sabato 3 agosto 2013

Raoul Vaneigem NOTE PRELIMINARI AL PROGETTO DI COSTRUZIONE DI OARYSTIS, LA CITTÀ DEI DESIDERI (*)



"Elle en avait les larmes aux yeux. Un pays où il n'y a ni temple, ni église, ni synagogue, ni mosquée, ni prêtre, ni pasteur, ni gourou, ni rabbin, ni banquier, ni marchand, ni flic, ni militaire. Quel bonheur !"


La concezione della città trae la sua ispirazione dal mondo
dell’infanzia e della femminilità in procinto di emanciparsi
dalle sue oppressioni secolari. Accorda dunque la preminenza
al piacere di giocare, alla passione di creare e a quella felicità
di essere a sé che, sola, permette di essere per gli altri e di
contribuire al loro benessere. Il progetto è qui presentato
nel suo stato più sommario, aperto al concorso di chiunque
desidera svilupparlo, illustralo, concretizzarlo.

Non si viaggia se non attraverso e nel suo corpo. La città
è dunque concepita come un’unità corporea, in cui tutti gli
elementi agiscono in armonia. Non c’è ordine gerarchico
nella distribuzione degli organi che compongono il corpo
individuale, sociale e urbanistico ma ognuno degli elementi
si trova consolidato allo stesso tempo dalla sua peculiare
autonomia e dalla solidarietà che esso intrattiene con
l’insieme.

La città risponde al desiderio di deriva. Elabora dei luoghi
adatti alla costruzione di situazioni, che privilegiano il
libero esercizio dei diritti dell’essere umano, i giochi di
apprendimento, la psicogeografia, in cui si disegna al
capriccio delle passioni la carta mutevole del Tenero.
Essa ha la forma di un labirinto, costruito su tre livelli,
suscettibile di ritrovarsi modificato in modo aleatorio per un
meccanismo che apre e chiude le vie, trasformando in una
difficoltà un cammino liberamente tracciato, e viceversa.
L’erranza e l’avventura, così sollecitate, rispondono al
desiderio di facilitare per ognuno la scoperta e l’affinamento
dei suoi desideri. Si approda su delle piazze pubbliche,
secondo il modello di Venezia, che ricordano che a perdersi
ci si ritrova ovunque. Il labirinto comprende dei diverticoli
particolarmente influenzati alle variazioni di umore. Si
prevederà così un circuito della malinconia, per entrare ed
uscire dagli stati di afflizione.

Nulla è statico.Le case possono cambiare di forma; a secondo
delle stagioni, ad esempio, e della volontà di coloro che vi
abitano. Alcune hanno la possibilità di spostarsi sull’acqua,
lungo i binari, per mezzo di una vite ascensionale, ecc.

Nessuna tecnologia danneggia la salute. Tutto è mosso dalla
congiunzione di energie naturali (elettricità solare. Forza
motrice idraulica, eoliche, metano, ecc). Dei laboratori di
creazione sono a disposizione dei ricercatori, degli inventori,
di coloro che sperimentano dei prototipi o semplicemente
dei curiosi.
Oarystis è una città-oasi. Dei biotopi, ovunque diffusi,
permettono di attirare una fauna e di sviluppare una flora
presentando la più grande diversità. Si può così mantenere
nel loro sito appropriato degli animali ritenuti pericolosi,
di modo che soltanto chi li incontra si assume il rischio
di avventurarsi sul loro territorio. Dei biotopi di maggiore
portata sono destinati alle colture di legumi, fiori, cereali,
così come all’allevamento di animali domestici, che
forniscono uova e latte, e al mantenimento degli animali da
compagnia.

Tutto obbedisce alla libertà del movimento. Gli spostamenti
degli esseri e delle cose si effettuano attraverso dei percorsi
d’acqua, di terra e d’aria. Vi sono delle strade a cielo aperto
e delle strade sotterranee riscaldate, le cui vetrate formano
il lastricato delle strade superiori. Dei canali poco profondi
propongono delle vie di circolazione, dotate di ascensori
idraulici che danno accesso alle strade aeree, in cui le vetture
a propulsione non inquinante circolano, lasciando la maggior
parte delle strade ai pedoni. Degli ascensori permettono di
passare da un livello all’altro e di accedere a dei ponti di
corda posti tra un albero e l’altro. Si tratta di privilegiare
una circolazione in tutti i sensi che rompe un po’ alla volta
con la gerarchizzazione dello spazio e del tempo, con le
sue divisioni dall’alto in basso, da sinistra e da destra, dal
passato e dal futuro. Forse la spirale è la forma che meglio
corrisponde allo spazio-tempo del vivente?

L’intreccio delle attività. Inoltre delle piazze pubbliche, delle
strade-case, composte da corridoi e da stanze particolari sono
proposte alle assemblee dei cittadini. Questo non esclude la
possibilità di incontrarvisi, di dormirvi, di rifocillarsi. Il forum
circondato da colonnate, è il luogo delle grandi assemblee in
cui le decisioni sono dibattute collettivamente.

