La direzione non ha gradito l’impresa degli scioperanti e
ha tagliato loro il riscaldamento e il collegamento informatico
fino a minacciare ritorsioni gravi. Così il giornale è stato redatto come un
foglio clandestino, in una redazione esterna e stampato con l’appoggio del
sindacato dei poligrafici. Tuttavia, i lettori, non solo quelli di Eleftherotypia
hanno atteso con grande interesse l’uscita di questo esperimento e hanno
incoraggiato gli autogestionari sommergendoli di messaggi di solidarietà contro
la dittatura del mercato che rende opaca la realtà greca. «Se non ci fosse
stato un clima di consenso nella maggior parte dei media – scive Litsis – con
la scusa che non ci sarebbe stata alternativa alla firma del primo catastrofico
memorandum da parte di Papandreu nel 2010, può darsi che avremmo visto il
popolo greco rivoltarsi in tempo per ribaltare una politica catastrofica per
tutta l’Europa».
Il caso non è isolato: sono sempre di più le aziende
hanno cessato da tempo di pagare i loro lavoratori e virtualmente abbandonate
dai propri azionisti in attesa di tempi migliori. Recente il caso
dell’ospedale di Kilikis nel centro della Grecia, ormai occupato
dal 6 febbraio e autogestito dai suoi lavoratori. Cure garantite
finché ci saranno le risorse e decisioni prese nell’assemblea pubblica. In
questo contesto, Eleftherotypia prova con l’autogestione a recuperare un ruolo
che aveva già svolto nel ’75 quando nacque come “giornale dei suoi redattori”
sulla spinta della radicalizzazione che seguì la fine della dittatura dei colonnelli.
Commento
di Sergio Ghirardi:
Dopo l'ospedale di Kilikis di cui mi sono premurato,
insieme ad altri appassionati della questione sociale, di mettere in rete e
diffondere il comunicato di autogestione, il crollo dello Stato greco potrebbe
tradursi nella rinascita del popolo greco e aprire a un esperimento di
autogestione generalizzata che attende da mezzo secolo di poter abrogare la
democrazia spettacolare. Questo sogno è altrettanto realistico che l'incubo
della povertà diffusa imposto cinicamente dalle banche e dai capitalisti.
Il paese della prima forma arcaica di democrazia potrebbe
diventare il laboratorio moderno di quella democrazia consiliare che dopo
l'effimero lampo del movimento delle occupazioni, nel maggio '68 in Francia, è riapparsa
nella comunità zapatista e poi nell'Argentina felicemente orfana di Stato,
senza mai riuscire, finora, a consolidarsi.
L'illusione di riformare il capitalismo ha funzionato da
carota per l'asino produttivista ma oggi la carestia di carote è lampante.
Il tema della democrazia diretta da teorico sta
diventando una pratica forse inevitabile per le masse di esclusi in crescita
esponenziale.
La Comune d'Europa potrebbe essere il prossimo progetto di un'umanità tornata al
centro del progetto sociale.
Val la pena di rifletterci, discuterne... e più se
affinità.