mercoledì 31 luglio 2013

Tartuffe dappertutto



Credo che l’Italia sia entrata definitivamente in una spirale di decomposizione che solo un sisma sociale potrà interrompere. Non lo dico né con ottimismo o speranza né con preoccupazione. Mi sembra semplicemente una patetica evidenza.

Sergio Ghirardi

 

Processo Mediaset: Tartuffe a Corte

Di Marco Travaglio sul Fatto del 31 luglio

Nel Paese di Tartuffe, che con buona pace di Molière non è la Francia ma l’Italia, si attende con ansia spasmodica la sentenza della Cassazione sul caso Mediaset per sapere finalmente se B. è un delinquente matricolato o un innocente perseguitato per fini politici.
Pare infatti, ma si tratta soltanto di voci di corridoio, che parte del Pd avrebbe qualche difficoltà a convivere ancora al governo con il partito guidato, anzi posseduto da un condannato per frode fiscale. E, per capire se B. sia un giglio di campo o un criminale incallito, attendono la sentenza Mediaset in Cassazione. Tutte le precedenti è come se non fossero mai state pronunciate, solo perché non erano condanne definitive. Poco importa se lo dichiaravano responsabile di reati gravissimi, come la falsa testimonianza sulla P2 (amnistiata), le tangenti a Craxi (cadute in prescrizione), svariati falsi in bilancio (reato depenalizzato da lui), la corruzione giudiziaria (prescritta sia per lo scippo della Mondadori a De Benedetti sia per le mazzette a Mills). Per non parlare delle sentenze sulle tangenti alla Guardia di Finanza (i suoi manager pagavano i militari con soldi suoi perché non mettessero il becco nei libri contabili delle sue aziende, ma a sua insaputa). E su Dell’Utri e sui mafiosi stragisti, che dipingono B. come un vecchio amico dei boss. 
Bastava leggere uno dei tanti verdetti che in questi vent’anni l’hanno riguardato per farsi un’idea del personaggio: conoscerlo per evitarlo.
Invece, dopo vent’anni di malavita al potere, siamo qui appesi a una sentenza di Cassazione sul reato forse meno grave –  al confronto degli alt i– commesso dal Caimano: la frode fiscale. Più che un delitto, un’abitudine. Una specialità della casa. In fondo andò così anche per Al Capone: era il capo della mafia americana, ma riuscirono a incastrarlo solo per evasione fiscale. Solo che in America l’evasione è galera sicura, dunque non occorse altro per togliere il boss dalla circolazione. Da noi un evasore che tentasse di entrare in galera verrebbe respinto dalle leggi, che sono inflessibili. Per finire in carcere, sottrarre milioni all’erario non basta: bisogna rubare almeno un limone.
Eccoli dunque lì, i politici di destra, centro e sinistra, che con Al Tappone han fatto affari, inciuci, libri, comparsate tv, bicamerali, riforme bipartisan, alleanze più o meno mascherate, e i giornalisti e gl’intellettuali al seguito, tutti tremanti sotto la Cassazione. Paradossalmente, il meno preoccupato è proprio lui: B. lo sa chi è B. e non ne ha mai fatto mistero. E ha costruito un sistema politico-mediatico perfetto: se lo assolvono, sarà la prova che era un innocente perseguitato; se lo condannano, sarà la prova che è un innocente perseguitato. A tremare sono tutti gli altri: gli ipocriti che lo circondano da vent’anni, fingendo di non vedere e tacendo anziché parlare. Infatti del merito del processo Mediaset, delle prove schiaccianti sul ruolo centrale di B. nella costruzione di una macchina perfetta di decine di società offshore per frodare il fisco e portare fondi neri all’estero da usare per corrompere politici, giudici, forze dell’ordine e funzionari pubblici, non parla nessuno.
È il trionfo di Tartuffe: tutti aspettano che i giudici della Cassazione dicano ciò che tutti sanno benissimo, anche se nessuno osa dire nulla. Oppure delirano, come Letta e Boldrini, che escludono conseguenze sul governo in caso di condanna: come se il pericolo fosse che B. molli il Pd, e non che il Pd resti avvinghiato a un evasore pregiudicato. Viene in mente la storiella raccontata da Montanelli per sbertucciare un’altra ipocrisia italiota, quella dell’intellighenzia “de sinistra” che negli anni 70 negava il terrorismo rosso: “Un gentiluomo austriaco, roso dal sospetto che la moglie lo tradisse, la seguì di nascosto in albergo, la vide dal buco della serratura spogliarsi e coricarsi insieme a un giovanotto. Ma, rimasto al buio perché i due a questo punto spensero la luce, gemette a bassa voce: ‘Non riuscirò dunque mai a liberarmi da questa tormentosa incertezza?’”.

