"Elle en avait les larmes aux yeux. Un pays où il
n'y a ni temple, ni église, ni synagogue, ni mosquée,
ni prêtre, ni pasteur, ni gourou, ni rabbin,
ni banquier, ni marchand, ni flic, ni militaire.
Quel bonheur !"
La concezione della città trae la
sua ispirazione dal mondo
dell’infanzia e della femminilità in
procinto di emanciparsi
dalle sue oppressioni secolari.
Accorda dunque la preminenza
al piacere di giocare, alla passione
di creare e a quella felicità
di essere a sé che, sola, permette
di essere per gli altri e di
contribuire al loro benessere. Il
progetto è qui presentato
nel suo stato più sommario, aperto
al concorso di chiunque
desidera svilupparlo, illustralo,
concretizzarlo.
Non si
viaggia se non attraverso e nel suo corpo. La città
è dunque concepita come un’unità
corporea, in cui tutti gli
elementi agiscono in armonia. Non
c’è ordine gerarchico
nella distribuzione degli organi che
compongono il corpo
individuale, sociale e urbanistico
ma ognuno degli elementi
si trova consolidato allo stesso
tempo dalla sua peculiare
autonomia e dalla solidarietà che
esso intrattiene con
l’insieme.
La città
risponde al desiderio di deriva. Elabora dei luoghi
adatti alla costruzione di
situazioni, che privilegiano il
libero esercizio dei diritti
dell’essere umano, i giochi di
apprendimento, la psicogeografia, in
cui si disegna al
capriccio delle passioni la carta
mutevole del Tenero.
Essa ha la forma di un labirinto,
costruito su tre livelli,
suscettibile di ritrovarsi
modificato in modo aleatorio per un
meccanismo che apre e chiude le vie,
trasformando in una
difficoltà un cammino liberamente
tracciato, e viceversa.
L’erranza e l’avventura, così
sollecitate, rispondono al
desiderio di facilitare per ognuno
la scoperta e l’affinamento
dei suoi desideri. Si approda su
delle piazze pubbliche,
secondo il modello di Venezia, che
ricordano che a perdersi
ci si ritrova ovunque. Il labirinto
comprende dei diverticoli
particolarmente influenzati alle
variazioni di umore. Si
prevederà così un circuito della
malinconia, per entrare ed
uscire dagli stati di afflizione.
Nulla è
statico.Le case
possono cambiare di forma; a secondo
delle stagioni, ad esempio, e della
volontà di coloro che vi
abitano. Alcune hanno la possibilità
di spostarsi sull’acqua,
lungo i binari, per mezzo di una
vite ascensionale, ecc.
Nessuna
tecnologia danneggia la salute. Tutto è mosso dalla
congiunzione di energie naturali
(elettricità solare. Forza
motrice idraulica, eoliche, metano,
ecc). Dei laboratori di
creazione sono a disposizione dei
ricercatori, degli inventori,
di coloro che sperimentano dei
prototipi o semplicemente
dei curiosi.
Oarystis è una città-oasi. Dei
biotopi, ovunque diffusi,
permettono di attirare una fauna e
di sviluppare una flora
presentando la più grande diversità.
Si può così mantenere
nel loro sito appropriato degli
animali ritenuti pericolosi,
di modo che soltanto chi li incontra
si assume il rischio
di avventurarsi sul loro territorio.
Dei biotopi di maggiore
portata sono destinati alle colture
di legumi, fiori, cereali,
così come all’allevamento di animali
domestici, che
forniscono uova e latte, e al
mantenimento degli animali da
compagnia.
Tutto
obbedisce alla libertà del movimento. Gli spostamenti
degli esseri e delle cose si
effettuano attraverso dei percorsi
d’acqua, di terra e d’aria. Vi sono
delle strade a cielo aperto
e delle strade sotterranee
riscaldate, le cui vetrate formano
il lastricato delle strade
superiori. Dei canali poco profondi
propongono delle vie di
circolazione, dotate di ascensori
idraulici che danno accesso alle
strade aeree, in cui le vetture
a propulsione non inquinante
circolano, lasciando la maggior
parte delle strade ai pedoni. Degli
ascensori permettono di
passare da un livello all’altro e di
accedere a dei ponti di
corda posti tra un albero e l’altro.
Si tratta di privilegiare
una circolazione in tutti i sensi
che rompe un po’ alla volta
con la gerarchizzazione dello spazio
e del tempo, con le
sue divisioni dall’alto in basso, da
sinistra e da destra, dal
passato e dal futuro. Forse la
spirale è la forma che meglio
corrisponde allo spazio-tempo del
vivente?
L’intreccio
delle attività. Inoltre
delle piazze pubbliche, delle
strade-case, composte da corridoi e
da stanze particolari sono
proposte alle assemblee dei cittadini.
Questo non esclude la
possibilità di incontrarvisi, di
dormirvi, di rifocillarsi. Il forum
circondato da colonnate, è il luogo
delle grandi assemblee in
cui le decisioni sono dibattute
collettivamente.
