato. Con costoro non c’è più dialogo possibile. Dovremmo cominciare a chiederci se ha ancora un senso parlare di democrazia nel tempo presente. Comunque non di questa, cioè quella che l’Occidente vorrebbe esportare. Questa è merce avariata, che ha già intossicato il miliardo d’oro e poco più in là. E’ chiaro che tutte le questioni in merito sono riaperte, nessuna esclusa, essendo evidente che le risposte fornite dalla civiltà occidentale non sono valide – neanche per la civiltà occidentale – e non si sono affermate in gran parte del pianeta. Dunque la domanda: “Serve ancora la democrazia?”, non è né pleonastica, né fuori luogo. Mi piacerebbe discuterne con il M5S e con quei settori della ex sinistra che sono ancora capaci di ragionare. Quale democrazia? Quali saranno le sue caratteristiche distintive? Come la si costruirà? Quanto tempo ci vorrà per costruirla?
E, mentre cerchiamo di affrontare queste questioni, non potremo evitare di esaminare le cause di fondo che hanno portato all’estinzione della democrazia liberale. Stanno esplodendo tutti i parametri della società contemporanea. Pensare che si possa tornare alla democrazia in un sistema analogo a quello che sta crollando sotto i nostri sguardi è ipotesi irreale. Seguo qui il ragionamento di Edgar Morin: “Individuo e società esistono reciprocamente”. “La democrazia si fonda sul controllo dell’apparato di potere da parte dei controllati”. “In questo senso la democrazia è più che un regime politico; è la rigenerazione continua di un anello complesso e retroattivo: i cittadini producono la democrazia che produce i cittadini”. Morin considera ovvia l’esistenza di un “apparato di potere”. Un postulato, come quello dell’esistenza dei “controllati”. Ha perfettamente ragione. Non esiste organizzazione sociale senza una struttura di potere, La questione è “quale” apparato di potere.
Si vede subito che nessuno dei tre punti citati da Morin ha resistito all’usura dei nostri tempi. Quasi nulla di tutto ciò è oggi in funzione. L’individuo è stato separato dalla società ed è oggi ad essa contrapposto. Il potere è ostile all’individuo e alla società. I controllati non hanno la possibilità di controllare, in quanto sono stati privati della conoscenza della realtà (vedi Matrix). Il fatto è che i punti messi a fuoco da Morin sono caratteri essenziali della civiltà moderna; valori di cui, io credo, dovremo ri-impadronirci dopo averli perduti. Senza questi valori-strumenti nessun’altra democrazia è possibile, poiché essa non potrebbe né consentire l’espressione della diversità e della libertà umana, né attingere al livello della decisione politica, e si condannerebbe, anche nella migliore delle ipotesi, a formare un pulviscolo di punti di “resistenza”, più o meno microscopici, comunque incapaci di fronteggiare uno scontro epocale tra il Potere “catastroforo” (portatore di catastrofe) e la Natura. Rinunciare a questi valori-strumenti significa rifiutare di cogliere la portata della battaglia che ci attende.
Aggiungo qui che l’analisi stessa della crisi ci dice che se ne potrà uscire – attraverso una transizione comunque estremamente difficile – solo con una partecipazione attiva, consapevole, di milioni e milioni. Poiché anche ipotizzando (e non è il caso) che le nostre società siano un giorno guidate da gruppi dirigenti onesti e dediti al bene comune, dovrebbe essere chiaro che essi non potranno prendere in tempo utile nessuna delle tremende decisioni che s’imporranno se, attorno ad essi, non si creerà un vasto consenso popolare. E questa è parte costituente, anche se non unica, della democrazia. Si dovrà stare in guardia da ogni tipo di semplificazioni e di banalizzazioni. Invece il dibattito, che infuria mentre la democrazia liberale muore, ne è pieno e produce molta confusione, dove l’idea prevalente è quella di buttare a mare bambino e acqua sporca.
Dopo avere affermato la sovranità del popolo come principio dominante, occorrerà aggiungere subito che essa “comporta l’autolimitazione di questa sovranità attraverso l’obbedienza alle leggi e il trasferimento di sovranità agli eletti”. Col che si piantano i paletti che devono definire la democrazia rappresentativa. Io sono favorevole a fissare questi paletti. In una società di massa la democrazia diretta (o, come spesso si sente dire, la democrazia assembleare), senza mediazioni di rappresentanza, è cosa impossibile praticamente e, dunque, teoricamente inammissibile. Non esistono assemblee di milioni. Se esistessero sarebbero autoritarie per la loro stessa composizione, sottoposte alla massificazione-semplificazione-banalizzazione del messaggio. Inoltre abbisognerebbero, per esempio, di un mezzo tecnico per realizzarsi. Questo, a sua volta porrebbe la questione del controllo di un tale mezzo tecnico. Inoltre i milioni di click affermativo-negativi snaturerebbero ogni possibile discussione, ogni possibile mediazione.
Quanto di più autoritario si possa immaginare. “L’esperienza storica ha dimostrato che la democrazia aritmetica è un’impostura semplicistica della sovranità popolare e in realtà l’anticamera della degenerazione oligarchica e del dispotismo”. Quanto di più irrealistico è pensare a forme di consultazione, inevitabilmente molto simili a dei test attitudinali, in cui le “diversità” di collettività numerose ma minoritarie sarebbero impossibilitate a esprimersi e verrebbero comunque schiacciate. Contare il miliardo e trecento milioni di volontà “cinesi”, il miliardo di volontà “indiane” e metterle nella stessa “urna” elettronica con il miliardo scarso dell’Occidente non è materialmente possibile. E, se lo fosse, sarebbe giusto? Si tratta di semplificazioni incolte, a-storiche, sostanzialmente autoritarie, a prescindere dalle buone intenzioni di chi le formula.
Ma procediamo, seguendo ancora Morin, che fornisce un’interpretazione non ideologica della democrazia, liberandola dal loglio e conservando al tempo stesso i buoni semi da cui proviene la stessa democrazia liberale. Qualcuno può pensare che di buoni semi da quella pianta non possano più venirne, ma io penso che abbiamo davanti agli occhi la prova del contrario. Che si chiama Costituzione della Repubblica Italiana. Che, certo, non è soltanto (di gran lunga non lo è) figlia della democrazia liberale, ma è anche questo, e gettarla via sarebbe grande delitto.
Giulietto Chiesa 13 agosto 2014

