La libertà guida il popolo e il popolo guida la libertà |
QuestoSaletti è un vero e proprio nulla conformista. Ha tutti i difetti del volgo di sinistra e una sensibilità destrorsa da burocrate umanista. Pare che già lavori nelle carceri ma trova purtroppo il tempo per scrivere sui muri della sua prigione mediatica dei luoghi comuni e delle atrocità. L’articolo che segue esprime con pervicacia il confusionismo dell’opinione pubblica addomesticata di cui il Saletti fa pienamente parte mentre ne lamenta la stupidità.
L’ho un po’ stuzzicato concludendo rapidamente che o non capisce quello che scrive o non se ne assume la responsabilità. In realtà, non m’importa dialogare coi morti se non per raggiungere, oltre gli specchi deformanti del delirio ideologico, i sopravvissuti reali di questa società in decomposizione. Questo tipo di scribacchino da vespasiano mediatico fa un’ode ai radicali confondendo radicalità e bieco clericalismo pannelliano per imbellettare (si fa per dire) la sua hobbesiana tesi rifritta sull’ignoranza del popolo (come se i suoi rappresentanti fossero meglio e lui con loro). Questo signore non sa nulla, né storicamente né politicamente, di democrazia, ma non può esimersi dal dare lezioni di strategia e di pedagogia. Raccapricciante.
Nel merito ho provato a rendere esplicita la sua idiozia (nel senso etimologico della parola) ricordando ai vivi il senso poetico e politico di qualche esempio storico: della Comune, della Spagna 36/38, di Cronstadt, della Machnovcina, ecc, fino alla resistenza costruttiva zapatista. Non mi sono neppure spinto ad accennare della rivoluzione culturale che sta attraversando un mondo in rovine, altrettanto evidente e concreta che sprovvista di garanzie di riuscita. Naturalmente questo commento off limits per i democratici spettacolari è finito nelle grinfie della polizia politica analfabeta dei moderatori, questi dementi della democrazia liturgica e della repressione della libertà di parola. Mentre scrivo è ancora in prigione.
Sergio Ghirardi
caro Sergio,
scrivono assurdità e poi nascondono i commenti, aggiungo il mio qui dopo di te : il disprezzo che questo tale esprime per il "popolo ignorante", è solo un centesimo di quello che sicuramente prova per se stesso, e vista la sua presentazione, ne ha ben donde.... Come nella "fattoria degli animali" prima o poi ci sono quelli che pretendono di essere più uguali degli altri; certo tra loro sono diversi, ma hanno in comune l'idea che su qualcuno bisogna pur prevalere, per il suo bene ovviamente!!! basta trovare uan formula accettabile, come il concetto di maggioranza, o l'uso "umanitario" della forza, o lo stesso concetto di legalità che rompe manganelli in testa ai giovani e ai ribelli.
Grillo: se dipendesse dall’opinione pubblica…
In un crescendo rossiniano di idiozie e stupidaggini Beppe Grillo si appella all’opinione pubblica. Che come è noto oscilla tra la vulgata da bar diffuso e l’autoreferenzialità di interessi particolari. Perché, sono convinto, l’opinione pubblica segue conformismi e riflessioni che afferiscono a insiemi ideologici o di convenzioni sociali e culturali quando va bene. Superficialità e cialtroneria quando va male.Ad esempio, non tanti anni or sono se fosse dipeso dalla opinione pubblica di certo nord risolvere il problema dell’immigrazione, si sarebbe optato per moschetti e bazooka con cui inibire gli sbarchi degli odiati stranieri. In alternativa, a titolo di esempio, sempre la famigerata opinione pubblica avrebbe optato per la castrazione chimica di qualsiasi pedofilo anche in odor di innocenza. In ulteriore subordine avrebbe ridotto gli oltre tre milioni di lavoratori pubblici a poche decine di migliaia.
Proprio per non dipendere dall’opinione pubblica, per altro fallace come tutte le opinioni, e al contrario governarla, qualche migliaio di anni or sono si è pensato di delegare alla politica, in quanto mediazione di interessi contrastanti, il governo di un borgo, di un territorio o di una nazione. Concetto ostico a Grillo e ai suoi fedelissimi che non a caso aspirano a governare senza alcuna mediazione ma semplicemente raggiungendo (alla pari dei desideri di certo Berlusconi) la maggioranza assoluta dei voti e senza tenere conto di quella minoranza che, per l’appunto, esprime anch’essa una opinione pubblica (per Grillo opinione sicuramente disonesta, immagino).
Pur avendo ragione da vendere su molte cose Grillo si ostina a vanificarla con parole, concetti, metafore che più che paventare rischi dittatoriali conducono il livello culturale del dibattito ancor più in basso. Cosa che parrebbe impossibile in un paese come l’Italia ma che, al contrario, gli riesce benissimo.
Ora la ridicolaggine di certe sue affermazioni roboanti sta prendendo il sopravvento su quanto di buono un movimento fresco avrebbe potuto portare in termini di novità reale. Non vorrei che, prima o poi, riecheggiasse anche l’infelice frase di previtiana memoria in merito alla necessità o meno di fare prigionieri, anche se la terminologia bellica in uso al nostro mi fa pensare che ci siamo vicini.
Purtroppo per lui le truppe comandate sembrano essere maggiormente affascinate dall’attività parlamentare più che dalle trincee di prima linea riuscendo, nell’improbo compito, di farsi prigionieri l’un con l’altro. La situazione ideale per morire di fuoco amico.