La
distribuzione. Le strade
presentano una grande varietà di
chioschi, di negozi, depositi dove
gli agricoltori, i giardinieri,
gli artigiani, gli artisti, gli
inventori, i meccanici, i cuochi, i
poeti e gli scrittori si
compiacciono ad offrire i prodotti nati
dalla loro inventività e dalla loro
passione.
L’approvvigionamento.
Esistono un
po’ ovunque dei centri
di scambio, di riconversione dei
beni usati, di distribuzione
dei prodotti di prima necessità. Là
è ogni giorno comunicata
a tutti la bilancia indicante
l’offerta e la domanda dei beni
di sussistenza, di modo che siano
chiaramente definite le
esigenze dei settori di produzione
prioritaria. Ognuno è
dunque in grado di poter provvedere
secondo le proprie
capacità al rifornimento dei
prodotti e dei servizi necessari
al benessere della vita. Le colture
ed i giardini collettivi sono
gestiti come dei centri di
produzione e di consumo dell’utile
e del gradevole.
Il tirocinio
permanente. Le strade
sono costellate da fari
del sapere: vi si diffondono le
informazioni sugli argomenti
più diversi. Non distanti si tengono
coloro che, animati
dalla passione di insegnare e adatti
a condividere le loro
conoscenze a piccoli e grandi,
trattano le informazioni
raccolte, le correggono, le
discutono, le strutturano e
conferiscono loro le qualità
richieste dal tirocinio alla vita.
Qui, il bambino non è il re ma è al
centro dell’attenzione,
del pensiero, del tirocinio dei
destini. L’idea di creare il suo
proprio destino è infatti quella che
dà senso alle istituzioni
di mutua educazione, in cui bambini
e genitori confrontano
le loro esperienze.
La cultura. I musei hanno lasciato posto a delle
strade
lussuose in cui le opere d’arte del
passato fanno parte della
meraviglia quotidiana dei cittadini.
Nei circhi della memoria,
le visioni della storia antica e
recente sono presentate,
recitate, discusse. Dei giochi ad
indizio sollecitano la
curiosità e permettono ad ognuno di
verificare lo stato delle
sue conoscenze nei campi più
diversi.
La
creazione. La città
agisce, per la gradevolezza da
lei presentata, come un’incitazione
a creare. Esiste una
profusione di automatizzazioni, di
carillon giocattoli e
giochi concepiti per il piacere di
tutti. Tutti hanno il diritto
di aggiungere le proprie opere.
Fine della
chiusura urbana. Grandi spazi
occupati da
campi, giardini, parchi, boschi,
fattorie aboliscono l’arcaica
separazione tra città e campagna.
La gratuità
dei trasporti. I mezzi di
trasporti sono a libera
disposizione di tutti: vetture
elettriche, scale mobili,
ascensori, trenini.
La cura del
corpo. Delle case
di cura insegnano a prevenire
le malattie e garantiscono le cure
necessarie a coloro che non
riescono a conservarsi in salute.
Le case di
appuntamento. Gli OARISTYS
sono le case
dell’amore tenero. I ragazzi e le
ragazze vi si incontrano,
tentano le loro prime avventure
amorose, si iniziano ai
perfezionamenti dell’esperienza
sessuale, vi scoprono
liberamente le affinità che li
orienteranno, se lo desiderano,
verso una relazione durevole e la
scelta di far nascere un
bambino.
La
sperimentazione. È presente
ovunque nella sua più grande
varietà. È sottoposta alla sola
condizione di rispondere o
di accordarsi al progetto di
miglioramento costante della
vita e dell’ambiente (ciò esclude il
ricorso al criterio del
rendimento, del profitto, della
competizione, del potere
e ad ogni pratica implicante l’uso
della sofferenza, del
deperimento, della morte.
La città dei
morti. Ai confini
di Oarystis, una foresta è
consacrata ai morti. Su ogni defunto
viene piantato un albero,
secondo i propri desideri. Dei
microfoni, posti tra le fronde,
rendono udibili i mormorii della
foresta. Bisogna notare che
i giardini ed i boschetti di cui la
città è disseminata sono
eretti qua e là di orecchie dove si
percepiscono, amplificati,
i suoni della natura circostante.
Scrivere e
disegnare. I muri
ciechi sono le pagine bianche
in cui ognuno ha il diritto di
disegnare, scrivere, incidere.
Ai vecchi pannelli pubblicitari si
sono sostituiti delle poesie,
delle notazioni individuali, delle
calligrafie, delle evocazioni
oniriche. Perché tutto risponda al
piacere di abitare, di
decorare, di fiorire, di fare della
città un’opera d’arte in cui
i colori ed i suoni siano
l’emanazione dei paesaggi interiori
che abitano la sensibilità
dell’essere umano.
Il principio
di gratuità. Aspettando
che l’autarchia sia
effettiva, una banca gestita
collettivamente, possedente la
propria moneta, faciliterà le
transazioni con i territori ancora
sotto controllo dell’economia di
mercato. Chi si troverà
costretto a passare attraverso le
filiere del pagamento obbedirà
al principio che tutto il denaro
raccolto sarà reinvestito nella
produzione dei beni di utilità e
divertimento.