giovedì 19 settembre 2013

Per l’inizio di un’epoca


Fabbrica autogestita VIO.ME., a Salonicco

  
Proviamo a farci una doccia  di sensibilità che ci ripulisca dalle fetide pantomime dei dinosauri moribondi con un piede nella fossa e l’altro ai domiciliari.
Andiamo oltre i mostri finalmente in declino e anche oltre tutti quelli che sono già in coda per rinnovarne gli orrori.  Appoggiamoci sulla volontà di vivere che circola nelle vene di tanti esseri umani non corrotti né dal potere né dall’impotenza. Lasciamo da parte la mostruosità popolare di masse di zombi  dementi che marciano ancora al passo della merce e dei suoi sgherri, al seguito di una carota che non c’è più e quando c’è è avvelenata.
Diciamocelo una volta per tutte: non vogliamo più qualche misera carota imputridita, vogliamo autogestire il giardino.
Ci accorgeremo allora che risorge dal nostro passato dimenticato e dal nostro presente che vuole nascere, come uno tzunami d’indignazione trasformata in progetto creativo.
La storia, alleata della nostra volontà di vivere rilancia l’appello sempre valido dell’intelligenza sensibile e della poesia rivoluzionaria a esplorare un altro mondo possibile e auspicabile.
E nessuno lo farà al posto nostro, né un partito né un’avanguardia.

Sergio Ghirardi


«La prossima rivoluzione riconoscerà come Consigli soltanto le assemblee generali sovrane della base - sul posto di lavoro e nei quartieri - e i loro delegati sempre revocabili e unicamente dipendenti dalle assemblee. Un’organizzazione consiliare non difenderà mai altro fine: deve tradurre in atti una dialettica che superi i termini rigidi e unilaterali dello spontaneismo e dell’organizzazione apertamente o subdolamente burocratizzata. Dev’essere un’organizzazione che vada in modo rivoluzionario verso la rivoluzione dei Consigli: un’organizzazione che non si disperda dopo il momento della lotta dichiarata ma che non s’istituzionalizzi.»*


*NdT. Una traduzione in italiano un po’ diversa da questa (Internationale situationniste, n. 12, settembre 1969, pag. 32)  si trova già in Internazionale situazionista n.1, rivista della sezione italiana dell’IS del luglio 1969, pagg. 54-55, poi in Internazionale situazionista, n.12, pag.33, Nautilus, Torino 1994.