Questo mio commento a seguire è stato incredibilmente eliminato dopo essere rimasto in circolazione per pochi minuti:

Trovo che continuare a disquisire sull'orribile Berluschini sia ormai un insulto all'intelligenza e alla sensibilità.
Al punto attuale l'orrido affarista non è per il paese che una maschera della commedia assai poco artistica della sua decomposizione culturale, etica e sociale. Gli insulti razzisti alla Chienge, il servilismo mondano dei media, l'opportunismo da schiavi salariati e ormai abbondantemente disoccupati di masse di consumatori frustrati perché "c'è la crisi", il loro tifo politico totalmente calcistico e bigotto, voilà l'Italia al tartufo. Sono quelli che continuano a votare da un ventennio l'imbonitore che imita Albanese o i sinistri burocrati di sinistra che assecondano palesemente un avversario considerato credibile senza ridere perché lo votano gli italiani. Se è per questo avevano votato anche Mussolini, poi c'è voluta la resistenza mica Letta. Quelli che partecipano allo spettacolo di una società in stato confusionale vanno messi in condizione di non nuocere. Uscire, cioè, dal parlamentarismo, questa truffa secolare della classe dominante diventata lumpenborghesia per ricostituire un'agorà dove una democrazia reale - quindi diretta e generalizzata - diventi possibile.
Senza una tale rivoluzione culturale che emerge in filigrana a livello mondiale e contro la quale il sistema globale è pronto a riciclare i fascismi vari,continueremo a commentare con la qualità di un Travaglio o con le lunghe lingue leccanti della maggior parte dei media l'avanzare della decomposizione.

Ho dunque inviato questa nota per chiudere il non dialogo tra muti e sordi:

Mi autocensuro per protesta di essere stato cancellato per un commento squisitamente corretto. Non sopporto più quest'ambiente da sacrestia.



Sergio Ghirardi

mercoledì 24 luglio 2013

MOVIMENTI DI TUTTO IL MONDO, UNITEVI!



Traduco da Wikipendia francese, aggiungendo qualche commento qui e là al testo originale, quest’informazione che nella versione italiana di wikipendia è a tutt’oggi stranamente assente.

 

                                                     Sergio Ghirardi

 

Tarō Yamamoto

Tarō Yamamoto è stato un attore (tarento) e ora una figura politca giapponese molto visibile.

 

Molto mediatizzato e beneficiario di una forte popolarità soprattutto presso un pubblico giovane e femminile è diventato una delle principali celebrità del cinema e della televisione tra il 1990 e il 2000.
Scoperto in uno show televisivo a sedici anni (così va lo spettacolo) si è fatto soprattutto conoscere nel ruolo di Kawada in Battle Royale. E’ stato coronato nel 2003 di un Blue Ribbon award, equivalente giapponese dei Cesars francesi per il miglior secondo ruolo in Moon Child.
La sua carriera ha cambiato registro con il suo impegno su temi politici dopo la triplice catastrofe del marzo 2011 (terremoto, tsunami e incidente nucleare di Fukushima) quando ha preso posizione contro l’energia nucleare e più in particolare a favore della protezione dalle radiazioni dei bambini di Fukushina ( dove per gli stupidi e cinici negazionisti pronucleare non è successo nulla e il loro nulla di nullità umane continua a succedere).
Il giovanotto si è espresso in un primo tempo sulla rete e sui siti sociali, riunendo su twitter più di 170000 « followers », diventati 200 000 nel 2013. In qualche settimana è diventato una delle figure di punta delle manifestazioni contro l’atomo
Ha dunque abbandonato la carriera cinematografica e televisiva per presentarsi alle elezioni legislative del dicembre 2012.
Non ha saputo resistere alla tentazione di fondare un nuovo partito Shintō Ima wa hitori? che non è stato riconosciuto come tale perché la legge giapponese per riconoscere un partito come tale pretende l’elezione di almeno cinque parlamentari (ogni democrazia spettacolare ha i suoi inghippi mafiosi per proteggere il funzionamento lobbistico del parlamento, anche per questo si tratta di abrogare il parlamentarismo e non di riformarlo).
Sostenuto dal Partito socialdemocratico, Yamamoto ha ottenuto il secondo risultato tra quattro candidati con 71026 voti (25,2% dei suffragi, vo ricorda niente?), battuto solo dall’uomo del PLD ( destra conservatrice liberale, vi ricorda nulla?) ma davanti al candidato del PDU (Partito democratico del Giappone, centrosinistra socialliberale, che riporta in mente qualche nipote di suo zio, aiutante smacchiatore di giaguari) Yosiko Madoka.
Ripresentatosi di nuovo per il rinnovamento di una metà della Camera dei consiglieri, la Camera alta della Dieta del Giappone, il 21 luglio 2013, rifiuta finalmente ogni investitura dai partiti tradizionali e si appoggia su numerosi volontari reclutati in tutto il Giappone attraverso la rete.
La sua campagna attiva su Internet è centrata su una critica radicale del nucleare ed è eletto a Tokio in quarta posizione con 666654 voti (11,4% dei suffragi espressi).
Dopo la sua vittoria in riferimento al suo movimento di sostegno ha dichiarato: “Adesso non sono più solo!”
E NEPPURE NOI in Chiapas, a Notre Dame des Landes, in Val di Susa, nella Calcide e dappertutto sul pianeta dove l’umanità dell’uomo si ricompatta contro la follia produttivistica.


