lunedì 27 aprile 2015

PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI




Questo documento sulla barbarie nucleare di cui vi ho tradotto in italiano la presentazione, viene alla luce proprio quando in Francia Areva (sigla del nucleare transalpino che minaccia il continente coi suoi 59 vecchi reattori in funzione) vede il suo progetto di nuovo reattore EPR condannato per difetti di fabbricazione tenuti a lungo meticolosamente nascosti.
L’Italia non è per ora coinvolta direttamente nell’allucinazione nucleare, ma fino a quando? Come tutti gli Stati canaglia (tautologia), essa partecipa allo stesso delirio produttivistico planetario che sta distruggendo società, ambiente e a termine la sopravvivenza stessa della specie. Inoltre le radiazioni non si fermano alle frontiere e la politica energetica europea concerne dunque tutte le popolazioni al di là delle differenze nazionali.
Tra i molti crimini contro l’umanità in atto in nome del business e del bisogno di energia per una società stupidamente produttivista, il nucleare è il più pericoloso e il più subdolo. Le zone da difendere si moltiplicano ovunque e la lotta contro il nichilismo capitalista non fa che cominciare. Speriamo non sia troppo tardi.
Sergio Ghirardi

Chernobyl: Conseguenze della catastrofe sulla popolazione e l’ambiente.
17 aprile 2015
Il volume 1181 degli Annali dell’Accademia delle scienze di New York, intitolato “Chernobyl: conseguenze della catastrofe sulla popolazione e l’ambiente” e redatto dai professori Nesterenko e Yablokov è stato appena pubblicato in francese.
Perché si dovrebbe leggere questo libro?
Sei decenni di disinformazione istituzionale, internazionale e a un livello molto alto ha privato il mondo intero di un’informazione medica e scientifica particolarmente importante sulle conseguenze sanitarie delle attività nucleari industriali e militari.
Questo libro rende disponibili enormi quantità di prove prodotte da studi indipendenti condotti nel mondo intero e nei paesi più colpiti, dati unici e affidabili che sono stati ignorati e continuano a esserlo da parte dell’organizzazione mondiale della salute. Esso fornisce una visione esaustiva delle dimensioni reali della catastrofe di Chernobyl sulla salute e l’ambiente.
Attraverso le prove che si sono accumulate in Giappone dopo il disastro di Fukushima, un numero crescente di cittadini sospetta le autorità, a livello nazionale e internazionale, di non aver detto tutta la verità. I cittadini hanno ragione di non fidarsi, tanto più che gli esperti di salute pubblica sono stati più o meno esclusi, fin dall’inizio dell’era nucleare, dal compito vitale di valutazione degli effetti dell’energia nucleare sulla salute e dalla funzione di stabilire norme e criteri.
A livello internazionale, l’Organizzazione Mondiale della Salute ha abdicato al suo ruolo nel dominio critico delle radiazioni e della salute essendo subordinata all’Agenzia Internazionale dell’Energia Atomica il cui mandato è quello di promuovere l’utilizzo dell’atomo. Nonostante questo enorme conflitto d’interessi, l’AIEA detta la sua politica all’OMS nel dominio delle radiazioni e della salute. I consigli e le direttive (raccomandazioni) sugli effetti sanitari delle attività nucleari escono dall’istituzione nucleare che non ha né mandato, né competenza sulla salute pubblica e che è dominata da fisici e ingegneri del nucleare e da medici radiologi – in altri termini da coloro che utilizzano questa tecnologia.
Il libro su Chernobyl, pubblicato dall’Accademia delle Scienze di New York, è un antidoto potente contro la pseudo scienza dell’istituzione nucleare e la sua lettura è essenziale per chiunque sia alla ricerca di prove affidabili prodotte da fonti indipendenti sugli effetti dell’energia nucleare sulla salute e l’ambiente.
È ugualmente possibile comprare una versione cartacea di questo libro poiché è pubblicato all’unità da Lulu.com in versione francese a un prezzo di 12,75 euri + 1,50 di Iva e 3,99 di spese di spedizione per un totale di 18,24 euri. Per la spedizione per corriere postale bisogna contare da 4 a 7 giorni una volta terminata la stampa.



