sabato 15 giugno 2013

Decrescita piacevole







Minima RIFLESSIONE sul BLOG del FATTO a proposito di decrescita.

Anche qui emerge, dominante, l'insopportabile idiozia di chi difende una patria soltanto ideologica, contro il nemico, lo straniero che viene a imporre la decrescita folle al progressismo, patria della bontà crescente, razionale e meravigliosa.
Basta. 
La realtà evidente è che ormai nessuno è contento e l'unico piacere sembra essere la speranza che l'altro stia peggio, capisca meno, sia lo stronzo che disperatamente si cerca come capro espiatorio.
Questa è la fase terminale della malattia produttivista: insieme al valore economico cresce una disperazione orrenda la cui sola diga rimasta è chiamarla progresso.
Io non credo che la decrescita possa essere felice, solo gli esseri umani ogni tanto lo sono, quando crescono e decrescono armoniosamente al ritmo dell’orgasmo del vivente. 
Decrescere può essere piacevole se fa star meglio chi lo decide e lo esplora non per ideologia ma per volontà di vivere e intelligenza sensibile. 
Per rompere con una crescita economica delirante, parossistica e alienata.
Nell’immediato, più intimamente, nonostante la mia solidarietà, non credo che potrò ancora a lungo sottopormi al supplizio di dialoghi virtuali con servotori volontari sordi e impotenti.

Sergio Ghirardi