mercoledì 8 dicembre 2010

la rivoluzione come il vaccino: ogni tanto ci vuole un richiamo


Se ho tradotto e riproposto questa lettera di un cittadino francese al suo Presidente della Repubblica, è perché essa mi pare esemplare nell'annunciare l'insurrezione a venire con piena trasparenza, ridicolizzando tutti i deliranti "comitati invisibili" che vorrebbero ancora una volta dirigerci a nostra insaputa. Come se per liberarci dal giogo di quelli che decidono tutto al nostro posto, riempiendosi la bocca di una democrazia inesistente, ci si potesse consegnare a qualche neoburocrate con pretese rivoluzionarie che si prenderà cura del nostro bene.

La prossima rivoluzione sarà fatta da tutti e da ciascuno nel nome di ciascuno e di tutti, oppure non sarà altro che l’ennesima controrivoluzione da cui metteremo ancora una volta anni a liberarci, oppressi da un ennesimo autoritarismo meccanicista e dalla sua ideologia mistica. Per di più non ci sarà neppure più il tempo, probabilmente, per ritornare sui propri passi dopo essersi perduti ancora una volta come pecore, ranocchie e topi dietro l’ambigua guida di pifferai magici sempre pronti alla narcisistica bisogna.

Il testo in questione ha una sua spontanea poesia radicale ma presenta qualche limite di radicalismo borghese. Oltre il fatto, decisamente secondario, che Maria Antonietta sembra non avere mai pronunciato la fatidica frase, l’autore ignora l'ipotesi radicale della democrazia diretta, parla della rivoluzione in modo arcaico come una vendetta e una disgrazia, è ambiguo nei confronti dei più poveri che starebbero meglio di chi lavora, quasi che ciò fosse una loro colpa.

Effettivamente il dato in questione è piuttosto vero, ma ciò dovrebbe ancor più inalberare contro la nocività e l’inutilità straripante del lavoro salariato che produce soprattutto disoccupazione. Sta a chi lavora, se non è masochista, di non sbagliarsi di nemico. Anziché pretendere in compensazione lo sfruttamento intensivo anche di chi resiste ai margini del sistema, il lavoratore sfruttato provi piuttosto anche lui a smettere, come e appena lo può, di farsi sfruttare. Ultimi e penultimi devono allearsi, non battersi tra di loro. Solo allora tutti insieme potremo distribuire equamente il poco lavoro rimasto utile e le molte ricchezze non alienate pronte a essere raccolte.

Chi lavora di meno (senza ricattare gli altri obbligandoli al lavoro com’è solo prerogativa dei proprietari dei mezzi di produzione) può diventare un esempio positivo per chi lavora troppo. Una tal evidenza è il tabu maggiore della società spettacolare mercantile, ma ciò non emerge chiaramente dal testo.

Lo sciopero generale che segnerà la fine della civiltà del lavoro alienato comincia già nella predisposizione spontanea di ognuno a RIFIUTARE IL RICATTO ECONOMICO E IL LAVORO ALIENATO CHE LO REALIZZA.

Pur senza poter toccare l’irraggiungibile profondità kafkiana dell’Italia contemporanea, la descrizione dell’imputridimento progressivo della democrazia spettacolare in Francia ricorda da vicino la peste berlusconiana. La fiducia nell’insurrezione prossima del “cittadino borghese” esasperato è, invece, intrinseca al contesto culturale francese mentre per l’Italia quest’ipotesi ha una cittadinanza aliena.

La mafia economica estende ormai i suoi tentacoli ovunque, ma non è privo di conseguenze sulle coscienze terrorizzate e umiliate, il fatto che in Italia affondino le radici storiche della sottomissione bigotta, del ricatto opportunista e dell’assassinio cinico come metodo di potere. Un po’ come presso l’amico Putin, altalenante tra Zarismo e bolscevismo. Più che come una repubblica bananiera, infatti, l’Italia sembra funzionare come una federazione di mafie regionali intrallazzanti tra loro.

