DOVE VOLA L’AVVOLTOIO…
Avvoltoio vola via, vola
via dalla terra mia che è la terra dell’amor…
[Testo di Italo Calvino, musica di Sergio
Liberovici]
Pierre-Emmanuel Neurohr è incarcerato nella prigione
della Santé dal 7 settembre, per aver
cercato di impedire il decollo di un aereo all’aeroporto parigino di Roissy il
5 settembre.
Ha cominciato uno sciopero della fame il 18 ottobre.
Le ragioni di questa decisione sono nella
lettre ouverte à Madame Taubira, Garde des Sceaux che
ho tradotto qui di seguito in italiano.
Il partito della resistenza che lo sostiene ringrazia per
la diffusione di queste informazioni di cui mi faccio semplice ambasciatore che
porta la pena della repressione crescente imposta dal business oclocratico
distruttore della vita.
Sergio Ghirardi
P.S. Per informazione ulteriore :
la tematica di questa lotta si trova in : parti-de-la-resistance.fr che accompagna il suo sostegno a Pierre-Emmanuel
Neurohr con la citazione seguente:
“È nella natura
dell’uomo opprimere quelli che cedono e rispettare quelli che resistono.” Tucidide
Troverete su questo sito un vidéo senza copyright
sull’azione del 5 settembre di Mr Benjamin Le Bars)
Venerdì 26 ottobre alle 9h, avrà luogo il processo in appello di Pierre-Emmanuel
Neurohr alla Corte d’Appello di Parigi.
Esiste una petizione di sostegno al seguente indirizzo:
Lettera inviata il
18 ottobre 2012 da Pierre-Emmanuel Neurorh a Madame Toubira, Garde des Sceaux
Madame la ministra,
io sono un cittadino non
accusato di alcuna violenza né di alcun furto. Per dirlo in maniera più
positiva sono un cittadino pacifico e onesto.
Le scrivo dalla cella 104 della prigione della Santè di Parigi in cui sono rinchiuso da un mese e mezzo in
condizioni che, senza esagerare, possono essere qualificate di «maltrattamento».[1]
Di che cosa sono accusato? Da un lato di aver tagliato una griglia di
giardino, sola descrizione plausibile per la «cosa» che circonda l’aeroporto
Charles De Gaulle[2]. Ma lasciamo perdere per
rispetto dell’intelligenza dei lettori. D’altro lato di essermi messo di fronte
a un aereo per impedirne il decollo.
Si dà il fatto che, a parte l’attività di piromane, non c’è niente di più
deleterio per il clima della terra che la macchina chiamata aereo. Si dà il
caso che, con tutta evidenza, la distruzione del clima del pianeta avrà come
conseguenza un genocidio dovuto all’estrema siccità che la comunità scientifica
prevede nel mondo intero entro una quindicina d’anni appena[3].
Si dà il fatto che, il sistema climatico essendo quel che è, non resta che
agire subito per impedire il crimine.
Finora nessun processo mi ha condannato alla prigione, come se i giudici
comprendessero di trovarsi di fronte a un onesto e pacifico cittadino. Non sia
mai. Una giudice istruttore ha deciso di far giustizia da sola. Una giudice
istruttore mi tiene rinchiuso da un mese e mezzo e ha appena rifiutato una
nuova domanda di messa in libertà deposta dal mio avvocato[4].
Una giudice istruttore che sapendo che non sono accusato di alcuna
violenza ha cominciato a evocare di fronte a me e al mio avvocato, sbalorditi,
gli attentati dell’11 settembre 2011 e il terrorismo irlandese. Di fronte a una
tale mancanza di discernimento, si esita tra il riso e il terrore. Una giudice istruttore che pensa che i giornalisti che hanno assistito alla mia ultima
azione non violenta «sono in realtà
dei complici» poiché m’incoraggiavano ad
agire[5].
Una giudice istruttore che ha deciso di farmi subire un controllo
psichiatrico…
Una tale giudice istruttore è visibilmente incapace di giudicare
serenamente. Per questo al fine di battermi contro l’ingiustizia rappresentata
dal mio imprigionamento da un mese e mezzo, al fine di ritrovare la mia piena
libertà, comincio oggi uno sciopero della fame.
Voglia ricevere, Madame la Ministra, l’espressione dei miei distinti
sentimenti.
Pierre Emmanuel Neurohr
[1] Sono imprigionato da un mese e mezzo per 23 su 24 in 12 metri quadri; non ho
potuto finora vedere né la mia amica né chiunque altro, mentre incrocio
nell’ora d’aria dei trafficanti di droga che hanno ottenuto la visita in
quindici giorni, ecc….
[2]
Sembrerebbe che il dirigente dell’aeroporto di Parigi sia più
interessato al suo consistente salario che alla sicurezza del sito.
[4] Che la decisione del giudice istruttore
determini fondamentalmente quella del giudice della libertà e della detenzione
è un segreto di pulcinella.
[5] Madame
Herlaut, documento del 24-9-2012. Incurante di un’ennesima contraddizione, ella
scrive nella frase seguente che sono le mie “convinzioni” a “spingermi a
infrangere le ingiunzioni” dell’autorità giudiziaria…