sabato 21 giugno 2014

Le grandi navi a Venezia









Oggi si richiederebbe di limitare, in base alla stazza, il passaggio delle navi attraverso la città di Venezia: oppure di escluderlo del tutto. 
Le compagnie perdendo la toccata veneziana, fatalmente perderebbero interesse a far partire le crociere dall’Alto Adriatico.
La città ne trarrebbe a sua volta degli svantaggi commerciali, perlomeno per ciò che concerne le provveditorie marittime e la compagnia di rimorchiatori che, nella crisi nera dello scalo veneziano, sopravvivono quasi solo grazie alle navi da crociera.
Il problema delle grandi navi nel Bacino di San Marco  è sorto negli ultimi due decenni  eppure grandi navi passano dalla laguna da sempre e un tempo non solo non venivano contrastate ma, anzi,  me lo ricordo bene, il loro passaggio era percepito come una festa e come una presenza rassicurante
Costa Concordia

Come mai?
Probabilmente, le ragioni si riassumono così:
da un lato la fiducia nella perizia di chi le conduce, comandante, pilota, rimorchiatori, si è di molto ridotta.  Perché effettivamente  la professionalità di questi soggetti è in crisi ma più in generale perché si è affievolita moltissimo la fede tanto nelle autorità quanto negli specialisti. 
L’idea che ai posti di comando è più che probabile sia arrivato un cretino, o perché raccomandato o perché gli altri concorrenti erano ancor più cretini di lui, è perfettamente accettabile per chiunque, e non solo – come accadeva un tempo- per chi coltivava un animo insubordinato.
 
Per conseguenza, l’idea che un transatlantico speroni il Palazzo Ducale appare oggi molto meno inverosimile che in passato

Cristoforo Colombo e Saturnia
 La seconda ragione è che le navi di oggi sono molto, ma molto, più grandi di quelle che venivano un tempo considerate "grandi navi" (Conte di Savoia, Saturnia, Raffaello, Cristoforo Colombo….). 
E, aspetto che conta moltissimo, sono infinitamente più brutte. 
Questo non occorre argomentarlo: basta guardare la foto che accompagna il volantino nel post precedente: a fare sfondo a calli e canali, uno scorge passare una veduta di Tor Bella Monaca o di Secondigliano. Piani e piani di alloggetti monofamilari con balconcino monofamiliare per vacanze monofamiliari ambìte da vedovi e celibi...

E le navi sono divenute così grandi, per la concomitanza della spinta capitalistica all’economia di scala e dell’alleggerimento dei materiali causato dall’introduzione massiccia delle leghe leggere e della plastica al posto dell’acciaio e del legno. 
A parità di dislocamento, oggi è possibile dotare una nave di un numero triplo di ponti; ugualmente l’abbandono del servizio celere postale in favore delle crociere senza meta ha ridotto le necessità di disporre di macchine potenti e di riserve importanti di nafta.
Naturalmente anche in presenza di falle modeste, il bastimento si ingavonerà senza scampo, come abbiamo potuto verificare tutti al Giglio, ma navi del genere riescono a ottenere comunque la certificazione, grazie agli intrallazzi delle compagnie armatrici

Paolo Ranieri