mercoledì 10 luglio 2013

UN TEMA DI DISCUSSIONE PRIORITARIO PER L’AGORA DI UNA DEMOCRAZIA REALE




Propongo qui alla riflessione e alla discussione la prima proposta del MRIE francese, di cui Bernard Bruyat (nella foto) è un appassionato organizzatore/sostenitore.

Sergio Ghirardi

Movimento per una risorsa incondizionata d’esistenza

La risorsa incondizionata d’esistenza (RIE) designa l’attribuzione di una dotazione unica per tutti i contemporanei di tutti i paesi, indipendentemente dallle loro entrate, il loro patrimonio e il loro statuto professionale.
Distribuita dalla nascita alla morte senza condizioni né contropartita, essa permetterebbe a ogni individuo di soddisfare i propri bisogni essenziali lasciandolo libero di condurre la propria vita a piacimento.

La RIE deve permettere a ciascuno di perseguire  delle attività non mercantili e di creare ricchezze non monetizzabili, utili alla ricostituzione del tessuto sociale.
Calcolata a partire dalle ricchezze prodotte dal paese e cumulabile alle altre entrate, la RIE andrebbe a sostituirsi alle altre prestazioni e agevolazioni sociali rimpiazzandole perfettamente (stesso obiettivo) e vantaggiosamente (stesso montante minimo).
La sua cunulabilità con le altre entrate eviterebbe la creazione di sacche di povertà o d’inattività poiché ogni attività remunerata genererebbe un’entrata supplementare per l’individuo.
Per le collettività questo nuovo modo di condivisione delle ricchezze sarebbe facilissimo da gestire e mettere in funzione.
Permetterebbe di accrescere l’uguaglianza tra i contemporanei e in particolare tra donne e uomini.

La RIE s’iscrive in un più largo programma di estensione della gratuità e tradurrebbe infine il riconoscimento dell’utilità sociale di tutte le attività extralavorative (lavoro domestico, assistenza alle persone, ecc.) sulla via di una de-mercantilizzazione della società.

OPDLM  Osservatorio delle pratiche di sviluppo locale e mondiale

MOUVEMENT POUR UN REVENU
INCONDITIONNEL D'EXISTENCE

Le revenu inconditionnel d'existence désigne le versement d'un revenu unique à tous nos contemporains de tous les pays, quels que soient leurs revenus, leur patrimoine, et leur statut professionnel.
Distribué de la naissance à la mort sans condition ni contrepartie, il permettrait à chaque individu de satisfaire ses besoins essentiels et le laisserait libre de mener sa vie comme il l'entend.
Ce revenu inconditionnel d'existence doit permettre à chacun de poursuivre des activités non marchandes et de créer des richesses non monnayables, utiles à la recomposition du tissu social.
Calculé à partir des richesses produites par le pays et cumulable avec les autres revenus, le revenu inconditionnel d'existence viendrait se substituer aux prestations et transferts sociaux qu’il viendrait remplacer parfaitement (même objet) et avantageusement (même montant au minimum).
Son cumul avec les autres revenus permettrait d’éviter la création de trappes à pauvreté ou inactivité puisque toute activité rémunérée génèrerait un revenu supplémentaire pour l'individu.
Pour les collectivités, ce nouveau mode de partage des richesses serait très simple à gérer et mettre en œuvre.
Il permettrait de retrouver plus d’égalité entre contemporains, en particulier entre les femmes et les hommes.
Le revenu inconditionnel d'existence, qui s'inscrit dans un programme plus large d'extension de la gratuité, traduirait enfin la reconnaissance de l'utilité sociale de toutes les activités "hors travail" (travail domestique, service à la personne, etc.), sur la voie d’une dé marchandisation de la société.
OPDLM observatoire des pratiques de développement local et mondial.
 

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