Commento di Sergio Ghirardi:

Dopo la sconfitta vittoriosa della Comune, le radici della democrazia moderna sono più volte riapparse a Cronstadt, nella Machnovcina, con Spartaco a Berlino e Durruti in Spagna nel 36 e poi in ogni rivolta contro il totalitarismo produttivista bolscevico e/o liberale fino in Chiapas e nel più piccolo microcosmo dove la gemainwesen, la comunità umana, ha provato a esistere contro dirigenti, burocrati e servitori volontari. I luoghi comuni sulla democrazia diretta intesa idiotamente come un'assemblea di un miliardo di cinesi indicano a meraviglia quanto l'ipotesi consiliare sia stata un tabù vergognoso per tutti i fascismi neri, bianchi o rossi, da Stalin a Putin, da Mussolini a Hitler, dalla DC al PD passando per mafie e P2. Occupy Life.

mercoledì 13 agosto 2014

Always Vatican for president!


Always Vatican for president
Always Vatican for president


“10 milioni di poveri belli allegri in vacanza”: è il titolo del post pubblicato oggi dal blog di Beppe Grillo che lancia l’hashtag #mortidifameallegri. Il post propone un articolo e la relativa grafica pubblicati sul sito del Sole 24 Ore nella sezione “Info Data Blog” con il titolo “In Italia dieci milioni di poveri”. Il riferimento è soprattutto al presidente del Consiglio Matteo Renzi che si era congedato da un’intervista a La7 invitando gli italiani ad andare “in vacanza belli allegri”.
“In Italia – scrive il Sole – ci sono 10.048.000 persone che vivono in condizioni di povertà relativa, pari al 16,6% della popolazione. Tra questi 6.020.000 sono poveri assoluti, cioè non riescono ad acquistare beni e servizi per una vita dignitosa (9,9%). È quanto rileva l’Istat nel report sulla Povertà in Italia. Tra i dati selezionati dal report Istat, nella grafica interattiva si mostrano i confronti territoriali (per alcune regioni, tuttavia, l’istituto di statistica segnala ampi intervalli di confidenza) e gli indicatori relativi all’incidenza della povertà assoluta tra le famiglie e la popolazione per alcuni parametri di confronto”.