Sergio Ghirardi

Lettera aperta a Nicolas Sarkozy

Audace il dottore ! E’ davvero nelle pagine gialle…

Docteur Christian SADEK Médecin généraliste Les Prades 46250 CAZALS

à Monsieur Nicolas SARKOZY Président de la République Française, le 8 mars 2010

Monsieur le Président de la République,

Con tutto il rispetto dovuto alla Sua funzione, mi permetto di inviarle questo piccolo presente: un gancio da macellaio. Non è per appendervi Mr. Dominique de Villepin e neppure ciò ha niente a che vedere con le pallottole da nove mm. che Le sono state inviate anonimamente. Io Le dico chi sono e perché Le invio quest’oggetto.

In quanto medico di campagna, ho contatti quotidiani con la Francia dei “piani bassi”, agricoltori, artigiani, professioni liberali, commercianti impiegati salariati che sono costretti a lavorare sempre di più per guadagnare, in effetti, sempre di meno. Incontro anche persone iscritte al RSA (sussidio per i più poveri di circa 400 euro mensili -ndt). Molti di loro lavorano al nero, arrivano a ottenere diverse allocazioni e, non avendo tasse da pagare, se la cavano meglio di quelli che hanno un salario minimo lavorando sette ore al giorno e molto meglio dei nostri contadini che lavorano più di 60 ore alla settimana per 365 giorni e sono spesso costretti a frequentare i “Restaurants du Cœur” (organizzazione creata da Coluche per dare un pasto ai più poveri -ndt) per nutrire i loro figli.

Che dire, poi, dei pensionati, sempre più in difficoltà per cavarsela. Io misuro tutti i giorni la febbre della popolazione della nostra zona e non so se sia una conseguenza del preteso surriscaldamento climatico, ma la temperatura sale, sale lentamente ma continuamente, e un giorno il tutto finirà per esplodere. Penso che sia come il “big one” sulla faglia di S. Andrea: si sa che deve arrivare ma non si conosce la data. E quanto io avverto nel cantone di Cazals, ma lo risento anche negli altri territori di Francia. Sarebbe un peccato che il nostro paese sul bordo del fallimento, fallimento in gran parte dovuto all’incompetenza e alla corruzione dei nostri enarchi (diplomati dell’ENA, scuola nazionale di amministrazione da cui esce in gran parte la classe politica francese -ndt), fosse vittima di una terza rivoluzione che finirebbe per rovinarlo.

Come nel 1789, la rivoluzione potrebbe accendersi per una parola di troppo. Allora si dice sia stata Maria Antonietta a pronunciare la famosa frase “ se non hanno più pane che mangino brioche”. L’ENA non esisteva ancora, ma avevamo già un’enarca che ignorava come si fa il pane e la brioche: nessun rapporto con la realtà delle condizioni di vita della gente sul terreno. Forse è per evitare questo che i nostri enarchi e uomini politici fanno dei lunghi discorsi che ci addormentano e non vogliono più dire niente: ciò evita almeno di mettere il fuoco alle polveri mentre si compiacciono di mettere in fila molte parole ma nessuna idea. Siamo in presenza di uno Stato che diventa sempre più inquisitore nei confronti dei suoi cittadini, sempre più repressivo nei confronti della gente onesta, sempre più lassista verso i delinquenti. Ha Lei forse paura dei delinquenti, signor Presidente?

Eppure saranno gli onesti a fare la prossima rivoluzione perché ne hanno abbastanza che 1789 non serva più a niente e che i cittadini siano solo buoni a pagare le tasse. Come medico, penso che la rivoluzione sia come il vaccino: ogni tanto ci vuole un richiamo. È troppo tempo, ormai che è stato somministrato l’ultimo richiamo.

Dopo il depistaggio dei delinquenti all’età di tre anni, la tassa carbone che risparmia i maggiori inquinatori (i suoi amichetti), i radar stradali “pompe” a denaro, che cosa ci inventerete ancora? Forse la riesumazione delle Lettres de Cachet (lettere con sigillo reale che durante l’Ancien Régime contenevano ordini d’imprigionamento o esilio -ndt). Sperando di non essere io la prima vittima!

