martedì 26 luglio 2011

Il Giappone e la democrazia irreale


La tragedia umana giapponese ha un solo aspetto positivo: essa rende evidente a tutti quelli che vogliono vedere, critici radicali o servitori volontari in crisi, il vero ruolo dello Stato nelle oclocrazie totalitarie che la propaganda capitalistica planetaria continua a chiamare proditoriamente democrazie.

Tutti i governi dei cosiddetti popoli sovrani, nessuno escluso, a dosi variabili come lo sono le diverse situazioni particolari in questione, si occupano comunque di manipolare le masse per adattarle all’unico valore dominante: continuare a inseguire il profitto economico in quanto bene assoluto, facendo credere agli schiavi, salariati e non, e ai loro beceri kapò che ci si occupa di assicurare il loro bene presente e di migliorare il loro futuro.

In realtà, la prima preoccupazione di tutti i potenti è quella di garantirsi il dominio autoritario sui propri odiati sudditi blanditi nei discorsi ufficiali dall’onorificenza di liberi cittadini e puntualmente massacrati dalle polizie non appena provano a praticare davvero la cittadinanza esprimendo i loro dissensi e le proprie voglie - vedi Val di Susa.

Di fronte a una tale vergogna e follia, indignarsi è il minimo, dire basta è un’urgenza che indica la sola soluzione possibile di un problema ormai generale e in costante crescita.

In Giappone la crisi nucleare ha reso evidente quel che in situazioni più normali la demagogia addobba ancora di ipocrita sollecitudine, di razionalità morbosa e di motivazioni lenifianti sul progresso e sui suoi costi, sulla crisi da ridurre pagandone il prezzo inevitabile e sulla pazienza come qualità prioritaria di un cittadino saggio e civile.

Come se non ci fosse scampo a continuare l’orribile viaggio sulla zattera della Medusa!

La rottura tra gli individui reali e i popoli virtuali di Stati corrotti, tra una democrazia reale e la democrazia spettacolare, è definitivamente consumata, ma proditoriamente ignorata dagli ultimi gestori di un potere in decomposizione che proprio per questo è più pericoloso e crudele che mai.

Lo Stato sono LORO e si tratta di ristabilire la priorità di un NOI solidale che opponga le nazioni storiche e le effettive comunità locali agli Stati e alle mafie di un business planetario, senza più confondere gli esseri reali con i soggetti statistici del mondo dell’alienazione economica trionfante.

Il riaffiorare di questo NOI e della sua coscienza farà piazza pulita di tutti gli Stati canaglia in nome di una democrazia reale, locale e planetaria, attenta al benessere vitale degli individui e dei popoli e non a quello stupidamente economico delle società capitaliste.

Questa rivoluzione culturale si farà comunque, con il nostro consenso cosciente o contro la nostra ottusa sottomissione complice di servitori volontari. In un caso sarà una decrescita piacevole verso nuove ricchezze da inventare, nell’altro un incubo senza fine nella guerra di tutti contro tutti.

In Giappone è ormai del tutto visibile quel che comunque affiora dovunque, ma con modi ancora manipolabili dagli esperti in comunicazione che truffano il mondo inchiodandolo a una decadenza foriera di tutti i mali peggiori.

Un mondo umano attende le sue levatrici e i suoi figli risorti. Irradiati di tutti i paesi uniamoci!

Sergio Ghirardi

Qui di seguito la traduzione di un documento esemplare in proposito:

Source Bloc.com : http://www.bloc.com/article/societe/sujets-d-actualite/fukushima-gouvernement-jap-assassine-sa-population-2011-07-25.html#ixzz1TCVeFsu1

In Giappone la collera sale e la verità viene alla luce…

Nella città di Fukushima, come in tutto il resto del Giappone la collera sale… Un numero sempre maggiore di cittadini si riuniscono in associazioni. Inquieti per la salute dei figli, s’informano sulla radioattività, interrogano gli specialisti della contaminazione radioattiva, procedono alle loro misurazioni autonome… Cercano anche di capire tutto quello che il loro governo non dice loro. Quattro mesi dopo l’inizio della catastrofe nucleare, i giapponesi accusano ora il governo di averli sacrificati. Allorché oggi si sa che intere zone sono contaminate dalle particelle radioattive fuoriuscite dalla centrale, il governo rifiuta di aiutare gli abitanti a evacuare. Peggio ancora, i centri di accoglienza temporanea messi in funzione attorno alle città per permettere alle famiglie di mettere al sicuro i figli per qualche giorno rifiutano ora di accoglierli. Hanno ricevuto consegna di chiedere agli abitanti di restare a casa loro (http://mononomikata-kerogg.blogspot.com/2011/07/blog-post_14.html)...