Commento di Sergio Ghirardi:


Il famoso 40% (su circa la metà di aventi votato, quindi il dato va riproporzionato e non gonfiato come la gola del rospo mediatico) è la sinistra zavorra clericale di un paese che crede ai renzi come alla verginità di una madonna fiorentina di democristiana tradizione oppure si rivolge ai Di Maio per un cristico ritorno dell’etica parlamentare. Always Vatican for president!
In Italia ci furono 10 milioni di comunisti sposati in chiesa che ora credono al miracolo renzi nelle case di un popolo che ha ridotto i resti della coscienza di classe alla servitù volontaria. Dall’autoritarismo marxista leninista al renzismo berlusconismo, mentre all’opposizione gli antichi fautori di una democrazia diretta si sono ridotti a difendere il parlamentarismo etico dalla sua definitiva mafiosizzazione.
Siamo al patetico a 360 gradi, mentre leggere i vari troll piddini che imperversano sui blog fa pensare ai chierichetti sessuofobici delle sacrestie di un tempo.


I bambini di Fukushima sono gravemente malati !




 

Senza neppure tradurre il testo di facile comprensione, vi informo sulla realtà giapponese, denunciando il negazionismo nuclearista che imperversa tra utili idioti e servitori volontari.

Sergio Ghirardi

 

Les enfants de Fukushima sont gravement malades

 le 6/07/14

  La situation au Japon est catastrophique, la situation réelle au niveau de la contamination restant un sujet tabou. Entre les fuites d’eau et la situation en sous-sol, la situation est depuis de longs mois complètement incontrôlable et les conséquences n’en seront que tragiques, au niveau planétaire. En regardant du côté de Tchernobyl qui ne concernait qu’un seul réacteur à l’uranium, on peut voir que les terres sont toujours contaminées et inhabitables sur une grande superficie, le Japon avec trois réacteurs chargés au plutonium ne peut pas échapper à la règle, et les conséquences n’en seront que funestes car au niveau évacuations, elles sont restées très limitées géographiquement…. Et toujours ce silence autours du sujet…
> Le nucléaire à un point commun avec les guerres, les premières victimes sont généralement celles qui n’ont rien demandé, les enfants….