AUMENTO DEI TERREMOTI NEGLI STATI UNITI PER COLPA DEL GAS DI SCISTO





Michel de Pracontal è un giornalista scientifico che lavora per Mediapart, centro d’informazione francese che ha fatto emergere di recente diversi scandali politici di primo piano degni dell’Italietta postmafiosa (post è solo per giocare a fare moderno). Di recente ha fatto un film che simula un incidente nucleare in Francia.
In questo articolo denuncia la gravità dei rischi ambientali legati allo sfruttamento dei gas di scisto che dal continente americano, via la Polonia e altri domestici del capitale, si prepara a invadere l’Europa.
Vigilanza massima!
Sergio Ghirardi


Negli Stati Uniti, il boom dei gas di scisto è associato a un aumento spettacolare della frequenza dei terremoti in regioni storicamente calme.

Nel momento in cui François Hollande riafferma che la Francia non sfrutterà i gas di scisto, gli Stati Uniti si preoccupano dei loro effetti sull’ambiente. Molteplici rapporti scientifici pubblicati di recente oltre atlantico mettono in evidenza, nelle regioni storicamente calme degli Stati Uniti, un aumento spettacolare della sismicità dovuta allo sfruttamento massiccio degli idrocarburi non convenzionali che in meno di un decennio hanno cambiato i dati energetici nordamericani. Questo sfruttamento è stato reso possibile dalla combinazione di due tecniche, la fratturazione idraulica (vietata in Francia da una legge del 2011) e i foraggi orizzontali.

“Il numero di terremoti è aumentato drammaticamente nel corso degli ultimi anni nel centro e nell’est degli Stati Uniti, scrive William Ellsworth, dell’United States Geological Survey (USGS), organismo di ricerca in geologia, in un articolo pubblicato nella rivista Science del 12 luglio. Più di 3000 fenomeni sismici di magnitudo 3 o più si sono prodotti in tre anni, tra l’inizio del 2010 e la fine del 2012, allorché la media era di 21 avvenimenti per anno tra il 1967 e il 2000.

Secondo gli scienziati, il principale responsabile di questa nuova attività sismica è l’evacuazione in profondità delle acque usate prodotte dalla fratturazione idraulica. Ellsworth menziona quattro terremoti avvenuti nel 2011 che sono stati indotti dall’iniezione di acque usate in pozzi profondi: uno a Youngstown nell’Ohio, di magnitudo 4; il secondo in Arkansas (4,7): il terzo vicino a Snyder nel Texas (4,4) e il quarto nei dintorni di Fashing, anch’esso in Texas, di magnitudo 4,8.

