Communiqué des Soulèvements de la
terre, 24 février 2024
Contrariamente
a quanto Emmanuel Macron e la FNSEA vorrebbero far credere, Soulèvements de la
terre è nato con l’obiettivo di lottare per la preservazione di un’agricoltura
contadina, contro l’artificializzazione e l’accaparramento delle terre. Non siamo
contro gli agricoltori, anzi, fin dagli inizi abbiamo lavorato al fianco di
molti di loro, affinché le risorse, il suolo e l’acqua siano tutelati: questa è
la condizione sine qua non perché l’agricoltura sia ancora possibile domani, e
che molte persone possano vivere da contadini. L'Eliseo ha effettivamente cercato
di contattarci in vari modi per invitarci a questo “grande dibattito”[1]. Ecco alcuni chiarimenti sul nostro posizionamento e sulle
ultime 48 ore.
In
due giorni, l'arrivo di Emmanuel Macron al salone dell’agricoltura ha assunto
l'aspetto di una farsa ed è stato accompagnato da una serie di menzogne da
parte dell'esecutivo. In un momento di una fronda agricola senza precedenti,
Macron ha cercato di disinnescare il conflitto servendo di nuovo la zuppa del
“grande dibattito”. Tuttavia, dalla truffa della convenzione di cittadinanza
sul clima al simulacro di trattative sulle pensioni, nessuno accetta più di
svolgere il ruolo di comparsa per legittimare i monologhi presidenziali. L'invito
di Soulèvements de la terre
ha fatto infuriare la FNSEA, la destra e l'estrema destra. Da
parte nostra, inizialmente abbiamo pensato a uno scherzo quando abbiamo saputo
che l’esecutivo stava cercando di contattarci e aveva annunciato alla stampa il
nostro invito. Ovviamente non ci saremmo mai prestati a una tale mascherata che
non ha altro obiettivo se non quello di spegnere la ribellione agricola in
corso. Il nostro posto è nelle lotte di contadine e contadini, nei blocchi
delle piattaforme della grande distribuzione mercantile o nelle occupazioni
delle sedi dell’agroindustria. Abbiamo dibattiti quotidiani, sul terreno, con
gli abitanti e gli agricoltori dei territori.
La
direzione della FNSEA e il governo agiscono di concerto per porre fine al
movimento agricolo e lavorano per arrivare a un’agricoltura senza agricoltori.
Cercano di deviare la rabbia con una serie di misure che andranno solo a
vantaggio dei padroni dell’agroindustria senza risolvere tre questioni
centrali: (1) quella del reddito contadino, della capacità di vivere con
dignità del lavoro della terra; (2) quella di un cambiamento del modello
agricolo per preservare terra e acqua di fronte alla devastazione ecologica;
(3) e infine quella di garantire a tutti l’accesso a un’alimentazione sana e
locale. La legge sull’orientamento agricolo che facilita l’uso dei pesticidi,
generalizzando i mega-bacini a beneficio di una minoranza di agricoltori
esportatori, esonerando l’agroindustria dalle tasse a carico del datore di
lavoro per l’assunzione di lavoratori agricoli, non affronta nessuno di questi
problemi.
La
disperazione agricola, i suicidi e la rabbia sono le conseguenze di una
politica deliberata di distruzione della classe contadina: attraverso la
concorrenza globale e gli accordi di libero scambio e attraverso
l’organizzazione di una dipendenza al complesso agroindustriale che spodesta
gli agricoltori dalla padronanza della loro professione, li indebita
eccessivamente e infeuda la loro attività a profitto della grande distribuzione
e degli industriali dell’agroalimentare.
Soulèvements
de la terre contribuisce a diverse lotte per la difesa
di contadini e contadine. Contrariamente a quanto la propaganda governativa
cerca di far credere, non abbiamo mai “attaccato delle aziende agricole”,
abbiamo preso di mira le infrastrutture del complesso agroindustriale: dei bacini
nelle Deux-Sèvres, una fabbrica della Monsanto a Lione, degli esperimenti
tossici dell’industria orticola di Nantes. Abbiamo ripreso delle terre agli
speculatori e vendemmiato le vigne di Bernard Arnault per sostenere degli
insediamenti contadini. Diverse generazioni contadine partecipano alle nostre
manifestazioni e prendono parte a pieno titolo a Soulèvements de la terre.
