La guerra dei ventanni: quella del partito di Berlusconi contro la magistratura
Adesso
sì, ma quando Berlusconi è apparso, la magistratura non era affatto di
parte.
O meglio, in grande maggioranza, era dalla SUA parte, quando si é
messo all'opera.
Spesso dimentichiamo come é nata la svolta che si é
voluta chiamare tangentopoli.
E' saltata fuori per caso, perché la
moglie di Mario Chiesa ha svelato che lui aveva miliardi imboscati e ha
portato delle prove.
I giudici milanesi non avevano alcun malanimo verso
Chiesa o verso il PSI, erano delle idee politiche più varie, molti di
destra, alcuni di sinistra, molti che non ci pensavano neppure.
A quel
punto seguendo le dichiarazioni di folle di rei confessi, pacchi di
documenti mai nascosti per protervia e inettitudine, sono risaliti verso
le più varie direzioni.
Quando hanno trovato bocche cucite (il PCI,
la Fiat) si sono dovuti arrestare, mandando in galera il referente che
avevano acchiappato perché quello si rifiutava di farli salire più
oltre.
E poi c'erano così tanti filoni comodi da seguire...
Fra l'altro
era divertentissimo: erano diventati popolari (cosa che non gli era mai
accaduta e mai avevano previsto), e i politici a differenza che per il
passato non ponevano ostacoli.
Fu così che arrivarono anche a Berlusconi, e che Berlusconi comprese che erano arrivati a lui.
Chiese
consiglio alla mafia e a Craxi, che erano stati i suoi grandi protettori.
E da quel dibattito nacque l'idea di fondare un grande partito che, con la
scusa dell'anticomunismo, si opponesse ai magistrati: il terreno era
fertile perché i comunisti erano l'unico partito sopravvissuto alle
purghe (i parlamentari per cercare di non mostrarsi tutti malfattori
avevano addirittura abolito l'immunità parlamentare) e nella
popolazione oltre a vecchie paure anticomuniste, montava una grande
diffidenza per le sinistre, particolarmente in crisi dopo lo
sputtanamento sovietico di poco precedente.
D'altronde la folla é
spettatrice e codarda: dopo due anni il giudice che arresta il corrotto
era un film già visto, che aveva annoiato
Quindi non furono i
magistrati, in quanto di sinistra, a fare la guerra a Berlusconi, che da
principio era considerato precisamente quel che era - uno dei tanti
delinquenti con un piede nell'imprenditoria e uno nella politica - ma fu
Berlusconi col suo partito di corrotti, delinquenti, mafiosi e coglioni a
fare la guerra alla magistratura come proprio specifico karma.
Il fine
era salvare Berlusconi e tramite questo offrire un salvagente a tutti
gli altri corrotti e malfattori che volevano montare sul carro.
Furono
prezzolati alcuni professori e segaioli per mettere giù un programma il
più possibile lontano dal socialismo e dalla democrazia cristiana (che
allora era un avversario, quando non lo fu più, si convertirono tutti,
principiando con Bondi, Sacconi, etc).
Milioni di fessi, sdoganati già
dalla Lega nell'idea che essere fessi era un diritto, e che si poteva
vantarsene senza ritegno accorsero sotto le bandiere del malaffare e
delle balle spaziali
I magistrati furono a loro volta adescati, ma
per perbenismo congenito, per congenita diffidenza o anche perché di
idee di sinistra, si prestarono poco o punto alle lusinghe (eccezioni: Carnevale, Mancuso, Nordio, la Parenti).
A quel punto fu guerra
aperta e poco per volta praticamente tutti i magistrati si trovarono
raccolti nel fronte antiberlusconiano: oggi trovare un giudice equo nei
confronti di quel cesso umano, sarebbe impossibile. Lo vogliono morto,
sì da poter tornare a mandare in galera in pace la gente, come ai buoni
vecchi tempi.
Paolo Ranieri