Quel che succede a Notre Dame
des Landes illustra un conflitto che riguarda il mondo intero.
Mette di fronte
da un lato le potenze finanziarie decise a trasformare in merce le risorse del
vivente e della natura, dall’altro la volontà di vivere che anima milioni di
esseri la cui esistenza è resa sempre più precaria dal totalitarismo del
profitto.
Laddove lo Stato e le multinazionali che lo patrocinano, avevano
giurato d’imporre le loro nocività nel disprezzo delle popolazioni e del loro
ambiente, il potere si è scontrato con una resistenza la cui ostinazione, nel caso
di ND des Landes, lo ha fatto piegare.
La resistenza non ha soltanto dimostrato
che lo Stato, “il più freddo dei mostri freddi”, non era invincibile – come lo
crede nella sua rigidità cadaverica il tecnocrate che lo rappresenta –; essa ha
reso visibile che una nuova vita era possibile, al contrario di tante esistenze
sofferte a causa dell’alienazione del lavoro e dei calcoli di rendimento.
Una società che sperimenta le
ricchezze della solidarietà, dell’immaginazione, della creatività, dell’agricoltura
riconciliata con la natura; una società in via di autosufficienza che ha messo
in funzione panetteria, birreria, orticultura, ovile, caseificio. Che ha
soprattutto reso concreta la gioia di prendere in assemblee autogestite delle
decisioni capaci di migliorare la sorte di ciascuno. Si tratta di
un’esperienza, di un tentativo, con errori e correzioni. Si tratta di un luogo
di vita. Che cosa resta di sentimento umano in chi manda poliziotti e bulldozer
per distruggerlo, per schiacciarlo?
Quale minaccia fa incombere
sullo Stato la terra libera di ND des Landes? Nessuna se non per qualche
meccanismo politico che fa girare la ruota delle grandi fortune economiche.
La
vera minaccia è quella che una società veramente umana fa pesare sulla società
dominante, eminentemente dominata dalla dittatura del denaro, dalla cupidigia,
dal culto della merce e dalla servitù volontaria.
Si tratta di una scommessa sul
mondo che è in gioco a ND des Landes.
O la tristezza astiosa dei rassegnati e
dei loro signori altrettanto pietosi, vincerà per inerzia; o il soffio sempre
rinascente delle nostre aspirazioni umane spazzerà via la barbarie. Qualunque
sia l’esito, noi sappiamo che il partito della vita rinasce sempre dalle sue
ceneri. La coscienza umana si lascia prendere dal sonno ma non si addormenta
mai. Noi siamo risoluti a ricominciare daccapo.
Raoul Vaneigem, Aprile
2018