Plus de 48 % des 375.000 jeunes – presque 200.000 enfants – testés par l’Université de Médecine de Fukushima vivant à proximité des réacteurs souffrent aujourd’hui d’anomalies pré-cancéreuses de la thyroïde, principalement de nodules et de kystesQuelque 39 mois après les multiples explosions à Fukushima, le taux de cancers de la thyroïde chez les enfants des environs sont montés en flèche, dépassant de 40 fois la normale.
> Plus de 48 % des 375.000 jeunes – presque 200.000 enfants – testés par l’Université de Médecine de Fukushima, vivant à proximité des réacteurs souffrent aujourd’hui d’anomalies pré-cancéreuses de la thyroïde, principalement de nodules et de kystes. Le taux est en voie d’accélération.
> Plus de 120 cancers infantiles ont été relevés quand on ne s’attend qu’à trois seulement, déclare Joseph Mangano, directeur exécutif du Projet Radiation et Santé Publique. L’industrie nucléaire et ses chantres continuent de nier cette tragédie sanitaire.
Certains ont en fait affirmé que « pas une seule personne » n’a été affectée par la libération massive des radiations de Fukushima, qui, pour certains isotopes, a dépassé de presque 30 fois celle d’Hiroshima. Mais l’épidémie mortelle de Fukushima concorde avec les impacts subis par les enfants après l’accident de Three Mile Island en 1979 et l’explosion de Tchernobyl en 1986, de même qu’avec les conclusions rapportées pour d’autres réacteurs commerciaux. La probabilité que l’énergie atomique puisse causer de telles épidémies a été confirmée par la Commission Canadienne de Sécurité Nucléaire, qui dit qu’une « augmentation du risque de cancers infantiles de la thyroïde » accompagnerait une catastrophe nucléaire.
> Dans l’évaluation des perspectives de la construction d’un nouveau réacteur au Canada, la Commission dit que le taux « augmenterait de 0,3 % à une distance de 12 kilomètres de l’accident. Mais cela suppose la distribution de comprimés d’iodure de potassium et une évacuation d’urgence, ce qui ne s’est produit ni à Three Mile Island, ni à Tchernobyl, ni à Fukushima. Les chiffres ont été analysés par Mangano. Il a étudié les impacts des radiations créées par des réacteurs sur la santé humaine depuis les années 80, démarrant son travail avec un radiologue légendaire, le Dr Ernest Sternglass et le statisticien Jay Gould. Mangano confirme que la santé globale au sein de populations sous le vent (des réacteurs) s’améliore quand on ferme les réacteurs et décline quand ils sont ouverts ou ré-ouverts. Les enfants à proximité ne sont pas les seules victimes de Fukushima. L’un des responsables de la centrale, Masao Yoshida est mort à 58 ans d’un cancer de l’œsophage. Masao a héroïquement refusé d’abandonner Fukushima au pire moment de la crise, sauvant probablement des millions de vies.
> Les ouvriers du site employés par des entrepreneurs indépendants – dont de nombreux sont dominés par des syndicats du crime – sont souvent laissés sans aucune surveillance pour l’exposition aux radiations. La colère du public augmente avec les plans du gouvernement pour obliger les familles – dont certaines avec de nombreux enfants – à retourner dans la région lourdement contaminée autour de la centrale. Suite à l’accident de 1979, les propriétaires de Three Mile Island ont nié que le réacteur avait fondu. Mais une caméra robot l’a confirmé ensuite. L’état de Pennsylvanie a mystérieusement fait disparaître la liste d’enregistrement des cancers, puis a dit qu’il n’y avait « aucune preuve » d’un quelconque décès.
> Mais un large éventail d’études indépendantes confirme les taux en élévation de mort d’enfants et d’un excès de cancers parmi la population générale. Morts en excès, mutation et taux de maladies parmi les animaux du secteur ont été confirmés par le Département d’Agriculture de Pennsylvanie et les journalistes locaux. Dans les années 80, un juge fédéral, Sylvia Rambo, a bloqué un recours collectif de quelques 2400 habitants de Pennsylvanie sous le vent, déclarant qu’il n’y avait pas eu suffisamment de radiations libérées pour affecter quiconque. Mais 35 ans après, personne ne sait la quantité de radiations qui s’est échappée ou sa direction. Les propriétaires de Three Mile Island ont tranquillement payé des millions de dollars aux victimes sous le vent en échange de leur silence.
> À Tchernobyl, le rassemblement de 5000 études a montré un nombre supérieur à 1 million de décès. Les effets des radiations sur les jeunes sous le vent en Biélorussie et en Ukraine ont été horribles. Selon Mangano, 80 % des « enfants de Tchernobyl » nés sous le vent depuis l’accident ont été affectés par un large éventail d’impacts allant de malformations et de cancers de la thyroïde à des maladies à long terme du cœur, du système respiratoire et mentales. Les résultats signifient que seul un jeune sous le vent sur cinq peut être reconnu en bonne santé. Les Médecins pour la Responsabilité Sociale et la branche allemande des Médecins Internationaux pour la Prévention des Guerres Nucléaires ont averti de problèmes parallèles près de Fukushima. Le Comité Scientifique des Nations-Unies sur les effets des radiations atomiques (UNSCEAR) a récemment publié des rapports qui minimisent les impacts des catastrophes sur les humains.
> L’UNSCEAR est intimement lié à l’Agence Internationale de l’Énergie Atomique, dont le mandat est de promouvoir l’énergie nucléaire. L’AIEA (Agence Internationale de l’Énergie Atomique) a depuis toujours l’ordre de contrôler en les bâillonnant les conclusions des Nations-Unies sur les impacts sanitaires des réacteurs.

> Source : Eco Watch (Harvey Wassermann)