Dopo l'intervento del filosofo, saggista e semiologo
di fama internazionale in occasione della consegna della laurea honoris causa
in Comunicazione e Culture dei Media all’Università di Torino, il web si
scatena con cinguettii ironici e taglienti
Contro Umberto Eco, filosofo, semiologo e
saggista di fama internazionale, e la sua frase sui social che “hanno dato diritto di
parola a legioni di imbecilli” si scatena proprio il web, in particolar modo Twitter.
Ci sono cinguettii ironici come quello del profilo fake di Gianni Cuperlo che
scrive: “Occhio perché essere promossi da imbecilli del web a segretari del Pd
è un attimo”. Ironia anche nel tweet di Teladoiolanius che scrive: “Eco
rabbioso come i cocchieri quando cominciò a diffondersi l’uso dell’automobile”.
Tra battute e sorrisi però, ci sono anche tweet di persone un po’ più
arrabbiate con l’autore de “Il nome della rosa”, che, sostiene qualcuno, è un
libro non troppo interessante.
Tutto è iniziato l’11 giugno con la pronuncia della
frase incriminata durante la consegna della laurea honoris causa in
Comunicazione e Culture dei Media all’Università di Torino. Quando
Eco aveva anche aggiunto, sempre in relazione agli “imbecilli” che si esprimono
sui social, che “prima parlavano al bar dopo un bicchiere di vino e ora hanno
lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel”.
Dietro l’attacco c’era anche una riflessione più
specifica su un tema: “Il grande problema della scuola oggi è insegnare ai
ragazzi come filtrare le informazioni di Internet. Anche i professori sono
neofiti di fronte a questo strumento”.
Commento di
Sergio Ghirardi:
Eco è un
intellettuale. E' dunque normale che confonda imbecilli e idioti. I primi
ascoltano da sempre col loro superio analfabeta il bla bla dei filosofi
accademici mentre gli idiotes vanno al mare inquinatissimo ridendo di una
cultura che non si mangia. Edonisti impotenti, consumano la sbobba imposta
perché del consumo son figli come furono figli un tempo (che del resto sta
tornando in auge tramite una regressione demenziale) dell'alienazione
religiosa.
Eco vorrebbe
continuare a godersi il privilegio intellettuale di gestione della cultura
dominante in un mondo globalizzato (globalizzazione significa in realtà
totalitarismo dell'occidente, in nome della rosa capitalista e dello spettacolo
produttivista) che concede ormai a tutti di parlare perché nessuno può più
decidere di niente. La chiamano democrazia perché tutti blaterano manipolati
alla radice del loro essere mentre le dittature tagliano alla fine tutto quello
che spunta dal suolo. E se la democrazia fosse un'altra cosa? Non chiedetelo
agli imbecilli (ma nemmeno agli idiotes). C'è un'umanità sopravvissuta alla
decadenza di un sistema moribondo? Credo di sì, ne sento l'eco dappertutto....