Di fronte al rischio di contaminazione, si minacciano quelli che vogliono evacuare …

A Fukushima, alcuni genitori hanno spedito una petizione che chiede il diritto di evacuare (http://311fukushima.net/?page_id=83&lang=japanese).
Altri interpellano il rappresentante ufficiale del governo incaricato dell’urgenza nucleare, Akira Sato. Il 19 luglio, non hanno esitato a filmare la riunione per mostrare al mondo intero il modo in cui il governo li tratta. Mentre domandano con insistenza se Fukushima sia un luogo sicuro (« safe »), i rappresentanti ufficiali non rispondono ad alcuna delle loro domande. E quando i cittadini domandano se hanno il diritto d’evacuazione, Akira Sato risponde loro che non lo sa e lascia persino planare una minaccia: « siete liberi di evacuare a vostro rischio e pericolo».
I cittadini continuano, tuttavia, a reclamare un aiuto finanziario e logistico, ma i rappresentanti ufficiali si rinchiudono nel silenzio e rifiutano di prelevare i campioni di urina dei bambini della città anche se il governo aveva promesso di procedere a queste analisi. Come sola risposta, Akira Sato e i suoi collaboratori abbandonano la sala senza dir parola.
Il vidéo, con i sottotitoli in inglese mostra il coraggio e la collera degli abitanti di Fukushima. http://www.appealforfukushima.com/en/nvsi/117-japanese-government-killing-its-own-people-in-fukushima.html

Il disprezzo e l’aggressività per imporre il silenzio

Quel che vogliono mostrare attraverso questo video è il modo in cui il governo li tratta. In Giappone, infatti, niente è veramente organizzato per proteggere la popolazione. Eppure la centrale nucleare di Fukushima Daiichi continua a non essere stabilizzata e continuano le emissioni di particelle radioattive nell’aria e nell’acqua. Il 20 luglio, delle particelle di Tellurium 132 sono state rilevate, del resto, nella provincia di Aizu (prefettura di Fukushima. Queste particelle hanno una durata di vita molto corta (3,2 giorni di semivita), segno che la contaminazione continua (http://tetsuro999.blog.eonet.jp/default/2011/07/132-a30d.html), ma il governo giapponese ha deciso di mantenere la sua linea: non c’è pericolo, nessuna misura di protezione o evacuazione è necessaria… Di colpo, quanti osano emettere dei dubbi e affermano la loro collera nel vedere i figli messi deliberatamente in pericolo sono tacciati di isteria. Il governo cerca di marginalizzarli trattandoli da «genitori mostruosi» (http://nuclearhistory.wordpress.com/2011/07/13/the-japanese-human-radiation-experiment-rolls-on/).
Alcuni raccontano oggi come gli asili e le scuole rifiutino ormai i pasti preparati a casa per obbligare i bambini a mangiare i piatti della mensa scolastica, quando è ormai noto che alcuni asili hanno servito della carne di manzo contaminata al cesio (http://ex-skf.blogspot.com/2011/07/240-children-in-3-nursery-schools-in.html)... Gli esperti del governo, come il Dr Shunichi Yamashita, spiegano regolarmente che la gente che sorride non è affetta dalle radiazioni (http://fukushima.over-blog.fr/article-france-et-japon-memes-methodes-mensonge-et-obscurantisme-sur-la-radioactivite-78363664.html). Per dirla tutta, se alcuni bambini svilupperanno il cancro sarà per colpa dello stress dei loro genitori. Un tal metodo è ben conosciuto in Francia, poiché i genitori di Saint-Maur-des-Fossés hanno dovuto subire la stessa argomentazione al momento della contaminazione accidentale del 2010.

