venerdì 2 novembre 2012

monologhi totalitari






Per chi come me diffida da ...un secolo...della società dello spettacolo denunciandola come fase terminale del capitalismo, le considerazioni qui esposte sono persino ovvie. Purtroppo non lo sono per molti elettori-spettatori o attivisti educati da generazioni a succhiare il biberon dei media prendendo per dialogo e agorà quelli che sono monologhi totalitari inoculati nei consumatori volontari d'ideologia politica.
A loro tempo, i situazionisti oltre che denunciare e descrivere per primi la società dello spettacolo, hanno saputo evitare assai bene nella loro pratica le trappole che la pseudocultura dominante usa per recuperare e devitalizzare ogni critica radicale. Nessuno di loro, infatti, ha mai messo il naso, in Francia o altrove, in programmi televisivi. Eppure vi assicuro che le richieste sono state ossessive in particolare per Debord e Vaneigem.
I media non devono diventare un tabu, ma sono un'arma in mano al nemico.
Debord ha usato la tv al momento del suo suicidio programmato (1995) per un ultimo messaggio radicale e un'ultima presa in giro dei galoppini giornalistici del totalitarismo economico che distrugge il mondo.
Per esperienza, Grillo ha ancora il potere mediatico per deturnare i media pur diffidandone, mentre partecipare alla messa in scena subendo passivamente la regia che la gestisce, significa farsi manipolare e diventare gli utili idioti di un sistema perverso.
Se si riesce a investire un media con piena libertà di discorso il mezzo è anche utilizzabile, ma partecipare da peones alternativi (come la magari brava ragazza vista a Ballarò)si traduce in un esercizio di politically correct che riduce il M5S a una caricatura.
Il tema merita comunque sviluppo.

ps Sorry per non aver mandato il mio documento come richiestomi per registrazione ma al momento qui in Francia non ho i mezzi tecnici per foto su computer. Poco male, sarà per la prossima volta. Intanto il vecchio mondo si sta decomponendo. Cerchiamo di sopravvivergli inventandone uno nuovo."