sabato 11 dicembre 2010

Si salvi chi può







Gianluigi Nuzzi ha pubblicato un libro che riporta le affermazioni del pentito Di Bella a proposito di vari soggetti, tra i quali anche il ministro leghista Castelli, e i loro legami con la famiglia ndranghetista dei Coco Trovato attiva in quel di Lecco.

C'è stato l'Infedele di Lerner lunedì e poi Annozero di giovedì con quasi gli stessi interlocutori coinvolti per illustrarci come il potere tribale delle mafie, e specialmente la Ndrangheta, possano benissimo convivere con lo stato, se ne siano anzi ben impadroniti semplicemente ricattando qualcuno e/o facendone un esecutore fedele per coprire i traffici milionari che ogni giorno affollano le prime pagine e giustificano provvedimenti .
Cambiare sistema si può?
Se il potere politico ha a disposizione la possibilità di stabilire per legge quanto togliere dalle tasche di persone e società per poi organizzare appalti e pagare consulenze, se la metà del PIL entra nelle casse pubbliche e chi gestisce questo immenso flusso di denaro può essere condizionato non si cambierà nulla.
I bravi cittadini onesti quanto disinformati e impotenti possono magari limitare i consumi nocivi e i rifiuti inquinanti, non sprecare l'acqua di rubinetti e sciacquoni ma nello stesso momento non riescono a difendersi né dal fisco né dalla spesa pubblica degli appalti convinti che qualcuno lo stia facendo per loro.
La Lega ha deciso di spendere montagne di denaro per la cosiddetta sicurezza: video-sorveglianza, guardie giurate, carceri, ronde, cancellate attorno ai parchi, corsi di autodifesa, nuove scuole private e convenzioni sanitarie.
Comunione e Liberazione controlla tutti gli accessi alle convenzioni ospedaliere e farmaceutiche e le nomine dei primari.
Tutta la vita delle persone è soggetta a permessi e autorizzazioni, e per ogni permesso è possibile pretendere una mazzetta, o negare una firma.
I piani regolatori decidono quali terreni possono o devono essere espropriati creando plusvalenze immobiliari dal nulla e a danno (irreversibile) del territorio, ogni giorno più cementificato e in pericolo idro-geologico.
I condoni e lo scudo fiscale rendono vana ogni indagine per l'indebito arricchimento di sconosciuti come dei commissari nominati dalla politica degli esperti pagati dalla P.A.
Se un imprenditore subisce attentati e minacce per aver accettato un appalto senza passare dal capo mafia locale nessuno lo aiuta a salvare né la sua azienda o se stesso e i suoi famigliari.
Questo Stato in realtà delinque per primo attraverso le persone che i partiti hanno nominato nei punti da cui si esercita il potere.
Tutti hanno paura per sé e i propri parenti dato che le vendette sanguinose non sono mai cessate e non temono certo di andare in trasferta anche all'estero oltre che al Nord.
Il ministro Castelli e tutti i leghisti in questi giorni se ne vanno in giro con i volantini con cui chiedevano negli anni ‘90 di togliere il soggiorno obbligato al Nord dei mafiosi dicendo che fin da allora combattevano la mafia. Ma forse in realtà non la combattevano affatto, semplicemente i mafiosi non volevano il soggiorno obbligato e la Lega era d'accordo con loro, partito populista per eccellenza quale è....
Combattere la mafia vorrebbe dire combattere la spesa pubblica senza controllo e senza trasparenza, ovvero combattere il funzionamento senza democrazia interna dei partiti politici e gli oscuri "legami col territorio" da cui arrivano i voti "vincolanti" che donano l'accesso alle stanze del potere amministrativo e ai soldi, tantissimi soldi.
Ha ragione Gad Lerner a ricordare come la Lega fece un bel botto con il 19% già allora nel 1990.
Quindi Castelli nega l'incontro con Coco Trovato ma non trova altri argomenti per giustificare quello che gli ha contestato Fava ad Annozero: come mai oggi, in previsione di EXPO 2015, hanno votato contro la commissione antimafia di Milano?
Come mai il prefetto Lombardi ha negato le infiltrazioni mafiose in provincia di Milano e Maroni non l'ha zittito anzi continua ad appoggiarlo tranquillamente?
Invece ha dato addosso a Saviano che ha quasi banalmente richiamato il fenomeno a Vieni via con me con tanto di video a documentare il rito di iniziazione tipico svoltosi proprio nel cuore della Brianza?
Non c'è affatto una guerra alla mafia da parte dello Stato, questa è la semplicissima verità, perché non c'è un vero confine che li divida, da una parte la legge e dall'altra il crimine.
Come ha detto anche il giudice Gratteri che ci lavora da tempo, e ha dato alle stampe un testo molto utile: La Malapianta, ormai abbiamo uomini delle organizzazioni mafiose dentro i gangli fondamentali dello stato e dell'economia come della società in senso lato: insegnanti, preti, medici, commercialisti, notai, magistrati, professori, ingegneri, geometri e artisti, bancari e banchieri, un intero popolo di affiliati e collusi o corrotti.
Il business delle mafie al Nord è incentrato soprattutto dove la fantomatica economia sana manca: le banche non finanziano le imprese e arriva l'usura quasi come un salvagente: chiunque anziché morire oggi preferisce morire (forse) domani, e ogni giorno si abbassa il livello etico generale, non a caso i costumi si rilasciano tanto quanto la morale economica e politica: nel gran decadimento generale ciascuno si comporta secondo la logica del "si salvi chi può"
Un semplice individuo che si sia illuso di non essere determinante per nessuno, dall'oggi al domani si ritrova sotto pressioni insopportabili per chiunque, e cede, anzi magari ritrova un piccolo tornaconto personale - in fondo le mafie sono meno ingenerose dello Stato - un appalto, un lavoro per i figli, un permesso di costruire, tutto quello che politica e mafia insieme possono rendere possibile o invece negare, moneta sonante e ben comprensibile sul tavolo del potere.
Poco ci vuole a capire la natura di questo potere scevro da qualsiasi mondanità, da qualsiasi luce, dove il grande capo è capace di vivere in buchi sotto il pavimento per anni, senza alcun conforto o benessere ma con la consapevolezza di tenere i fili del potere su tutto e tutti, una soddisfazione che non ha prezzo e che diventa il fondamento del Rispetto mafioso, sinonimo di paura e ammirazione in dosi tali che la guerra contro di esso in realtà neppure è mai cominciata.
La volontà di potenza dispiegata, maligna e perversa in una simbiosi del tutto naturale con le leggi economiche dello sfruttamento e del ricatto.