giovedì 31 luglio 2014

PD+PDL = LSD (Lega Sinistra e Destra)




Renzi e il patto del Nazareno: caro Pd, l’allucinazione sei tu?
Luisella Costamagna, il Fatto Quotidiano, 29 Luglio 2014


Caro Partito Democratico, i tuoi elettori hanno passato gli anni berlusconiani nella convinzione che tu e i tuoi predecessori faceste opposizione, che ci fosse una differenza ideale (e morale) tra te e il centrodestra, che se le cose non riuscivi a farle era solo perché non avevi i numeri, ma una volta al governo…
Ora però non hai più alibi. Anzi, la cosa più grave (e triste) è che le tue scelte e vicende attuali riscrivano parte della tua storia, ridefiniscano quelli cui abbiamo assistito in passato appunto come “alibi”. Il timore, in chi ha creduto in te e ti ha votato – timore sempre più fondato –, è che non sia stato l’avvento di Renzi ad averti fatto #cambiareverso, bensì che questa sia solo un’operazione di maquillage per rivelarti agli italiani per quello che, in fondo, sei sempre stato. Renzi come la tua “operazione trasparenza”. E quello che si vede è tutt’altro che piacevole. Immagina com’è difficile, per chi per anni ha combattuto al tuo fianco contro Berlusconi, vederti ora stringere patti segreti con lui. Cambiare la Costituzione, il Parlamento, il mondo del lavoro, la giustizia, nella direzione che lui avrebbe voluto e tu dicevi di combattere. Sentirti dire che è “un’allucinazione” e “una bugia” che la riforma elettorale e del Senato siano svolte autoritarie (come sostengono fior di costituzionalisti e i centinaia di migliaia di italiani che hanno sottoscritto l’appello di questo giornale), come avrebbe fatto un Capezzone qualunque, e togliere la voce a chi si oppone imponendo la ghigliottina.
Il tutto citando Fanfani. Immagina com’è doloroso, per chi ha creduto in te e nella tua presunta superiorità morale rispetto al centrodestra, assistere alle stesse inchieste, arresti, spartizioni di mazzette, e poi vedere salvati dalle stesse norme (che insieme avete votato) Penati e Berlusconi. Immagina com’è incomprensibile, e insieme illuminante, constatare che nonostante il M5s ti offra i suoi numeri sostanziosi su un piatto d’argento – tardivamente, ok, ma te li offra – per fare una legge elettorale migliore, ripristinare le preferenze, togliere l’immunità, istituire il reddito di cittadinanza, la legge sul conflitto d’interessi e tutte le altre cose che dicevate di voler fare una volta al governo, tu scegli sempre e comunque Berlusconi “anche se fosse stato condannato”.
Caro Pd, ora che non hai più alibi, che non puoi più dire “sono costretto”, bensì scegli consapevolmente questa strada, una voragine si apre nella mente del tuo elettorato: che – ripeto – non sia stato Renzi a cambiarti, ma che tu sia così, che lo sia sempre stato. Che l’allucinazione sia quella che gli avete fatto vivere in tutti questi anni: di essere alternativi e non due facce della stessa medaglia. In autunno i nodi economici verranno al pettine, le promesse di Renzi si misureranno (schianteranno?) con la realtà. E allora, magari, chiederà il voto. Lui se la caverà (forse di nuovo alla grande) e Berlusconi – libero ormai dai servizi sociali – pure. Ma tu? E il Paese? Un cordiale saluto.

Commento di Sergio Ghirardi:

Io faccio parte di quanti non ci hanno mai creduto e ancor meno ci credono (o ci crederanno) anche quando dei nuovi burocrati parlamentaristi coprono (o copriranno) la loro faccia partitica con la maschera carnevalesca di un movimento spettacolare. In realtà la gente vota PD come altri, ma anche gli stessi, votavano DC: per ignobile fede. Una fede che come tutte le fedi, nessuna esclusa, è solo apparentemente laica.
Nello specifico del PD, l’umiliazione è sobriamente incravattata coi resti in decomposizione dell'ideologia comunista autoritaria che condivide con le ranocchie d'acqua benedetta (quelle che hanno fatto marciare l'Italia verso l’abisso per un doppio ventennio, dopo quello fascista e prima di quello berlusconiano) la stessa becera logica da via crucis, lo stesso irrazionalismo dispotico legato a un'affettività malata e fobica del corpo e della vita.
Apologia del lavoro e apologia del sacrificio si uniscono in un unico inno alla servitù volontaria (dio, patria, famiglia e partito). Il Leviatano gongola dall’estrema destra all’estrema sinistra e ormai solo la dolcemente rivoluzionaria terza via consiliare, oltre e contro la sottomissione umiliata e l'opposizione di maniera che lascia il temporale che trova, lascia aperta agli uomini liberi una via non tanto alla speranza quanto alla volontà di vivere e al suo progetto poetico di godimento della vita individuale e sociale (poesia da poieo, in greco: passaggio all'atto).
Questa società moribonda aspetta solo i poeti che decidano di farne il funerale aprendo le porte a un nuovo mondo in attesa da troppo tempo.