Contrariamente
a quanto la FNSEA cerca di far credere, non esiste un mondo agricolo unificato
di cui essa rappresenterebbe gli interessi. Esiste una grande borghesia
agroindustriale, di cui Arnaud Rousseau è il rappresentante, che monopolizza e
concentra i terreni e gli aiuti pubblici. Di fronte, ci sono masse di
lavoratori agricoli precari e di modesti agricoltori e agricoltrici in via di
pauperizzazione. Il governo e la direzione della FNSEA cercano ancora una volta
di mettere gli ambientalisti e gli agricoltori gli uni contro gli altri. Per
noi non è più accettabile che degli agricoltori siano presi in tenaglia tra il
suicidio economico e il suicidio da pesticidi. Siamo convinti che la lotta
sociale dei lavoratori della terra e la lotta ecologica contro la devastazione
in corso siano indissociabili. Lo dimostreremo ancora una volta durante la
stagione d’azione di Soulèvements de la
terre che inizierà questa primavera.
L’agitazione
che regna al salone dell’Agricoltura di Parigi, dimostra che il movimento nato
nel gennaio 2021 non è destinato a estinguersi. Continueremo, come abbiamo
fatto nelle ultime settimane, a sostenere i blocchi e le azioni contro le
multinazionali, come Avril e Lactalis, che traggono profitto sul dorso degli
agricoltori.
Il
nostro primo comunicato stampa sull'attuale movimento agricolo, data del 31
gennaio: https://lessoulevementsdelaterre.org/fr-fr/blog/mouvement-agricole-communique-soulevements
''Les ami•es des Soulèvements de la Terre:
Macron au salon de
l’agriculture : fallait pas l’inviter !
Communiqué des Soulèvements de la
terre, 24 février 2024
Contrairement à ce que voudrait faire croire Emmanuel Macron et la FNSEA,
les Soulèvements de la terre sont nés avec l'objectif de lutter pour la
préservation d'une agriculture paysanne, contre l'artificialisation et
l'accaparement des terres. Nous ne sommes pas contre les agriculteurs, nous
œuvrons au contraire aux côtés d'une grande partie d'entre eux depuis nos
débuts, pour que les ressources, les sols, l'eau soient protégé.es : c'est la condition sine qua non pour
qu'une agriculture soit possible encore demain, et que de nombreuses personnes
puissent vivre de la paysannerie. L'Élysée a bien cherché à nous contacter via
différents biais pour nous inviter à ce "grand débat"[1].
Voici quelques clarifications sur notre positionnement et sur les dernières
48h.
En deux jours, la venue
d’Emmanuel Macron au salon de l’agriculture a pris des airs de farce et s’est
accompagnée d’une somme de mensonges de l’exécutif. A l’heure d’une fronde
agricole inédite, Macron a cherché à désamorcer le conflit en resservant la
soupe du « grand débat ». Mais de l’arnaque de la convention
citoyenne pour le climat au simulacre de négociations pour les retraites, plus
personne n’accepte de faire de la figuration pour légitimer les monologues
présidentiels. L’invitation des Soulèvements de la terre a rendu fous de rage
la FNSEA, la droite et l’extrême droite. De notre côté nous avons d’abord cru à
une blague lorsque nous avons appris que l'exécutif cherchait à nous contacter
et avait annoncé notre invitation à la presse. De toute évidence, nous ne nous
serions jamais livré•es à une telle mascarade qui n’a d’autre objectif que
d’éteindre la rébellion agricole en cours. Notre place est dans les luttes avec
les paysan•nes, dans les blocages des plateformes de la grande distribution ou
les occupations des sièges de l’agro-industrie. Les débats nous les avons au
quotidien, sur le terrain, avec les habitant•es et paysan•nes des territoires.
