In seguito all’importanza
della riflessione di Bookchin, avevo stabilito un contatto con Chiah Heller
qualche anno fa cui la femminista americana non ha dato seguito.
Questo suo testo del
1997, riproposto oggi in Francia dagli adepti dell’Ecologia sociale mi è sembrato
confortare una lettura radicale e dialettica della questione sociale nel senso,
secondo me necessario, della scoperta di una coscienza di specie inclusiva di
tutte le differenze e superamento della coscienza di classe sconfitta dal
trionfo del consumismo, senza peraltro eludere la centralità della lotta delle
donne né mascherare le conflittualità di alcun genere!
Ne ho rilevato alcuni
passaggi che mi sono parsi particolarmente interessanti e che ho tradotto in
italiano, mettendo, però, a disposizione il testo completo nella sua versione
francese.
Sergio Ghirardi
Sauvageon
Verso
un ecofemminismo radicale
Il fatto che la società occidentale
patri centrica enfatizzi la razionalità non significa che le donne debbano
rifiutare puramente e semplicemente la qualità propria che distingue gli esseri
umani dal resto della natura. Il riconoscimento della nostra unità, o principio
comune, con la parte maschile della natura umana ci permette di riconoscere e
celebrare ciò che ci è stato negato per secoli: la nostra potenzialità,
storicamente senza precedenti, di una riflessione critica e consapevole tanto
necessaria per sviluppare un’etica eco-femminista obiettiva.
Chiah Heller, Silence n° 220-221 –
Estate 1997, pagina 54.
Una rivoluzione eco-femminista
radicale inizia con il passaggio dalla logica binaria alla eco-logica. (pag.
56)
Gerarchia, patriarcato,
centralizzazione del potere, capitalismo sono riusciti a esaurire il mito della
trascendenza. In quanto eco-femministe radicali, noi sappiamo che non possiamo
più godere del lusso di pensare in modo semplicistico. (pag.56)
Il pensiero e l’intelligenza non sono
bloccati in un genere o in una razza, né si conformano a dei principi femminili
o maschili. Lo spirito rappresenta, piuttosto, il flusso di potenzialità che
esiste naturalmente all'interno della trama stessa della vita. Quando
attribuiamo un genere, un colore o uno statuto ai nostri dei e dee, stiamo
commettendo un’idolatria. I simboli rappresentano un mondo trascendentale
separato dalla natura. Come osserva Murray Bookchin, "la venerazione della natura, la mitizzazione del mondo naturale posto al
di sopra del mondo umano, tutto ciò degrada la natura negando la sua
universalità esistente ovunque, libera da tutti i dualismi come
"spirito" e "dio"... Una natura “venerata” è una natura
separata nel cattivo senso del termine”. Lo spiritualismo, lo scientismo e
il trattamento della tecnologia come una realtà separata sono stati tutti usati
dall'uomo per controllare in ultima analisi tanto la società che la natura.
Gerarchia, dominio e oppressione sociale hanno sempre fatto appello per
legittimarsi a questi impedimenti antichi come il tempo... Insisto sul fatto
che un eco-femminismo radicale deve rivoluzionare la nostra visione della
natura e deve incitare all'azione. Le donne devono generare una nuova pratica
ecologica basata sull'ecologia sociale, se il mondo naturale, come il mondo
sociale, vuole sopravvivere (p. 59).
Vers un éco-féminisme radical
Ce n’est pas parce que la société
occidentale patri centrique surestime la rationalité que cela implique purement
et simplement que les femmes doivent rejeter la qualité même qui distingue les
humains du reste de la nature. La reconnaissance de notre unité, ou principe
commun, avec la partie mâle de la nature humaine nous permet de reconnaître et
célébrer ce qui nous a été refuse pendant des siècles : notre potentialité
sans précédent historique de réflexion critique et consciente si nécessaire
pour développer une éthique éco-féministe objective.
Chiah Heller, Silence n° 220-221
– Eté 1997, page 54
Une révolution éco-féministe
radicale commence par le passage de la logique duale à l’éco-logique. (Page 56)
La hiérarchie, le patriarcat, la
centralisation du pouvoir, le capitalisme viennent tous d’avoir épuisé le mythe
de la transcendance. En tant qu’éco-féministes radicales, nous savons que nous
ne pouvons plus jouir du luxe de penser de façon simpliste. (P.56)
L’esprit n’est pas enfermé dans
un genre ou une race, ni ne se conforme à des principes féminins ou masculins. L’esprit
plutôt représente le flux de potentialité qui existe naturellement dans la
texture même de la vie. Lorsque nous attribuons un genre, une couleur ou un
statut à nos dieux et à nos déesses, nous commettons une idolâtrie. Les
symboles représentent un monde transcendantal qui est séparé de la nature.
Comme l’observe Murray Bookchin, « la
vénération pour la nature, la transformation en mythe du monde naturel
au-dessus du monde humain, tout cela dégrade la nature en niant son
universalité en ce qu’elle existe partout, libre de tous les dualismes comme
« l’esprit » et « dieu » … Une nature « vénérée »
est une nature séparée au mauvais sens du terme ». Le spiritualisme,
le scientisme et le traitement de la technologie comme réalité distincte ont
tous été utilisés par l’homme pour contrôler en fin de compte la société aussi
bien que la nature. La hiérarchie, la domination et l’oppression sociale ont de
tout temps fait appel pour être légitimées à ces entraves vielles come le temps
… J’insiste sur le fait qu’un éco-féminisme radical doit révolutionner notre
vision de la nature et doit nous inciter à l’action. Les femmes doivent générer
une pratique écologique nouvelle reposant sur l’écologie sociale, si le monde
naturel, tout comme le monde social, doit survivre.(P. 59)
Ici le texte complet en français traduit de l’américain par Denise Berthaud : «Vers un éco-féminisme
radical »