Almeno la metà dei terremoti di magnitudo 4,5 o più che hanno colpito l’interno degli Stati Uniti nel corso dell’ultimo decennio” potrebbero essere stati indotti dall’iniezione profonda di acque usate, secondo un altro articolo pubblicato anch’esso da Science. Il più importante di questi fenomeni sismici associati all’attività industriale è avvenuto nel 2011 vicino alla città di Praga, nell’Oklahoma. Di magnitudo 5,7, è stato avvertito a mille chilometri di distanza facendo due feriti,  rovinando una strada e distruggendo quattordici case.

La geofisica Katie Keranen (università dell’Oklahoma) ha pubblicato uno studio dettagliato sul terremoto di Praga. Si è innescato nei pressi di due pozzi d’iniezione di acque usate, legati allo sfruttamento petrolifero, in una regione storicamente calma dal punto di vista sismico. Bisogna anche sottolineare che il campo petrolifero si trova su una faglia sismica conosciuta. Una prima scossa di magnitudo 4,1 si è prodotta all’inizio del 2010, seguita da repliche fino alla metà del 2011, poi da un sisma sopravvenuto il 5 novembre e infine dal terremoto principale il 6 novembre.

Lo sviluppo di questa sequenza, iniziata soltanto a un chilometro e mezzo dai pozzi, suggerisce prepotentemente che si tratti di un sisma dovuto all’iniezione di acque usate. Certi scienziati emettono però delle riserve perché i due pozzi d’iniezione erano in servizio da 17 anni senza che nessun fenomeno sismico si fosse prodotto in precedenza.

Tuttavia, indipendentemente dal caso particolare di Praga, il quadro d’insieme non lascia adito a dubbi: la sismicità è aumentata negli Stati Uniti, in regioni storicamente poco agitate, in relazione con l’iniezione di acque usate in pozzi profondi. Sottolineamo che il fenomeno non è nuovo. Si sa da decenni che l’attività legata al petrolio e al gas provoca dei terremoti. Prima del 2011, il sisma più importante imputato all’iniezione di acque usate era un avvenimento di magnitido 4,8 avvenuti nel 1967 vicino a Denver, in Colorado.

Le acque iniettate in profondità sono un sottoprodotto della fratturazione idraulica. La tecnica consiste nell’iniettare nel suolo un fluido sotto pressione per creare una rete di fratture intorno al foraggio. Queste fratture aumentano la permeabilità delle rocce e facilitano il recupero degli idrocarburi. Il processo suscita una risalita d’acque usate e inquinanti che bisogna in seguito trattare o evacuare. Di qui l’iniezione in profondità.

Precisiamo che la fratturazione idraulica non è riservata ai soli gas di scisto, per i quali non è stata utilizzata che nel periodo recente. La tecnica è largamente anteriore al boom dei gas di scisto oltre Atlantico. Per più di un mezzo secolo essa  è servita soprattutto a migliorare il rendimento dei vecchi giacimenti di petrolio o di gas.

La fratturazione idraulica produce dei microsismi in generale di magnitudo inferiore a 1, troppo deboli per essere avvertiti. In un piccolo numero di casi recenti sono state avvertite scosse più importanti ma non abbastanza da causare danni. In Pensilvenia dove, dal 2005, sono state effettuate migliaia di fratturazioni idrauliche, soltanto sei scosse sismiche di magnitudo uguale o superiore a 2 sono state misurate.

In Canada, nella provincia della Colombia Britannica, una sequenza inabituale di 21 terremoti di magnitudo 3 o più è cominciata nel 2009 nel bacino del fiume Horn. Un’inchiesta ha concluso che questi effetti sismici erano dovuti all’iniezione di fluidi durante la fratturazione idraulica nei pressi delle faglie preesistenti.

In Gran Bretagna, una serie di piccoli terremoti (massima magnitudo 2,3) è stata registrata in aprile e maggio 2012, durante delle operazioni di fratturazione destinate allo sfruttamento di una riserva di gas di scisto. Il fatto ha portato alla sospensione della fratturazione idraulica nel Regno Unito.

Al di fuori di questi esempi, la fratturazione idraulica non è direttamente responsabile di fenomeni sismici notevoli. I terremoti sono soprattutto causati dall’iniezione di fluidi in profondità. Quest’ultima è una tecnica già anziana, i cui rischi sono stati scoperti da decenni e che non è necessariamente utilizzata in relazione alla fratturazione idraulica.