La direction de la FNSEA et le gouvernement agissent de concert pour mettre
un point final au mouvement agricole et œuvrent à mettre en place une
agriculture sans agriculteurs.ices. Ils cherchent à détourner la colère avec un
train de mesures qui ne profiteront qu’aux patrons de l’agro-business sans résoudre
trois questions centrales : (1) celle du revenu paysan, de la capacité à
vivre dignement du travail de la terre ; (2) celle d’un changement de
modèle agricole pour préserver la terre et l’eau face au ravage
écologique ; (3) et enfin celle de la garantie pour tous.tes d’accéder à
une alimentation saine et locale. La loi d’orientation agricole en facilitant
l’usage des pesticides, en généralisant les méga-bassines au profit d’une
minorité d’agriculteurs exportateurs, en exonérant l’agro-industrie de charges
patronales pour l’embauche d’ouvriers agricoles, ne répond à aucun de ces
enjeux.
Le désarroi agricole, les suicides et la colère sont les conséquences d’une
politique délibérée de destruction de la classe paysanne : par la mise en
concurrence mondiale et les accords libre échange et par l’organisation d’une
dépendance au complexe agro-industriel qui dépossède les agriculteurs.ices de
la maîtrise de leur métier, les surendette et inféode leur activité aux profits
de la grande distribution et des industriels de l’agro-alimentaire.
Nous contribuons avec les Soulèvements de la terre à différents combats
pour la défense des paysan.nes. Contrairement à ce que cherche à faire croire
la propagande du gouvernement, nous n’avons jamais « attaqué de
fermes », nous avons ciblé des infrastructures du complexe
agro-industriel : bassines en Deux-Sèvres, une usine Monsanto à Lyon, des
expérimentations toxiques de l’industrie nantaise du maraîchage. Nous avons
repris des terres aux spéculateurs et vendangé les vignes de Bernard Arnault
pour appuyer des installations paysannes. Plusieurs générations de paysan.nes
se retrouvent dans nos manifestations et prennent pleinement part aux
Soulèvements de la terre.
Contrairement à ce que cherche à faire croire la FNSEA, il n’y a pas un
monde agricole unifié dont elle représenterait les intérêts. Il y a une grande
bourgeoisie agro-industrielle, dont Arnaud Rousseau est le représentant, qui
accapare et concentre les terres et les aides publiques. Et en face, il y a des
masses d’ouvriers agricoles précaires et d’agriculteurs.ices moyens en voie de
paupérisation. Le gouvernement et la direction de la FNSEA cherchent une
nouvelle fois à opposer écologistes et paysan.nes. Pour nous, il n’est plus
question que les paysan.nes continuent à être pris en tenaille entre suicide
économique et suicide aux pesticides. Nous avons la conviction que la lutte
sociale des travailleurs.euses de la terre et la lutte écologique contre le ravage
en cours sont indissociables. Nous le démontrerons une fois de plus lors de la
saison d’action des Soulèvements de la terre qui commence ce printemps.
L’agitation qui règne au salon de l’agriculture démontre que le mouvement
qui a surgi en janvier 2021 n’est pas près de
s’éteindre. Nous continuerons, comme nous l’avons fait ces dernières semaines,
à appuyer les blocages et les actions contre les multinationales, comme Avril
et Lactalis, qui font leur beurre sur le dos des paysan.nes.
Notre premier communiqué sur le mouvement agricole en cours, daté du 31
janvier : https://lessoulevementsdelaterre.org/fr-fr/blog/mouvement-agricole-communique-soulevements
[1] L’Elysée a bien cherché à inviter les Soulèvements de la terre à ce débat.
Le jeudi 22 février, à partir de
18h, un député européen EELV confirme avoir transmis le numéro de téléphone
d’une de nos portes paroles au cabinet de Pascal Canfin (RE), qui était en
charge de faire le lien avec l’Élysée pour nous inviter à ce « grand
débat ». Des membres du cabinet du cabinet Gabriel Attal ont contacté une
responsable politique nationale d’EELV, afin de récupérer un contact chez les
Soulèvements de la terre.