mercoledì 13 febbraio 2013

Utopia: il tempo di vivere è adesso



All it takes is that one right person to bring life to an art object 

























 L'utopia da vivere nel presente

Ciascuno ha qualcosa di buono e di importante da poter mettere in comune, tutto sta a permettere e progettare che questo accada... nessuno deve rimanere "spento" 
Bisogna creare "occasioni" ...
C'è sia spazio sia tempo per tutto e per tutti se non si ipoteca il futuro ma si coglie quello che nel presente reale possiamo costruire.
Non è di crescita che abbiamo bisogno ma semmai di armonia intelligente per fare quello che ogni massaia fa ogni giorno: mettere insieme il pranzo con la cena per tutta la famiglia.
Se ci liberassimo delle nostre catene ( legge e denaro) rendendoci conto che sono armi a disposizione di pochissimi ben piazzati in partenza, e invece pericoli mortali  per il restante 99% , avremmo chiaro davanti il progetto più ovvio e facile da realizzare : che ciascuno si prenda cura del benessere dell'altro,
coltivando cultura e salute per l'avvenire con la dolce fatica di vivere bene oggi, qui, insieme.
Non ho bisogno di dare dei soldi allo stato per curare un bambino o un anziano: mi basta occuparmi di lui amorevolmente oppure farmi aiutare da amici vicini e parenti.
Siamo noi che produciamo e creiamo la vita dal nostro fare e dalla natura, non abbiamo motivo di pagare una struttura parassitaria per comprare quello che è già nostro per un indiscutibile diritto di base: quello di vivere la nostra vita. 
Liberarci dei colossi economici dell'energia e della finanza prevede che si analizzino e si promuovano nuovi modi di interazione con il mondo
Certi cari amici mi hanno mostrato dei filmati che raccontano di sviluppo di città e di produzione o di distribuzione del tutto nuovi e rivoluzionari in cui si utilizzano tecnologie o formule di ingegneria urbanistica per facilitare la vita in armonia con l'ambiente.
La decrescita non deve dare un'idea di restrizione ma anzi dell'aprire la nostra esperienza di vita a nuovi ritmi di respiro e di relazione mettendo al primo posto la cura di noi stessi e di chi ci "appartiene"... già questo risolverebbe la gran parte dei nostri bisogni, ci sarebbe un dilatarsi del tempo, del buio, del silenzio, del sonno, tutte ricchezze ormai quasi abbandonate
Vivere la prima infanzia dei figli e gli ultimi giorni dei genitori potendo stare con loro e non dovendoli lasciare alle cure di una lavoratrice di un altro continente per correre a lavorare per pagare la macchina, il parrucchiere, lo spicologo, la baby sytter o la colf, i relativi contributi e il commercialista per gestire il tutto!!!!
L'attività lavorativa organizzata di approvvigionamento, costruzione, estrazione e comunicazione/ distribuzione sarebbe svolta da chi ne ha voglia e ne è capace o stia imparando 
Ciascuno farebbe quello che sa fare meglio e più volentieri
Magari la merda si potrebbe spalare a turno ... di quella, ma anche di tutto il resto ce n'è per tutti, basta saper vedere e trovare.
Certo qualcuno perderebbe potere sugli altri ma è proprio da lì che si comincia ad essere liberi e solidali, anziché schiavi e competitivi. 
Il terzo millennio sarà diverso se prenderemo la strada dell'empatia e cioè l'armonia tra le persone,  proprio come Charles Fourier aveva teorizzato: l'armonia che si determina tra le passioni non è dissimile dall'armonia creata dalla gravità tra i corpi celesti allora appena scoperta da Newton...

Fine

A me sembra facile e piacevole come una passeggiata in una serena notte di luna prima di un luminoso giorno di festa