I terremoti indotti dall’industria sono noti da un mezzo secolo

All’inizio degli anni ’60, un pozzo profondo è stato scavato sul sito della fabbrica militare di Rocky Mountain Arsenal, vicino a Denver, nel Colorado. La fabbrica produceva armi chimiche e i pozzi erano destinati a evacuare dei prodotti tossici. L’iniezione di questi fluidi inquinanti è cominciata all’inizio di marzo 1962. Poco dopo si sono cominciati a registrare dei terremoti nella regione. Tra il 1962 e il 1966, data di cessazione dell’iniezione, sono state registrate tredici scosse di magnitudo 4 o più. Nell’agosto 1967 si è prodotto il terremoto di magnitudo 4,8 menzionato prima.

La sequenza ha fatto l’oggetto di uno studio pubblicato nel 1968 che collegava i sismi all’iniezione in profondità. Nel 1969, l’USGS, precedentemente citata, ha realizzato un’esperienza su scala naturale sil campo petrolifero di Rangely, in Colorado. Dal 1957, la Chevron che sfruttava Rangely, iniettava dell’acqua ad alta pressione nel serbatoio per migliorare la produzione di petrolio. Chevron ha autorizzato l’USGS a modulare la pressione di fluido in una parte del campo petrolifero conosciuto come sismicamente attivo. L’USGS ha potuto dimostrare che nelle zone sismiche, il rischio di terremoto era legato alla pressione del fluido in profondità.

A partire da questa dimostrazione, si può spiegare il meccanismo per il quale l’iniezione in profondità innesca dei fenomeni sismici. L’elemento crucuale è la pressione del fluido nello strato roccioso profondo. Schematicamente, quando il pozzo è situato nei pressi di una faglia, l’iniezione può, aumentando la pressione del fluido, liberare brutalmente delle contrazioni tectoniche accumulate su un lungo periodo. Il che si traduce in una scossa sismica più o meno violenta. Essa non si produce, però, che nel caso che la pressione superi una certa soglia. I geofisici suppongono dunque che in certi casi una faglia possa evolvere per anni verso uno stadio critico senza che si produca una rottura, finché la pressione non abbia ancora raggiunto la soglia critica. Se poi la pressione continua ad aumentare finirà prima o poi per diventare abbastanza forte perché il tappo salti innescando dei fenomeni sismici.

Un meccanismo siffatto permetterebbe di spiegare degli esempi come quello del terremoto di Praga (Oklahoma), nei quali la risposta sismica non si produce se non anni dopo l’inizio delle operazioni d’iniezione: se la pressione iniziale nella zona d’iniezione era abbastanza bassa è possibile che un lungo periodo sia necessario per portare la faglia al suo stadio critico.

Bisogna aggiungere che questo meccanismo può prodursi anche se il pozzo non è situato a prossimità di una faglia: se l’aumento di pressione a livello del pozzo si propaga nello zoccolo roccioso fino a una faglia abbastanza distante, dei terremoti potranno verificarsi. Tuttavia, infine, solo una piccola minoranza dei circa 30.000 pozzi d’evacuazione di acqua utilizzati è legata a un rischio sismico. Nella gran maggioranza dei casi, la perturbazione della pressione resta confinata a una formazione geologica dove non provoca terremoti.

Il che non impedisce che il problema diventi sempre più preoccupante. Infatti, se i terremoti indotti dall’attività umana sono noti da un mezzo secolo, si sono moltiplicati negli Stati Uniti in questi ultimi anni e questa evoluzione è la conseguenza diretta dello sfruttamento massivo dei petroli e gas di scisto.

Come abbiamo visto, la fratturazione idraulica serviva all’inizio per migliorare il rendimento dei giacimenti di gas o di petrolio convenzionali. Dalla fine degli anni ‘90, la fratturazione idraulica è stata associata alla tecnica di foraggio orizzontale, il che ha permesso di sfruttare dei giacimenti non convenzionali di gas e di petrolio nelle formazioni di scisto. Gli Stati Uniti hanno preso questo tornante su grande scala e guidano la corsa: nel 2000 i gas di scisto rapprresentavano il 2% della produzione interna di gas naturale del paese. La proporzione è oggi del 23%: La più grande formazione di scisto del paese, quella di Mrcellus, si trova a cavallo di 4 stati: Pensilvenia, Virginia occidentale, Ohio e New York. Essa fornisce il 10% del gas di scisto.

