“Mi è dispiaciuto di vedere la satira sul ministro
Maria Elena Boschi. Ci sono tanti modi per fare satira, ma quando si cede al
sessismo la satira diventa qualcos’altro“. E’ la critica mossa da Laura
Boldrini alla parodia che Virgina Raffaele, durante la puntata
scorsa di “Ballarò” (Rai Tre), ha recitato del ministro delle Riforme e
rapporti con il Parlamento. Intervenendo a “In Mezz’ora”, su Rai Tre, il
presidente della Camera ha stigmatizzato duramente la satira, da lei definita
“sessista”, nei confronti delle donne, sia di destra, sia di sinistra: “Ho
conosciuto donne di Forza Italia che si impegnano, sono brave e lavorano
sodo, non vedo perché non debbano essere rispettate. C’è una dimensione
maschilista e trasversale, fare satira su aspetti estetici è sgradevolissimo.
Non ho visto l’imitazione di Francesca Pascale, sempre a “Ballarò”, ma
se aveva gli stessi accenti sessisti mi sarebbe dispiaciuto”. Boldrini
poi si esprime sulla riforma della legge elettorale e degli emendamenti sulla
parità di genere: “Le donne sono il 50% della popolazione, mi sembra
giusto che ci sia la stessa rappresentanza femminile nelle istituzioni
parlamentari. Il 67% degli italiani è favorevole e voterebbe i partiti con
ai vertici le donne. Questo fa paura”. Nel finale, durissimo attacco al M5S,
senza che venga menzionato esplicitamente: “Io ho amato molto il mio lavoro.
Quel patrimonio li me lo porto dietro e lo uso. Soprattutto il rispetto delle
istituzioni. Quindi, non tollero che si metta all’angolo l’istituzione,
respingendo al mittente tutti gli attacchi per delegittimare la democrazia.
Il populismo è una minaccia” – prosegue – “che tocca le istituzioni, e
quando in suo nome si mette in discussione lo stato di diritto, lo Stato ha il
dovere di respingere queste minacce. Bisogna prendere le distanze dalla
sopraffazione, dall’aggressività e dall’uso distorto delle parole”. E
aggiunge, puntualizzando la diversità di vedute col M5S: “Ci sono deputati
entrati in Parlamento con una agenda di rinnovamento come me. Ma le nostre
strade si sono divise. Quando c’era da cambiare dal di dentro si è visto che
non era chiaramente quello l’obiettivo di qualcuno. Se il cambiamento deve
passare per l’anno zero io non ci sto. Io non ho la loro visione distruttiva”
Il Fatto Quotidiano 10 marzo 2014
Commento di Sergio Ghirardi:
La Boldrini è la prova che si può usare la sacrosanta lotta
delle donne per la loro emancipazione come un boomerang ideologico. Questa
signora borghese è più borghese che signora (critica di classe e non di genere)
se per signora s'intende una donna libera e per borghese una rappresentante
autoritaria delle istituzioni dominanti. Dietro la maschera della
"democrazia" il suo discorso è sinistramente
reazionario e autoritario e la gentilezza apparente copre come un rossetto
maschilista la smorfia di disprezzo che la spinge a reprimere chi non è
d'accordo con lei. Le sue opinioni sono sacre quelle altrui blasfeme. Questa
signora crede al diavolo come qualunque prete che (non) si rispetti.