martedì 31 maggio 2011

UN VOTO PER NON MORIRE, UNA RIVOLUZIONE PER VIVERE

L’idiocrazia è dura a morire e i tifosi la portano sempre in processione.

Queste elezioni sono però un altro segno di un accenno di autonomia da parte di cittadini spettatori ridotti a votare nelle galere di un sistema corrotto che li prende in giro. Non basterà una croce per uscire dalla via crucis quotidiana, ma i cittadini spettatori non ne possono più di stare semplicemente a guardare la loro vita assente e confiscata dal fantomatico PIL.

La corruzione di destra è strutturale come il business, quella di sinistra è il prodotto di un lento e definitivo identificarsi della burocrazia politica sopravvissuta alla caduta del muro con l’economicismo trionfante.

Oltre il movimento 5 stelle (che è solo un sintomo ma può cominciare a contribuire alla cura della malattia in modo omeopatico perché non vuole essere un partito, con grande scandalo di tutti devoti della sottomissione ai leaders, di tutti i finanziatori involontari di carrieristi politici più o meno orribili ma tutti lontani decine di migliaia di euro dalla grandissima parte di chi li vota), è la democrazia spettacolare e perversa del capitalismo che è alle strette dovunque, dall’Africa all’Europa.

Oltre l’indignazione, affiora un desiderio di democrazia diretta che rischia forte di ricollegarsi ai migliori movimenti rivoluzionari e libertari del passato per cambiare il mondo e renderlo finalmente umano.

I commenti supini dei servitori volontari accompagnano soltanto il tramonto auspicabile della schiavitù salariata.

Nulla è acquisito, ma un’aria nuova circola sul pianeta, meno morbosa, meno nuclearizzata e finalmente più umana, anche se i mostri continueranno la loro folle corsa verso il nulla.

Sergio Ghirardi