Il governo giapponese ha paura di Facebook e di Twitter

È dunque una vera e propria battaglia per l’informazione quella che combatte il governo giapponese. Un rapporto è stato addirittura inviato ai principali organi di informazione (televisione, radio, giornali e siti web) intimando loro espressamente di censurare tutti gli articoli e i commenti non concordi con i comunicati ufficiali (http://www.soumu.go.jp/menu_news/s-news/01kiban08_01000023.html). Il governo consacra di fatto più di 130 milioni di yens per sorvegliare e neutralizzare le «cattive» informazioni (http://www.tokyo-np.co.jp/s/article/2011072390070642.html). È vero che dopo il sisma, lo tsunami e la catastrofe nucleare iniziata l’11 marzo 2011, il Giappone non sa davvero più che cosa fare del suo denaro…Centinaia di migliaia di persone vivono ammucchiate in palestre, intere zone del paese sono da ricostruire, l’economia giapponese è sull’orlo del baratro, l’agricoltura del paese è morta, la contaminazione che cresce potrebbe rendere tutto il paese inabitabile… ma l’importante sembra essere di non parlarne… Oggi l’Agenzia per le Risorse Naturali e l’Energia del Ministero dell’Economia che gestisce la « catastrofe médiatica », ha déciso di attaccarsi in particolare a Facebook e a Twitter. Su Facebook, non si contano più le false pagine d’informazione su Fukushima e i falsi profili, montati visibilmente da elementi progovernativi che diffondono false rilevazioni di radiazioni o che cercano di screditare tutti quelli che rilanciano i dati delle organizzazioni indipendenti. Su Twitter, i giovani giapponesi si stupiscono di vedere improvvisamente scomparire certi messaggi sensibili, oppure di perdere subitamente la possibilità di retweeter…

La risposta del popolo giapponese : collera e coraggio, e restare in piedi …

Anche se la cultura giapponese è caratterizzata dalla discrezione e rende difficile l’espressione dei sentimenti personali di fronte al gruppo, alcuni giapponesi non hanno esitato a sollevarsi per proteggere i figli. I genitori della rete di Fukushima (http://kofdomofukushima.at.webry.info/) e quelli della rete nazionale sono esemplari in proposito (http://kodomozenkoku.com/).
Oggi numerosi uomini e donne testimoniano anche a viso scoperto. Esprimono la loro angoscia riguardo ai figli e il dolore di essere stati a tal punto traditi.
«Siamo della merda giapponese: ci chiedono di consumare latte, verdura e riso contaminati in appoggio ai contadini» dichiara un’ottantenne giapponese sul muro Facebook dell’Appello per Fukushima (http://www.appealforfukushima.com/fr/). E ora che i giapponesi hanno preso la misura del loro coraggio, non cessano di moltiplicare le azioni per far piegare il governo e la lobby nucleare. Una petizione che reclama il divieto di utilizzare del fango d’epurazione contaminato come fertilizzante, ha già ricevuto più di 1,23 milioni di firme (http://www.shomei.tv/project-1785.html). Una denuncia penale è stata persino sporta dal celebre giornalista Takashi Hirose e dallo scrittore Shojiro Akashi, contro i dirigenti di Tepco e i principali responsabili politici in carica della catastrofe nucleare. Mentre i 2/3 dei giapponesi si dichiarano ostili all’energia nucleare, la giustizia del paese saprà mostrarsi indipendente? Una questione è stata sollevata da un francese: perché la Francia non fa evacuare i suoi cittadini (http://www.republicain-lorrain.fr/actualite/2011/03/16/evacuations-du-japon-le-sos-d-un-lorrain) ? Per informazione, 11.000 russi sono già stati evacuati (http://fr.rian.ru/world/20110311/188826099.html)...

Lo sapevate ?

Le informazioni contenute in quest’articolo sono state raccolte grazie alle ricerche del gruppo Facebook Fukushima Informations (http://www.facebook.com/groups/Fukushima.informations).
Se volete sostenere le azioni in corso, potete firmare la petizione dei genitori per l’evacuazione dei bimbi di Fukushima (http://311fukushima.net/?page_id=83&lang=japanese) o la petizione del Partito ecologista giapponese « Protéggere i bambini di Fukushima (http://fukushima.greenaction-japan.com/2011/07/01/petition-02-protect-the-children-of-fukushima/#more-76).
Potete anche firmare la petizione di sostegno internazionale: Appello per Fukushima (http://www.appeldefukushima.com/fr/).