Lei ci sta preparando una Francia all’americana. Ma non quella di Obama! Quella di Bush, marionetta della CIA e delle lobby dell’industria e dell’armamento. Il suo idolo era G.W. Bush. Salta agli occhi. L’Europa geografica aveva un paese servo degli americani (l’Inghilterra), ora ne ha due. Al momento dell’invasione dell’Iraq da parte degli americani, dovrei dire della CIA, degli industriali dell’armamento e accessoriamente di G. W. Bush, J. Chirac ha probabilmente preso l’iniziativa migliore dei suoi mandati: non andarci. Se non fosse accaduto credo che il nostro paese che conta 1/6 di musulmani sarebbe imploso. In medicina si dice “primum non nocere”, prima di tutto non nuocere,e Chirac l’ha messo in pratica.

Lei sta, lentamente ma sicuramente, trasformando il paese in una dittatura perché Lei ha lo spirito di un piccolo dittatore; esiste una grande somiglianza tra Lei e Napoleone III, detto il piccolo (dixit Victor Hugo). A parte qualche ministro, Lei si è circondato d’incompetenti conclamati (il che, però, è forse voluto) che non hanno nessuna conoscenza reale del terreno come, per esempio madame Bachelot che ci ha mostrato il suo talento nella gestione della “grossa” epidemia d’influenza A. Meno male che per virulenza il virus H1 N1 non aveva niente a che vedere con quello H5 N1, altrimenti ella avrebbe contribuito a decimare il paese: avrebbe forse risolto il problema della disoccupazione creando un gran numero di posti negli istituti funerari.

Dice il proverbio: “Nel regno dei ciechi i guerci sono re”. Temo che l’abbiate fatto vostro. Ma, in effetti, quest’epidemia d’influenza non era forse un diversivo per fare parlare d’altro che della crisi che avrebbe rischiato di rendere gli spiriti bollenti? Inviandole questo presente non faccio minacce, mi ispiro un po’ a Lei - dopotutto è stato Lei il primo a parlare di gancio da macellaio -, faccio soltanto della prevenzione.

Sarebbe davvero spiacevole che la Sua mancanza di buon senso, la sua distanza dalla Francia dei “piani bassi”, come l’aveva detto J. P. Raffarin (vecchio primo ministro di Chirac -ndt), la possa condurre a trovarsi sospeso dal popolo o, peggio ancora, che la Ghigliottina, relegata al museo da Robert Badinter, riprenda servizio e funzioni al ritmo che aveva conosciuto sotto il Terrore. Le ricordo che Lei è il presidente di tutti i francesi anche se tutti non hanno votato per Lei e che è stato scelto perché si occupi del nostro Paese, non per annientarlo.

Io sono un liberale, ma sono per il liberalismo scelto e non subito e imposto. Lei sta creando un sistema di salute all’americana, cioè a due se non a tre velocità, mentre Mr. Obama cerca di fare marcia indietro e restituire l’accesso alle cure a tutti gli americani che ne erano esclusi.

Lei sta annientando l’insegnamento che è l’esempio tipico dell’investimento a lungo termine in cui si investe oggi del denaro (le nostre tasse) per formare i cervelli che costituiranno l’elite intellettuale di domani. I paesi nordici come la Finlandia (strano che non citi l’Italia della Gelmini -ndt) l’hanno ben capito.

Con la soppressione del giudice d’istruzione, Lei sta tentando di creare una giustizia agli ordini del potere (vi ricorda qualcuno?- ndt). La Francia diventerà una repubblica bananiera se non lo è già. Alla velocità con cui Lei sta andando, la Francia sarà il primo paese sottosviluppato d’Europa (il secondo, solo il secondo -ndt): niente più università, ospedali, industrie, servizi pubblici agricoltura; tutt’al più una riserva di Galli per turisti stranieri (per ora in Francia non crollano ancora le case dei gladiatori -ndt).

Attenzione! I Galli come Asterix e Obelix potrebbero davvero entrare in Resistenza.

Tra 15 giorni invierò questa lettera a N.Sarkozy, accompagnata dal suo “regalo”, il gancio da macellaio. Diffondetela al massimo affinché circoli dappertutto nel paese. Se un gran numero di persone è informato io non rischio nulla.

Conto su di voi. Viva la libertà d’espressione !!!!!!!