domenica 18 dicembre 2011

Chi è dunque il Minotauro ?


 Il testo di seguito, tratto da "l'intelligenza collettiva" di Pierre Lévy,
andrebbe letto contemplando questa immagine


(Senza smenarla troppo sulla provenienza. E' la prima che ho trovato, e
comunque è divenuta il simbolo di occupy wall street).

Ma ecco il testo:

«Si può sfuggire alla lotta per il potere, ai tentativi di dominio, alla
guerra? "Polemos" non è forse il padre e il re di tutte le cose? Questa
sentenza di Eraclito, il greco, io la rifiuto; e ricorro in appello davanti
ai guidici degli inferi.
Molti secoli prima del suo declino, in epoca classica, la Grecia splendente
delle città, l'antico mondo ellenico era dominato dalla civiltà micenea.
Nell' Iliade, è il re di Micene, Agamennone, a guidare la spedizione degli
achei contro Troia. Oggi, quando il viaggiatore si trova di fronte alle
rovine dell'antica fortezza portate alla luce dagli archeologi, scopre mura
dello spessore di diversi metri, fatte di blocchi enormi, ciclopici. In
quella civiltà guerriera, tutto lo sforzo degli uomini, tutto l'accumulo
materiale, servivano a separere l'interno dall'esterno.
Molto diverso dalla fortezza di Micene, e ben più antico, il palazzo di
Cnosso fu per sette secoli il principale centro di diffusione della civiltà
minoica. Il palazzo cretese è sprovvisto di fortificazioni. La pacifica
cultura minoica ha concentrato i propri sforzi sulla complessità
dell'architettura, sulla decorazione delle sale, sulla bellezza e
l'ingegnosità dei collegamenti interni (rete fognaria, dell'acqua potabile
ecc.).
Tutta l'energia investita in Micene nella mole delle mura difensive venne
impiegata a Cnosso per affinare lo stile di vita, per complicare la pianta
del palazzo, per far proliferare tutta una ricercatezza di dettagli
architettonici: scale, corti, colonne, statue, piani, terrazze, anticamere,
saloni di rappresentanza, piccole stanze segrete, camere del tesoro,
corridoi, gradini, vicoli ciechi... il palazzo di Cnosso è infinitamente
complesso, ma aperto sul cielo e il sole grazie alle sue corti e ai suoi
cavedi, affacciato sul mondo e sulla città grazie alle sue porte e
finestre. E' collegato da strade lastricate agli altri palazzi delle grandi
civiltà cretesi. E poiché non vivevano in una civiltà guerriera, ma avevano
orientato il proprio spirito verso problemi di natura diversa da quelli
della difesa, dell'attacco, dei rapporti di forza e di dominio, i minoici,
mentre si aprivano alle arti e al commercio con altre società, hanno
piegato e ripiegato il loro mondo su se stesso, facendo fiorire la favolosa
ricchezza estetica che precede il "miracolo greco".

NON AVENDO ERETTO MURA DIFENSIVE I MINOICI HANNO INVENTATO IL LABIRINTO,
OVVERO LA COMPLESSITA' CULTURALE, L'INTELLIGENZA COLLETTIVA PROIETTATA
NELLO SPAZIO ARCHITETTONICO.

 Chi è dunque il Minotauro ? E' la bestia spaventosa che divorava i giovani
ateniesi nelle profondità del suo antro oscuro? Questa versione del
minotauro è quella dei greci. Ma i greci guerrieri, polemici, figli di
Micene e lettori dell'Iliade, non potevano comprendere Cnosso, l'enigma di
una civiltà irenica. Il Minotauro, uomo-toro, non è altro che l'acrobata
minoico che esegue sul toro sacro pericolosi salti rituali. Il Minotauro,
l'ibrido uomo-toro, sta al centro del labirinto, ma si tratta del palazzo
di Cnosso. Si esibisce all'aperto, leggero, aggraziato, su uno spiazzo
inondato di luce. (...)
Il progetto dell'intellligenza collettiva presuppone l'abbandono della prospettiva di potere. Intende aprire il vuoto centrale, il cavedio di luce che permette il gioco con l'alterità, la concezione di utopie e la complessità labirintica.(...)


Su ogni circuito integrato, su ogni chip elettronico, si vede senza saperla
leggere la cifra segreta, l'emblema complesso dell'intelligenza collettiva,
il messaggio irenico disseminato in ogni direzione».


Rattus Norvegicus