Guglielmo Manenti, il clandestino, maggio 2013
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Elezioni europee 2014: una
campagna scadente
Davvero
pessima questa campagna elettorale, in cui il tema europeo viene evocato
soltanto per qualche spurgo di terrorismo verbale, mentre le mosse prevalenti
sono compiute solo ed esclusivamente per gli effetti di politica interna
indotti. Nella più sublime indifferenza al fatto che dagli esiti della
consultazione scaturiranno gli organigrammi di quella istituzione
sopranazionale che ormai sovrintende buona parte delle decisioni riguardanti la
vita di tutti noi.
Ma tant’è,
siamo un Paese provinciale e ci premuriamo di “farci riconoscere” anche
stavolta. Con una classe dirigente in cui gli attori di classe sono del tutto
assenti.
Il nostro
premier Matteo Renzi, l’illusionista venuto da Rignano sull’Arno, cerca
nelle urne di maggio quel successo che consolidi la sua presa sul PD e per
questo non lesina spottoni e paghette; anche perché consapevole che in caso di
esiti insoddisfacenti verrebbero subito allo scoperto tutti gli oppositori
interni, per ora acquattati nei cespugli. Poco importa che quanto promette abbia
o meno i crismi della verosimiglianza: l’importante è che l’effetto ipnotico
duri sino al 25 del prossimo mese. Come parrebbe stia avvenendo, in un corpo
elettorale sfiancato da decenni di politica pagliaccesca e da alcuni anni di
inarrestabili impoverimenti materiali. Situazione cui la cura renziana non è in
grado di apportare il benché minimo miglioramento. Ma la cosa lascia del tutto
indifferente il Renzi stesso, interessato esclusivamente alla propria
(irresistibile?) carriera. Come se quello che accadrà al risveglio degli
italiani dall’ubriacatura di tosco-ballismo non lo riguardasse.
L’unica cosa
che lo interessa, oltre al successo personale, è la tenuta
dell’alleato-ombra Silvio Berlusconi; il quale dovrebbe costituire l’altro
polo nello schema bipolare tracciato dal “Progetto Italicum” (il restyling del
Porcellum), ma che ora rischia di essere doppiato dai Cinquestelle.
Intanto,
grazie alla
farsa della visitina settimanale al cronicario di Cesano Boscone (roba da Dame della San Vincenzo),
il “Cavaliere sbalzato di sella” ha riacquistato la piena agibilità politica.
A conferma che la politicizzazione della magistratura non era una fanfaluca.
Soltanto ha giocato nel senso contrario a quello indicato nelle geremiadi del
vittimismo di Forza Italia. Infatti i magistrati hanno salvato il leader della
Destra come un Massimo d’Alema bicameralista, dimostrando una sensibilità alla
tutela del quadro politico vigente che neppure un Napolitano…
Mentre
continua a reggere l’asse-vergogna Renzi-Berlusconi, si aprirebbero
praterie per una critica improntata al rigore e ai principi repubblicani.
Ma lo speaker del terzo polo – Beppe Grillo – non sembra in grado di evolvere
dal cliché rissoso da osteria, sicché smarrona con la
cialtronata su Primo Levi e “l’Italia come Auschwitz”: un segnale ai propri parlamentari
autorizzativo di qualunque sparata pur di vellicare i bassi istinti più beceri
per tradurli in voti e – al tempo stesso – una sconfortante conferma che –
mantenendosi a questo livello – l‘eventuale ricambio pentastellare non
garantirebbe la liberazione dai vizi di irresponsabilità e guitteria
cronicizzati nella Seconda Repubblica.
Alcuni –
come il sottoscritto – voteranno per disperazione “L’Altra Sinistra” intestata
ad Alexis Tsipras; cui due miei giovani amici – Matteo Pucciarelli e
Giacomo Russo Spena – hanno dedicato una brillante biografia (“Tsipras chi?”,
edizioni Alegre).
Dal
volumetto emerge la figura di un leader di levatura superiore, quale non si
trova riscontro nell’attuale Italia dei saltimbanchi. Molti dei suoi candidati
– Moni Ovadia in testa – sono tra le persone migliori che si potrebbe votare.
Purtroppo i retaggi delle sue frequentazioni giovanili lo hanno portato a dare
spazio a un bel po’ di sopravvissuti dei mille naufragi di una Sinistra che si
voleva antagonista ma era solo narcisista e col birignao (qualche volta pure
maneggiona). Sicché – a conferma di quanto già scritto altre volte in questo
blog – il rischio di una seconda “lista Ingoia” appare più che realistico. Come
nella Bibbia: “sentinella, a che punto è la notte?” E la sentinella risponde:
“passate un’altra volta”.
Queste
elezioni sono destinate a essere l’ennesima occasione mancata?
Commento
di Sergio Ghirardi:
In un solo articolo
tutta la confusione e l'impotenza politica degli italiani. Contro geremiadi sul
pagliaccio Renzi alleato con il suo maestro in pensione poi la genuflessione
dinanzi alla Shoa sacralizzata.
Una volta per tutte
contro negazionisti e devoti: La tragedia degli ebrei è una mostruosità
fascista e nessun essere umano potrà mai cancellarla come cordoglio e come
monito dell'inumanità e della banalità del male. Non basta rispettarla, bisogna
soprattutto evitare che si riproduca ma non solo per gli ebrei. E' stata
infatti preceduta e seguita da altri "olocausti" (il termine è
improprio perché "la soluzione finale" non ha nulla di divino. E' il
prodotto dell'inumanità dell'homo
economicus e del Leviatano ben terrestre che lo dirige) che non hanno
niente di biblico ma tutto del totalitarismo e dello schiavismo dell'uomo
economizzato e reso hitlerianamente e massivamente pazzo.
Che il lavoro renda
liberi è la palla mostruosa su cui si fonda tutta una civiltà schiavista di cui
il nazismo è la denuncia storica oggettiva. I vincitori del 45 erano complici
degli sconfitti e il fascismo è camaleontico ma sempre e comunque una peste
emozionale. Per finire che si fa? Ma si vota Tsipras, cioè la continuità oltre
lo spettacolo della differenza. A sinistra, politicamente e "correttamente", come
ogni spettatore consumatore che (non) si rispetti.
Via dalla pazza
folla, fino all'autogestione generalizzata della vita quotidiana come dicevamo
già mezzo secolo fa contro i burocrati pseudo movimentisti che hanno fatto
carriera su una radicalità di paccottiglia.