Destra e sinistra in
Italia ? Oscurate dal Centro
Parlare di destra e sinistra, in Italia, ha
qualcosa di romantico e ingenuo allo stesso tempo. Lo dico per due ragioni.
In primo luogo ciò che è stato ritenuto ‘di
destra’ è diventato ‘di sinistra’ e viceversa a seconda delle convenienze del
momento. L’anomalia dell’esperienza politica di Berlusconi ha
modificato le carte in tavola. Posizionato certamente a destra, con alleati
certamente di destra, ha spesso disatteso alcune delle regole auree del
conservatorismo occidentale: abbassamento della pressione fiscale mai attuata,
debito pubblico mai aggredito, idea della giustizia e della legalità a dir poco
soggettivo.
La destra italiana non è mai nata, soffocata
dall’immagine dell’ex-Premier, e allo stesso tempo la sinistra italiana, forse
anche a causa di un vero interlocutore politico, non ha avuto il
coraggio di essere sinistra fino in fondo. Le liberalizzazioni
di Bersani, considerate da molti il punto più alto del governo Prodi,
appartengono a una dottrina politica ben lontana dal socialismo classicamente
inteso.
C’è chi sostiene che l’uscita di scena di
Berlusconi (quando avverrà) favorirà l’affermazione di una destra e di una
sinistra nuove e soprattutto vere e che questo, di conseguenza, porterà al
riposizionamento di politici, giornalisti, centri di potere e di pensiero verso
collocazioni più ‘naturali’. Non si può escludere che ciò effettivamente avvenga,
ma c’è bisogno di una condizione propedeutica: le nuove classi dirigenti
dovranno avere progetti politici davvero alternativi.
Deve essere chiaro il modello di società
proposto, le ricette economiche, la posizione sul progresso dei diritti civili.
E ci devono essere due modelli in campo. Non uno di più, non uno di meno: il
bipolarismo, ossia il sistema alla base della democrazia negli Stati
Uniti, in Inghilterra, in Francia, in Spagna, teoricamente anche in Germania è
una condizione politica irreversibile se davvero si vuole essere chiari con gli
italiani (e poi è l’unico risultato politico di Berlusconi: volete togliergli
davvero tutto?)
L’assenza di una sinistra e di una destra moderne
in Italia porta a un altro effetto distorsivo: l’utilizzo di categorie storiche
(e anche di nomi storici, in assenza di altro: Berlinguer e Almirante i più
citati) e dunque di divisioni storiche, pre-caduta del muro di Berlino, per
giustificare una presunta differenza culturale tra i due modelli alternativi.
Nel frattempo, però, è cambiato tutto e forse ci sono valori che è sbagliato
ridurre come patrimonio di una sola parte politica, perché sarebbe più
opportuno che siano considerati universali.
Perseguire la legalità, pagare le tasse,
rispettare l’ambiente, chiedere che i politici corrotti siano allontanati dalla
cosa pubblica, chiedere che gli sprechi di denaro pubblico siano puniti (per
citare i casi più eclatanti) sono aspetti che dovrebbero uscire dalla
discussione politica e spostarsi, piuttosto, sul terreno dell’educazione
civica.
La sostanziale assenza di una vera sinistra e di
una vera destra in Italia e la conseguente confusione ideologica è anche alla
base del secondo punto di riflessione. In Italia sinistra e destra erano
complementari alla Dc nella Prima Repubblica e, tutto sommato, le cose non sono
cambiate nella Seconda. Se è vero che non esiste più il grande partito di
Centro, è altrettanto vero che il Centro ha invaso destra e sinistra. E infatti
le due coalizioni (ipoteticamente) alternative non si chiamano sinistra e
destra, ma centrosinistra e centrodestra (con o senza
trattino, a seconda dei gusti).
Questa anomalia è tutta italiana ed è anche
grottesca. Riuscite a immaginate i centrolaburisti inglesi, i
centrorepubblicani americani, i centrosocialisti spagnoli, i centroconservatori
francesi?
Entrambe le coalizioni, tra le altre cose,
ospitano ex-democristiani e in alcuni casi strizzano gli occhi agli stessi
valori. Finché non torneremo a usare la parola ‘sinistra’ e la parola ‘destra’
(lo ribadisco: con due progetti alternativi. Non è solo una questione
semantica, anche se le parole aiutano a comprendere la realtà politica, non
essendo usate per caso) in Italia non ci sarà una vera sinistra e una vera
destra, ma due centri con qualche piccola differenza. Superabile, tutto
sommato, se arrivano i tecnici e se Monti vorrà governare anche dopo il 2013.
Dino Amenduni in risposta a tal malanzirotti ha pure aggiunto:
A me piace la campagna Obama-Romney. Si capisce la
differenza tra i due. Anche quella Sarko-Hollande.
Commento di Sergio Ghirardi :
Esempio fulgido di giornalismo
imbedded alla società dello spettacolo. Una vera e propria diarrea benpensante,
addomesticata, leggermente pop e decisamente conformista che si spinge fino ad
amare le campagne Obama-Rumney e Sarko-Hollande.
…Lei cambierebbe due fustini di
destra con uno di sinistra? Viva il bipolarismo della democrazia
spettacolare...In fondo anche Berlusconi ha i suoi meriti, non vorrete mica
levarglieli amici miei e via col vento fino ad Apocalipse Now per un borghese piccolo piccolo...