Per questa sola formazione di Marcellus, la quantità di acque usate derivate dalla fratturazione idraulica si è moltiplicata per sei tra il 2004 e il 2011. Siccome la geologia della Pensilvenia non si presta all’iniezione in profondità, una grande quantita di acqua è trasportata con dei camion in Ohio. Nel 2011, 400.000 metri cubi sono stati così veicolati con i camion sui pozzi di Youngstown. Come abbiamo visto è sempre a Youngstown che si è registrato uno dei principali terremoti associati all’iniezione d’acqua (in effetti, una dozzina di scosse si sono prodotte nella zona, tra marzo e dicembre 2011).

La produzione di gas e petrolio di scisto è oggi quasi interamente concentarta in America del Nord. In conseguenza, l’aumento della sismicità descritta dai geofisici americani non è stata constatata altrove che negli Stati Uniti. Tuttavia gli stessi meccanismi potrebbero prodursi in Europa o in Asia. Si è a conoscenza, del resto, di esempi di sismi indotti da iniezioni di fluido in profondità in altre regioni del mondo. Per esempio in Francia, lo sfruttamento del sito di geotermia profonda di Soultz-sous-Forets, in Alsazia, ha reso necessarie iniezioni massive d’acqua in profondità, effettuate tra il 2000 e il 2005, che hanno provocato centinaia di piccole scosse. A Basilea, in Svizzera, l’iniezione d’acqua ad alta pressione per sviluppare un sistema geotermico ha provocato 4 terremoti di magnitudo 3 nel 2006 e 2007, causando l’abbandono del progetto.

Quali conseguenze può avere l’aumento del rischio sismico sullo sviluppo del gas di scisto? Finora il solo sisma associato all’iniezione profonda che abbia provocato dei danni (limitati) negli Stati Uniti è stato quello di Praga, in Oklahoma. Resta improbabile che un tale sisma provochi dei danni importanti in America del Nord o in Europa del Nord. Non è però lo stesso per altri paesi dove le costruzioni sono meno resistenti. Il sisma di Praga era della stessa magnitudo di un terremoto che nel 1986 ha fatto 1500 morti in Salvador.

La Gran Bretagna ha sospeso la fratturazione idraulica dopo un avvenimento molto meno importante e la Francia l’ha vietata invocando soprattutto il rischio d’inquinamento delle acque sotterranee non il rischio sismico. La polonia ha deciso di lanciarsi nel gas di scisto, ma è ancora allo stadio della prospezione.


