Ecco tradotta la lettera di Nikos Romanos il giovane incarcerato
insieme ad altri cinque suoi compagni per un attacco a una banca, nel 2013, tentato
senza nessuna violenza a persone e in nome di una rivolta popolare
antieconomicista in una Grecia esangue, vampirizzata dai mostri della
finanziarizzazione e dalla Troika che li serve.
Nel dicembre 2008, Nikos aveva visto morire tra le sue braccia il suo compagno
Alexis Grigoropoulos,
di 15 anni come lui, per mano della violenza di una polizia di Stato oggi in
gran parte infiltrata da Alba Dorata, la formazione neonazista che infesta la
Grecia in subbuglio.
Condannato a una pena pesantissima mentre in Grecia, come in Italia,
gli affamatori del popolo gestiscono lo Stato e i Comuni, Nikos è entrato in
sciopero della fame per i suoi diritti di carcerato ignorati da un potere
sadico (vedere i volti tumefatti degli arrestati dopo il tentativo di rapina).
In solidarietà con lui, proprio in questi giorni una parte della
Grecia resiste al Leviatano immondo del capitalismo distruttore rioccupando tra
l’altro quel Politecnico di Atene che fu il simbolo concreto della resistenza
contro i Colonnelli nel 1973, mentre i mass media europei coprono di un
silenzio assordante l’urlo d’insofferenza che sale dal basso della società
esasperata.
Sergio Ghirardi
Gli occhi fissi sull’orizzonte, abbiamo visto quella sera numerose stelle
cadere tracciando i loro percorsi caotici. E noi le abbiamo contate, ancora e
ancora, abbiamo espresso desideri, calcolato le probabilità. Sapevamo che il
nostro desiderio di una vita libera doveva passar sopra tutto quel che ci
opprime, assassina, distrugge e perciò abbiamo fatto un salto nel vuoto,
proprio come le stelle che vediamo cadere.
Da allora un numero incalcolabile di stelle è caduto, chissà se l’ora è
venuta della nostra! Se noi avessimo risposta a tutto non saremmo diventati
quel che ora siamo, ma dei porci egoisti che insegnerebbero alla gente come
diventare dei roditori che si divorano tra loro proprio come lo stanno facendo
adesso.
Almeno noi restiamo
ancora fermi e ostinati come la gente della nostra specie. E tutti quelli tra
noi che per il dolore hanno chiuso gli occhi e viaggiato lontano, restano con
lo sguardo fisso sul cielo notturno che anche noi abbiamo guardato. E ci vedono
cadere, stelle belle e brillanti. Ora tocca a noi. Noi cadiamo ora senza esitare.
Les yeux fixés sur l’horizon, nous avons vu
ce soir-là de nombreuses étoiles tomber en traçant leurs propres chemins
chaotiques. Et nous les avons comptées, encore et encore, fait des vœux,
calculé les chances. Nous savions que notre désir pour une vie libre devait
passer sur tout ce qui nous opprime, assassine, détruit, et c’est pourquoi nous
avons sauté dans le vide, exactement comme les étoiles que nous voyons tomber.
D’innombrables étoiles sont tombées depuis,
l’heure est peut-être venue pour la nôtre, qui sait ? Si nous avions
réponse à tout nous ne serions pas devenus ce que nous sommes, mais des
salopards égoïstes qui apprendraient aux gens comment devenir des rongeurs qui
s’entre-dévorent ainsi qu’ils le font aujourd’hui.
Au moins, nous restons encore fermes et
obstinés tels ceux de notre genre. Et tous ceux d’entre-nous qui, de douleur,
ont fermé leurs yeux et voyagé loin, restent avec le regard fixé sur ce ciel
nocturne que nous avons nous aussi regardé. Et ils nous voient tomber, étoiles
belles et brillantes. Notre tour est venu. Nous tombons maintenant sans
hésiter.