domenica 22 gennaio 2017

la Rete e la Massa





“È buio perché ti stai sforzando troppo. […] Con leggerezza, bimba, con leggerezza. Impara a fare ogni cosa con leggerezza. […] Sì, usa la leggerezza nel sentire, anche quando il sentire è profondo. Con leggerezza lascia che le cose accadano, e con leggerezza affrontale. […] Dunque getta via il tuo bagaglio e procedi. Sei circondata ovunque da sabbie mobili, che ti risucchiano i piedi, che cercano di risucchiarti nella paura, nell’autocommiserazione e nella disperazione. Ecco perché devi camminare con tale leggerezza. Con leggerezza, tesoro mio.”
Aldous Huxley




come il sogno di ciascuno può venire distrutto dal successo di massa
Essere diventati MOLTI ha impedito di essere TUTTI

L'obbiettivo era distruggere il sistema dei partiti, ovvero della divisione della collettività in PARTI separate e come tali destinate ad impedire che la collettività stessa fosse composta da TUTTI, tutti chiamati a confrontarsi l'un l'altro e ad agire di conseguenza. 

Avendo ottenuto di diventare MOLTI, anzi moltissimi, allo stesso tempo ci si è ridotti a diventare una PARTE e così si è persa la possibilità di diventare TUTTI. 

Perché quando si vuole il potere di una maggioranza da imporre, non si potrà mai avere l'armonia del discorso pubblico e la costruzione di una democrazia reale in cui sia prevista la fattiva partecipazione non solo alle decisioni ma anche alla loro realizzazione e soprattutto alla discussione di ogni questione, ciò che rende possibile una vera compresenza pubblica degli individui nel riconoscimento reciproco.

La massa infatti non è la rete, è la sua negazione piuttosto. 
La rete è un collegamento di singoli individui che si rafforzano a vicenda costruendo e salvaguardando lo spazio libero tra loro, curando ciascuno i propri interessi e mettendo a disposizione ciò che via via si rendesse necessario senza pesarsi addosso l’uno all’altro. Più è forte il singolo segmento più la rete è robusta; più spazio c'è tra gli snodi della rete più possibilità ci sono per tutti di riempirli e farli vivere e moltiplicare.

La comunicazione tra i singoli segmenti risulta possibile ma non obbligata:  ci si può connettere e ci si può disconnettere dalla rete.

Al contrario la massa tende a radunare, attrarre, aggrumare, a schiacciare l’uno contro l’altro, eliminando lo spazio intermedio. 

Lo spazio vuoto e libero ne risulta invaso, conteso dai numerosi corpi che vi si accalcano. 

I messaggi arrivano in un unico punto, occupando anche l’attenzione di tutti nello stesso momento, inevitabilmente.

La grande massa si autoalimenta e si compiace di aumentare di peso, di quantità, senza la necessità di dimostrare alcun valore a livello dei singoli individui che la componegono.

Si produce un “noi” alquanto improbabile nella sostanza, ma misurabile in quanto conforme alle previsioni normative che prevedono il conteggio quantitativo dei voti e non certo la qualità di azione che essi comporterebbero in un diverso scenario istituzionale.

Ovviamente per coerenza e per inerzia questo comporta di percorrere tutta la consueta deriva che porta dalle urne alle poltrone e conduce  poi spesso a dover lamentare l’incapacità o addirittura l’impossibilità di scegliere tra questi componenti del corpaccione ammassato, chi dovrebbe rappresentarlo con professionalità (!) nelle stanze dei bottoni. 

Perciò occorre prendere atto di questa sconfitta che nasce da un "successo", da una valanga di voti. 
Perché si è vinto sul tavolo e con le regole del nemico decretando l'archiviazione del progetto destituente che voleva inaugurare un nuovo paradigma di autogoverno della Rete, e di comunicazione orizzontale per la costruzione di una nuova libertà che avrebbe riportato nelle mani di ciascuno il potere sulla propria vita.

Una sconfitta dovuta al fatto di non aver fermato questa ricerca del successo di massa, a discapito della crescita personale dei singoli e della loro partecipazione immediata e diretta, ricevendo in cambio il premio che le urne attribuiscono in via quantitativa consegnando a pochi “eletti” l’onere di spingere la massa nella direzione che risulti  "la migliore" dal punto di vista del governo e non certo dei governati inneggianti o incazzati e delusi che siano.
Una massa  che pur nella propria triste passività e mancanza di creatività, non è affatto priva di un potere maligno e devastante, esattamente come una valanga che può distruggere ogni cosa precipitando con tutto il suo peso.