Il programma di ricerca Chernobyl+Fukushima
Timothy Mousseau
Articolo comparso sotto il titolo: “Anormalità, deformazioni e resilienza: nuova ricerca sulle radiazioni e la vita selvatica a Chernobyl e Fukushima”.
Eccone il riassunto:
In sintesi questi risultati dimostrano chiaramente che queste catastrofi nucleari hanno avuto conseguenze a livello ambientale sugli individui, le popolazioni e gli ecosistemi; si rilevano numerosi esempi di anomalie dello sviluppo e di difformità che contribuiscono probabilmente alla riduzione dell’abbondanza e della biodiversità osservate nelle regioni radioattive di Chernobyl e Fukushima.
Questi risultati si oppongono nettamente all’ottimismo delle affermazioni senza prove avanzate dal Forum di Chernobyl (ONU) e dai membri del Comitato scientifico delle Nazioni Unite sugli effetti delle radiazioni (UNSCEAR). Gli studi dovranno essere continuati per determinare non solo il tempo di adattamento delle popolazioni e delle comunità a questa perturbazione, ma anche per sapere se queste regioni saranno un giorno di nuovo abitabili e nel caso a partire da quando.

le 10 juillet 2014 sur le site Finding the missing link


Traduction française : Odile Girard (Fukushima-is-still-news

Il programma e le sue attività di ricerca
La sede del programma di ricerca Chernobyl+Fukushima (CFRI) si trova all’Università della Carolina del Sud, a Columbia. Le ricerche sono cominciate ufficialmente in Ucraina nel 2000, e a Fukushima nel luglio 2011. Fino a oggi il gruppo ha condotto più di trenta spedizioni di ricerca a Chernobyl e dieci spedizioni a Fukushima.
In entrambi i siti gli incidenti nucleari hanno emesso enormi quantità di elementi radioattivi che sono andati dispersi a causa delle condizioni meteorologiche dominanti a livello del paesaggio. Circa 200 000 km2 a Chernobyl e 15 000 a Fukushima sono stati pesantemente contaminati. I materiali radioattivi non si sono dispersi in modo uniforme e hanno creato un mosaico di micro-habitat “caldi” e “freddi” disseminati su tutta la regione. Questo patchwork radioattivo ci ha dato un’opportunità unica di osservare gli effetti genetici, ecologici e quelli legati all’evoluzione molto in dettaglio e ripetutamente, dunque con un grande rigore scientifico che non sarebbe stato possibile in laboratorio o tramite studi di terreno tradizionali sottomessi spesso agli obblighi di una gamma limitata e assai poco naturale di eterogeneità ambientale. Si tratta di un aspetto importante perché si può presumere che le interazioni tra i fattori ambientali naturali e i contaminanti radioattivi giochino probabilmente un ruolo determinante nelle conseguenze biologiche delle catastrofi in questione. È dunque indispensabile che gli studi sugli effetti delle radiazioni siano condotti in natura e su scala regionale. Gli studi riguardanti le sole popolazioni umane presentano numerose costrizioni che limitano la loro utilità quando si tratta di capire le conseguenze a lungo termine delle radiazioni.
Il programma di ricerca Chernobyl+Fukushima possiede oggi anche la sola équipe che lavora contemporaneamente a Chernobyl e a Fukushima.
Le nostre fonti essenziali di finanziamento sono la Samuel Freeman Charitable Trust, le CNRS (France), la National Science Foundation et la National Geographic Society. Dei finanziamenti supplementari ci sono stati accordati dalla NATO, dalla fondazione per la ricerca civile e lo sviluppo (CRDF),dall’Istituto nazionale della salute (NIH), Qiagen GmbH, dalla Fondation Fulbright, dal Bureau della ricerca e dalla Facoltà di arte e di scienze dell’Università della Carolina del Sud,dall’Accademia di Finlandia e abbiamo anche ricevuto doni da privati.
Oggi il programma ha al suo attivo più di 60 pubblicazioni scientifiche che nella maggior parte datano degli ultimi sette anni (questi documenti sono disponibili sul nostro sito Internet http://cricket.biol.sc.edu <http://cricket.biol.sc.edu/>).
Le nostre ricerche hanno fatto notizia su numerosi giornali e programmi televisivi in particolare sul New York Times, The Economist, Harpers, la BBC, CNN e la News Hour di PBS (vedi il sito Internet per ulteriori dettagli).