La distribuzione. Le strade presentano una grande varietà di
chioschi, di negozi, depositi dove gli agricoltori, i giardinieri,
gli artigiani, gli artisti, gli inventori, i meccanici, i cuochi, i
poeti e gli scrittori si compiacciono ad offrire i prodotti nati
dalla loro inventività e dalla loro passione.

L’approvvigionamento. Esistono un po’ ovunque dei centri
di scambio, di riconversione dei beni usati, di distribuzione
dei prodotti di prima necessità. Là è ogni giorno comunicata
a tutti la bilancia indicante l’offerta e la domanda dei beni
di sussistenza, di modo che siano chiaramente definite le
esigenze dei settori di produzione prioritaria. Ognuno è
dunque in grado di poter provvedere secondo le proprie
capacità al rifornimento dei prodotti e dei servizi necessari
al benessere della vita. Le colture ed i giardini collettivi sono
gestiti come dei centri di produzione e di consumo dell’utile
e del gradevole.

Il tirocinio permanente. Le strade sono costellate da fari
del sapere: vi si diffondono le informazioni sugli argomenti
più diversi. Non distanti si tengono coloro che, animati
dalla passione di insegnare e adatti a condividere le loro
conoscenze a piccoli e grandi, trattano le informazioni
raccolte, le correggono, le discutono, le strutturano e
conferiscono loro le qualità richieste dal tirocinio alla vita.
Qui, il bambino non è il re ma è al centro dell’attenzione,
del pensiero, del tirocinio dei destini. L’idea di creare il suo
proprio destino è infatti quella che dà senso alle istituzioni
di mutua educazione, in cui bambini e genitori confrontano
le loro esperienze.

La cultura. I musei hanno lasciato posto a delle strade
lussuose in cui le opere d’arte del passato fanno parte della
meraviglia quotidiana dei cittadini. Nei circhi della memoria,
le visioni della storia antica e recente sono presentate,
recitate, discusse. Dei giochi ad indizio sollecitano la
curiosità e permettono ad ognuno di verificare lo stato delle
sue conoscenze nei campi più diversi.

La creazione. La città agisce, per la gradevolezza da
lei presentata, come un’incitazione a creare. Esiste una
profusione di automatizzazioni, di carillon giocattoli e
giochi concepiti per il piacere di tutti. Tutti hanno il diritto
di aggiungere le proprie opere.

Fine della chiusura urbana. Grandi spazi occupati da
campi, giardini, parchi, boschi, fattorie aboliscono l’arcaica
separazione tra città e campagna.

La gratuità dei trasporti. I mezzi di trasporti sono a libera
disposizione di tutti: vetture elettriche, scale mobili,
ascensori, trenini.

La cura del corpo. Delle case di cura insegnano a prevenire
le malattie e garantiscono le cure necessarie a coloro che non
riescono a conservarsi in salute.

Le case di appuntamento. Gli OARISTYS sono le case
dell’amore tenero. I ragazzi e le ragazze vi si incontrano,
tentano le loro prime avventure amorose, si iniziano ai
perfezionamenti dell’esperienza sessuale, vi scoprono
liberamente le affinità che li orienteranno, se lo desiderano,
verso una relazione durevole e la scelta di far nascere un
bambino.

La sperimentazione. È presente ovunque nella sua più grande
varietà. È sottoposta alla sola condizione di rispondere o
di accordarsi al progetto di miglioramento costante della
vita e dell’ambiente (ciò esclude il ricorso al criterio del
rendimento, del profitto, della competizione, del potere
e ad ogni pratica implicante l’uso della sofferenza, del
deperimento, della morte.

La città dei morti. Ai confini di Oarystis, una foresta è
consacrata ai morti. Su ogni defunto viene piantato un albero,
secondo i propri desideri. Dei microfoni, posti tra le fronde,
rendono udibili i mormorii della foresta. Bisogna notare che
i giardini ed i boschetti di cui la città è disseminata sono
eretti qua e là di orecchie dove si percepiscono, amplificati,
i suoni della natura circostante.

Scrivere e disegnare. I muri ciechi sono le pagine bianche
in cui ognuno ha il diritto di disegnare, scrivere, incidere.
Ai vecchi pannelli pubblicitari si sono sostituiti delle poesie,
delle notazioni individuali, delle calligrafie, delle evocazioni
oniriche. Perché tutto risponda al piacere di abitare, di
decorare, di fiorire, di fare della città un’opera d’arte in cui
i colori ed i suoni siano l’emanazione dei paesaggi interiori
che abitano la sensibilità dell’essere umano.

Il principio di gratuità. Aspettando che l’autarchia sia
effettiva, una banca gestita collettivamente, possedente la
propria moneta, faciliterà le transazioni con i territori ancora
sotto controllo dell’economia di mercato. Chi si troverà
costretto a passare attraverso le filiere del pagamento obbedirà
al principio che tutto il denaro raccolto sarà reinvestito nella
produzione dei beni di utilità e divertimento.