Per fare la maionese occorre l’arte sapiente che
tiene conto della chimica e della fisica di un’emulsione.
Non sono i singoli ingredienti infatti, i colpevoli
del disastro di una maionese impazzita, ovvero
gli eroi del miracolo di una salsa ben riuscita, bensì la giusta dose al
momento giusto di molti fattori, non ultimo quello di decidere il quando e il
cosa.
Abbiamo quindi buone uova, olio genuino q.b., una
frusta adeguata e un braccio vigoroso, una fiducia sufficiente nelle nostre
capacità … possiamo, dobbiamo riuscire!
Eppure a volte qualcosa non va, l’acqua torna a
mettersi da un lato e l’olio dall’altro, tutto si raggruma e intristisce,
possiamo e vogliamo buttare via tutto quel ben di dio sapendo che non ci sarà
nulla a salvarci.
Alcuni dicono che sia sufficiente avere più fede e
aggiungere più acqua e più vigore del braccio, ma se questo non dovesse avere
successo, pare sia meglio ripartire da zero, da un nuovo ingrediente di base,
un nuovo tuorlo, e ricominciare ad utilizzare il composto grumoso come olio
della nuova preparazione.
Fuor di metafora, Grillo ha parlato di rivoluzione, in
molti ci abbiamo messo il vigore delle nostre braccia e l’ingrediente della
nostra natura ribelle che il blog voleva convogliare in un’azione a tenaglia,
dalla Rete alle istituzioni e di nuovo alla Rete per restituire ai cittadini il
potere su se stessi, ognuno libero e uguale, tutti uniti per produrre una
maionese gonfia e perfetta, una massa critica destinata a far esplodere le
contraddizioni, a uscire dal vaso, a dare finalmente un’idea della cornucopia
dell’abbondanza derivante dalla solidarietà dopo una carestia di egoismi e
falsità, da parte di un sistema disonesto, fatto di grumi di interessi separati.
Ma qualcosa non ha funzionato a dovere e quindi
adesso vorrebbe farci mangiare la maionese impazzita (l’alleanza con i neonazi e i nuclearisti
europei dicendo che hanno il merito di essere “socialmente conservatori” (!!!!)
, il “dialogo” con il governo e la maggioranza di banditi che lo sostiene per
la “riforma elettorale”) dicendoci che è buonissima, che è ciò che avevamo
voluto, che il nostro scopo è durare, accettare di svolgere un “lavoro”
legislativo al tavolo con gli “altri” .
Insomma si archivia la rivoluzione come se nulla
fosse, senza nemmeno farlo sapere alla “massa” (1)
Per carità ripartiamo da un nuovo tuorlo senza
paura.
Gli ingredienti sono sempre gli stessi, bisogna solo
usarli bene!
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(1) Come Elias
Canetti ci racconta nel suo meraviglioso “Massa e Potere” , la “muta del
lamento” - che è la cellula da cui, quando si addensa, esplode la massa rivoluzionaria - si trasforma volutamente in “massa tiepida” - proprio per potere durare indefinitamente - e
ne nasce un partito o una religione, un’ideologia
in grado di dare un senso al “lamento”
senza che questo sia speso in un massa infuocata che divampando si auto-consumerebbe
fino ad estinguersi.