Il gruppo di ricerca è stato uno dei primi a utilizzare delle tecnologie ecologiche, genetiche e dosimetriche per chiarire la questione delle conseguenze sanitarie e ambientali causate dall’esposizione a dosi basse di radioattività diventata cronica dopo le catastrofi di Chernobyl e Fukushima. Tali tecnologie includono in particolare dei censimenti ecologici varie volte ripetuti sulle popolazioni naturali di uccelli, mammiferi e insetti al fine di osservare gli effetti sulla longevità e la riproduzione; la sequenza DNA e i testi di geno-tossicità per valutare i danni genetici a corto e lungo termine sugli individui viventi in natura; l’uso di dosimetri miniaturizzati messi su animali selvaggi e le misure di terreno dell’irradiazione del corpo intero tra gli uccelli e i mammiferi per ottenere una valutazione precisa delle dosi di radiazione esterna e interna ricevute dagli animali liberi in natura. Recentemente il gruppo ha ampliato le sue ricerche agli studi epidemiologici e genetici delle popolazioni umane (in particolare i bambini) residenti nelle regioni ucraine toccate da Chernobyl.
Tra i risultati chiave pubblicati nel periodo 2013-14, si conta la scoperta di tumori, di cataratte e dello sperma danneggiato negli uccelli provenienti dalle zone fortemente irradiate di Chernobyl e delle conseguenze sulla biodiversità a Fukushima. Uno dei risultati estremamente interessanti è la scoperta che qualche specie di uccelli ha sviluppato una forma di resistenza agli effetti delle radiazioni cambiando la disposizione degli antiossidanti, benché molti uccelli siano sterili nelle zone fortemente contaminate. Abbiamo anche scoperto di recente degli effetti sullo sviluppo neurologico di alcuni piccoli mammiferi sia a Chernobyl che a Fukushima.
Le due catastrofi differiscono per il tempo trascorso dal loro accadimento e per la quantità e la diversità dei radionuclidi emessi, anche se la fonte predominante di radiazione è il cesio 137 in entrambi i casi.
I punti essenziali rivelati dalla ricerca
Ecco i punti essenziali delle ricerche pubblicate dal programma di ricerca Chernobyl+Fukushima:
- La taglia delle popolazioni e il numero di specie (cioè la biodiversità) di uccelli, mammiferi, insetti e ragni sono nettamente inferiori nelle zone fortemente contaminate di Chernobyl.
- Presso molti uccelli e piccoli mammiferi, la durata di vita e la fertilità sono ridotte nelle zone di forte contaminazione.
- A Fukushima, solo gli uccelli, le farfalle e le cicale hanno registrato un declino significativo durante la prima estate dopo l’incidente a differenza degli altri gruppi che non hanno sofferto di effetti negativi. Si continuano gli sforzi per notare i cambiamenti che potrebbero colpire tali popolazioni col tempo.
-Si osserva una grande variabilità tra le diverse specie per quanto riguarda la loro sensibilità ai radionuclidi. Qualche specie non è affetta e alcune sembrano persino aumentare di numero nelle zone fortemente contaminate a Chernobyl come a Fukushima. Si presume che ciò sia dovuto alla sparizione della concorrenza (quindi maggior quantità di cibo e di spazio ambientale disponibili), alla riduzione del numero di predatori e forse a un adattamento agli effetti delle radiazioni.
- Molte specie mostrano segni di danni genetici in seguito a un’esposizione acuta; le differenze osservate tra Cernobyl e Fukushima suggeriscono che alcune specie potrebbero mostrare le conseguenze di un’accumulazione di mutazioni su diverse generazioni successive.
- Certi individui e specie non mostrano alcuna evidenza di danno genetico collegato all’esposizione alle radiazioni e alcuni di loro mostrano persino dei segni di adattamento evolutivo agli effetti delle radiazioni grazie a un aumento dell’attività antiossidante che può offrire una protezione contro le radiazioni ionizzanti.
- Le specie di uccelli più suscettibili di registrare una riduzione in numero a causa delle radiazioni, sono quelli che hanno storicamente visto un aumento del loro tasso di mutazione per altre ragioni, legate forse alla capacità di raggiustamento del DNA o al declino delle loro difese contro lo stress ossidante.
- Gli effetti deleteri dell’esposizione alle radiazioni osservati presso le popolazioni naturali di Chernobyl includono un aumento del tasso di cataratte, di tumori, di anomalie della crescita, delle deformazioni degli spermatozoi, dei casi di sterilità e di albinismo.
- Anche lo sviluppo neurologico è stato colpito come mostra una riduzione della taglia del cervello presso gli uccelli e i roditori; delle ripercussioni sulle capacità cognitive e sul tasso di sopravvivenza sono state ugualmente dimostrate presso gli uccelli.
- A Fukushima, i primi segni di anomalie dello sviluppo sono stati osservati nel 2013 tra gli uccelli, ma non abbiamo ancora messo in evidenza dei danni genetici importanti tra uccelli e roditori.
- La crescita degli alberi e la decomposizione microbica nel suolo sono state ugualmente rallentate nelle zone fortemente contaminate dalle radiazioni.