Per chi come me diffida da ...un
secolo...della società dello spettacolo denunciandola come fase terminale del
capitalismo, le considerazioni qui esposte sono persino ovvie. Purtroppo non lo
sono per molti elettori-spettatori o attivisti educati da generazioni a
succhiare il biberon dei media prendendo per dialogo e agorà quelli che sono
monologhi totalitari inoculati nei consumatori volontari d'ideologia politica.
A loro tempo, i situazionisti
oltre che denunciare e descrivere per primi la società dello spettacolo, hanno
saputo evitare assai bene nella loro pratica le trappole che la pseudocultura
dominante usa per recuperare e devitalizzare ogni critica radicale. Nessuno di
loro, infatti, ha mai messo il naso, in Francia o altrove, in programmi
televisivi. Eppure vi assicuro che le richieste sono state ossessive in particolare
per Debord e Vaneigem.
I media non devono diventare un
tabu, ma sono un'arma in mano al nemico.
Debord ha usato la tv al momento
del suo suicidio programmato (1995) per un ultimo messaggio radicale e un'ultima
presa in giro dei galoppini giornalistici del totalitarismo economico che
distrugge il mondo.
Per esperienza, Grillo ha ancora
il potere mediatico per deturnare i media pur diffidandone, mentre partecipare
alla messa in scena subendo passivamente la regia che la gestisce, significa
farsi manipolare e diventare gli utili idioti di un sistema perverso.
Se si riesce a investire un media
con piena libertà di discorso il mezzo è anche utilizzabile, ma partecipare da
peones alternativi (come la magari brava ragazza vista a Ballarò)si traduce in
un esercizio di politically correct che riduce il M5S a una caricatura.
Il tema merita comunque sviluppo.
ps Sorry per non aver mandato il
mio documento come richiestomi per registrazione ma al momento qui in Francia non
ho i mezzi tecnici per foto su computer. Poco male, sarà per la prossima volta.
Intanto il vecchio mondo si sta decomponendo. Cerchiamo di sopravvivergli
inventandone uno nuovo."