Michel de Pracontal, 20 luglio 2013

domenica 21 luglio 2013

Il Popolo ignorante non capisce perché è così importante acquistare gli F35







Il Popolo ignorante non capisce il perché è così importante acquistare vari esemplari del costosissimo jet F35 sebbene le casse pubbliche ne risentiranno in modo terribile a discapito di politiche di welfare sempre più rese necessarie dal crollo del sistema economico in corso.
Ebbene, chiunque si ponga la questione, direbbe che se tagli ci devono essere, sarebbe elementare buon senso eliminare le spese per gli armamenti dato che non abbiamo alcun bisogno di fare la guerra a nessuno ed in ogni caso il nostro esercito non sarebbe in grado neppure di difendere i confini dello Stato se venissimo attaccati da fantomatici paesi stranieri che decidessero di invaderci.
In un’epoca di armamenti nucleari e batteriologici c’è poco da sperare in una difesa fondata su jet obsoleti persino già rivelatisi difettosi.
Eppure, seduti sull’orlo del baratro, nell’attesa del default, noi Italiani, come poco tempo fa i Greci, dobbiamo sottoscrivere i contratti cui ci siamo obbligati per mano dei vari burocrati seduti negli scranni del potere da lunghi anni.
Questi oligarchi di certo non intendono la democrazia come un sistema in cui il popolo (entità astratta) decide … perché anche loro sanno benissimo che il “popolo sovrano” è solo un nuovo nome da dare al potere travestito da democrazia rappresentativa.
Da quando non c’è più il potere assoluto e i monarchi sono passati di moda, infatti ogni abominevole intervento legislativo avviene per volontà di un “Popolo” . 
Peccato che questa entità mai meglio definita e non praticabile da nessun individuo – nota bene - non riesce (e mai potrebbe secondo gli strumenti legislativi in vigore) a definire legittimamente il confine del proprio potere.
Gli individui, che possono accedere di tanto in tanto, se chiamati, alle urne, scelgono tra un partito o l’altro, tra un’oligarchia e l’altra, tra una cricca e una cosca, sempre che ancora abbiano voglia di fare un giretto ai seggi la domenica elettorale.
Ma è davvero importante invece … perché senza spese militari il buon senso direbbe che in effetti non sta in piedi l’idea di avere un esercito, e l’idea di non avere un esercito è meravigliosa (guardate il Costa Rica fa certo molta invidia!) finché non si coglie il fatto ovvio che se si toglie l’esercito a protezione dei confini, anche lo Stato perde di senso e di significato.
Tutta l’economia reale dallo Stato riceve solo diktat e prelievi fiscali senza poterne mai avere il controllo di spesa, lo Stato è diventato il padrone e il padre, eroga sanità, scuola, lavoro, pensioni ma non riesce a salvaguardare i monopoli delle reti di trasporto e di comunicazione, o delle public utilities, perché essendo occupato dalle mafie e dalle cricche cede ciò che vale ai privati per poi portare al bilancio pubblico le perdite (Alitalia, Telecom, Eni e Enel)
In ogni ambito delle attività che tutti svolgiamo è chiaro quale risparmio immenso sarebbe ricondurre tutte queste attività alle sole attività produttive, vedendo tramontare in un attimo tutte quelle oggettivamente inutili e parassitarie come sono anche le spese militari che, come si comprende bene, servono solo a giustificare l’esistenza dello Stato stesso.
I monopoli naturali e l’estrazione di ricchezza dal territorio anziché tornare in forma di investimenti sui beni comuni diventano nuovi debiti a fronte di perdite definitive di proprietà comuni di cui poi pagheremo i canoni di utilizzo ai privati che sono stati in grado di acquistare dal fallimento gli assets di maggior pregio.
I nostri governanti sono dei commissari liquidatori e purtroppo non difendono gli interessi di chi li ha – quasi involontariamente – eletti ad un incarico pubblico, bensì alle varie entità economiche soprattutto multinazionali, che possono rendere espliciti i propri desideri firmando assegni.
Questo è il fatto: comprare i jet F-35 significa pagare per dare ancora fondamento all’ideologia statale né più né meno.
Quindi potrebbe, il popolo, fare due più due e dichiarare sorpassata la forma di Stato del millennio passato (monopolio della violenza per la custodia armata dei confini e l’applicazione delle leggi sul territorio che questi racchiudono) forma a dire il vero nemmeno mai ben riuscita, a favore di un nuovo assetto federale di comunità locali in cui ci si regolasse attraverso la democrazia diretta.
Al che si aprirebbero subito prospettive di auto-governo e di auto-gestione in cui immaginiamo immediate possibilità di cambiare il sistema economico, di piegarlo alle buone idee, alla salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica, ricorrendo di nuovo a tutte le forme mutualistiche – inventate e inaugurate dal Popolo - che lo Stato ha via via nel tempo (in specie negli anni ’30 del secolo scorso) espropriato e sequestrato, come le mutue e come le assicurazioni sociali.
Dobbiamo svegliarci dall’assurdo inganno in cui si vuole far credere che ciò che lo Stato racchiude sia di sua proprietà, è invece vero che tutto ciò che lo Stato ha preso era del popolo e al popolo o meglio ai numerosi individui che lo compongono – deve essere restituito.
Basti pensare all’istituto del matrimonio primaria tra le questioni trattate nei codici: era una tradizione popolare e poi lo Stato e in seguito la Chiesa l’hanno preso e gestito, come se fosse un loro diritto dichiarare qualcuno marito e moglie, ma non è che  se non ce lo dicono loro noi non siamo un nucleo o una coppia!
Altro esempio sono le monete e i titoli di credito: sono nati nella società e lo Stato se n è appropriato.
Lo Stato pretende di dire a noi chi siamo e come dobbiamo vivere, è arrivato il momento che siamo noi a dire se è utile, se deve vivere o se invece possiamo e vogliamo farne a meno e dire basta al dominio burocratico e parassitario ed imparare a fare da soli quello che già è fatto da noi,  e che ora siamo costretti a ricomprare dopo averlo prodotto al prezzo maggiorato dal terrore militare che ci viene imposto.