domenica 20 ottobre 2013

la democrazia diretta è una democrazia della qualità




Questo è l'intervento che ho letto oggi all'assemblea dei simpatizzanti M5S:

Ho preparato un testo per questo incontro di oggi con voi poiché ci sono tante cose che vorrei dirvi e si rischia sempre di avere troppo poco tempo
Questa avventura che condividiamo da oltre quattro anni ci trova tutti un po’ in difficolta' in questo periodo soprattutto a causa di alcuni punti da chiarire a noi stessi se intendiamo ripristinare una effettiva unità di intenti.
Fin dalla nascita del M5S sono emerse almeno due diverse impostazioni: quella che deriva direttamente dal Non-statuto, ovvero un’impostazione fondata sul METODO (un sistema orizzontale e non gerarchico di decisione) che lascia molto aperto il MERITO (o programma politico) e l’altra esattamente opposta che postula la prevalenza del MERITO ipotizzando la nascita di una identità unica e di pensiero per questa forza politica.
Credo che la seconda impostazione rechi con sé un’implicita auto-condanna del M5S a divenire, entro poco tempo, il principale nemico di se stesso, ovvero un altro ennesimo partito in cui ci si unisce per dare forza al movimento stesso, perdendone il controllo come strumento per la partecipazione di ciascuno alla costruzione del comune disegno di libertà. Non è possibile infatti mantenere un punto di vista indipendente se si deve mettere al primo posto il successo elettorale del movimento invece che il suo ruolo “destituente” e rivoluzionario.
Nel caso si voglia ribadire il sistema del METODO dobbiamo fare i conti con la difficoltà di convocare e far funzionare le assemblee di auto-governo, nella classica idea di democrazia diretta e di condivisione di ogni decisione ci riguardi, avendo chiaro che il problema principale è sempre quello di impedire che ALTRI decidano in nostro nome “i fatti nostri”.
Per Movimento destituente s’intende una forza che si propone =di destabilizzare le istituzioni e non gia' di impadronirsene tout-court.
Primo lavoro: PRENDERE IL POTERE DI CIASCUNO DI NOI SU DI SE’=ovvero definire l’area dei “fatti nostri” e stabilire come possiamo organizzarci per impedire che si decida uno qualsiasi di questi “fatti nostri” senza di NOI, dobbiamo quindi fondare la nostra SOVRANITA’.
Secondo lavoro: strettamente connesso al primo: DECIDERE CHI SIAMO NOI, cioè individuare la geografia degli aderenti al progetto di costruzione delle COMUNITA’ REALI cui ciascuno appartiene e stabilire il criterio di convocazione delle assemblee sovrane, qui si tratta di decidere il PERIMETRO della nostra autonomia di azione.
Terzo lavoro: individuare gli ostacoli che impediscono alla nostra sovranità di esplicarsi e agire liberamente e responsabilmente, quindi disconoscere le Istituzioni che esistono allo scopo di TENERCI SEPARATI DAI FATTI NOSTRI arrogandosi il diritto di decidere per noi.
Tutto questo discorso dovrebbe portarsi all’origine di questo impegno per verificare se e quando, nella frequentazione dei “luoghi del potere separato” abbiamo confuso magari i mezzi con il fine, rinunciando così a qualcosa di straordinario in cambio di un piatto di lenticchie (qualche miglioria a margine delle decisioni imposte dal Potere)
Ho sentito molti cascare nella trappola della fretta di governare, dichiarando addirittura che il M5S non ha fatto nulla o non sarà in grado di fare nulla se non arriva a governare con il 51%
Però non è questo che possiamo proporci se non vogliamo semplicemente sostituirci ai nostri oppressori rilevandone il ruolo tanto (giustamente) criticato.
Dobbiamo invece fondare un nuovo METODO di partecipazione alla vita pubblica che non metta l’accento e l’attenzione sulla qualità dei singoli come potenziali specialisti pro tempore della vita pubblica, ma invece sulla possibilità di CHIUNQUE di partecipare alla Politica della Comunità. E sappiamo quanto quest’ultima sia stata disintegrata e sia difficile se non impossibile anche solo da individuare
Però pur non avendo più un'unica Comunità di appartenenza, possiamo forse individuarne tante, frazionate e disperse, ma effettivamente esistenti e cui davvero vorremmo portare una nuova linfa… se siamo genitori ci sono le scuole, le mense, le cure e i trasporti, ma siamo anche abitanti che tutti vorremmo difendere il territorio e farne un uso più ricco e utile sottraendolo alla speculazione e alle mafie; forse abbiamo un lavoro che rischia di non poter procedere a causa della burocrazia o del credit crunch; o invece siamo impigliati nelle maglie della giustizia ingiusta e inefficiente; ci sono infinite cause che ognuno conosce e potrebbe aiutare … tutti desideriamo promuovere tante idee che non hanno possibilità se non vengono espresse e ragionate assieme. Una cosa da tenere ben presente: il metodo del consenso si ottiene ragionando insieme e trovando una via condivisa, non certo mettendo ai voti qualcosa da imporre alla “minoranza”.
Se non critichiamo radicalmente la superstizione del voto a maggioranza, ci scontreremo col fatto che la democrazia diretta cui aspiriamo, è una democrazia fondata sul consenso dei singoli, uno per uno, e non sulla prevalenza di una massa maggioritaria. E’ una democrazia della qualità, e come tale agli antipodi della rozza democrazia quantitativa che si esprime con la conta aritmetica dei voti.
A questa assemblea ritengo infine di proporre questa domanda: siamo ancora davvero uniti dal non-statuto e riconosciamo come nostra ancora una volta la missione che recita l’art. 4:
"essere testimone della possibilità di realizzare un efficiente ed efficace scambio di opinioni e confronto democratico al di fuori di legami associativi e partitici e senza la mediazione di organismi direttivi o rappresentativi, riconoscendo alla totalità degli utenti della Rete il ruolo di governo ed indirizzo normalmente attribuito a pochi"
Se questo è il nostro scopo comune, credo che possiamo fare ancora moltissima strada al di fuori delle Istituzioni che nel frattempo possiamo mettere sotto i riflettori per evidenziare la distanza abissale che c’è tra la loro impotenza cronica e la nostra effettiva capacità di essere cittadini liberi e sovrani