Guy Debord, prototype Le Jeu de la Guerre in Les Jeux stratégiques et historiques, 1977 |
Il Dispotismo Occidentale
La conversione delle democrazie rappresentative dell’Occidente
nel senso di un dispotismo interamente nuovo ha assunto, a causa del virus, la
figura giuridica della “forza maggiore” ( in giurisprudenza la forza maggiore
è, come sappiamo, una circostanza che esonera dalla responsabilità). Dunque il
nuovo virus è, al tempo stesso, il catalizzatore dell’avvenimento e l’elemento
di distrazione delle masse per mezzo
della paura.
Per quante ipotesi io avessi espresso nel mio libro Del terrorismo e dello Stato (1979) sulla
maniera in cui questa conversione, ai miei occhi ineluttabile, della democrazia
formale in dispotismo reale di sarebbe svolta, riconosco che non avevo
immaginato che essa potesse avvenire con il pretesto di un virus. E peraltro le
vie del Signore sono davvero infinite. Come pure quelle dell’astuzia della ragione hegeliana.
L’unico riferimento, posso dire, tanto profetico quanto
inquietante, l’ho trovato in un articolo che Jacques Attali, già al vertice
della banca BERD, aveva scritto su l’Express
durante l’epidemia del 2009: “se l’epidemia
è un po’ più grave, cosa possibile, poiché risulta trasmissibile da uomo a
uomo, essa avrà conseguenze davvero planetarie: economiche (i modelli lasciano
pensare che essa potrebbe causare una perdita di tre trilioni di dollari vale a
dire una riduzione del 5% del PIL mondiale) e politiche (a causa dei rischi di
contagio …. ). Si dovrà per questo, predisporre una polizia mondiale, una condivisione mondiale e di conseguenza una
fiscalità mondiale. Si arriverà allora, molto più in fretta di quel che avrebbe
permesso la sola ragione economica, a gettare le basi di un vero e proprio
governo mondiale”.
La pandemia era dunque prevista: quante simulazioni ne erano
state predisposte dalle grandi compagnie di assicurazione! E dai servizi di
protezione degli Stati. Appena qualche giorno fa, l’ex primo ministro
britannico Gordon Brown ritornava sulla necessità di un governo mondiale: “Gordon Brown ha esortato i dirigenti
mondiali a creare una forma temporanea di governo mondiale per fronteggiare le
due crisi medica ed economica causate dalla pandemia di Covid-19”.
Occorre appena aggiungere che una simile occasione può
essere colta o creata, senza che questo cambi granché. Una volta che l’intenzione
ci sia, e la strategia sia stata disegnata, è sufficiente avere il pretesto e
agire poi di conseguenza. Nessuno, fra i capi di Stato è stato preso alla
sprovvista, salvo che al primissimo momento, a causa della stupidità di questo
o di quello. Dopo, da Giuseppe Conte a Orban, da Johnson a Trump, etc, tutti
questi politici, anche i più rozzi, hanno rapidamente compreso che cosa il
virus li autorizzava a fare delle vecchie costituzioni, regole e leggi. Lo stato di necessità assolve da ogni
illegalità.
Una volta che il terrorismo, di cui si ammetterà che si era
un po’ troppo abusato, aveva esaurito la maggior parte delle proprie
potenzialità, così bene sperimentate dappertutto nei quindici primi anni del
nuovo secolo, è venuto il momento di passare alla tappa successiva, come l’avevo
annunciata già nel 2011, nel mio testo Du
terrorisme au despotismo.
D'altronde l’approccio antiinsurrezionale che ha preso
immediatamente e dappertutto quel che viene chiamato del tutto impropriamente
la “guerra contro il virus”, conferma l’intento che sottintendono le operazioni
“umanitarie” di questa guerra, rivolta non contro il virus, ma contro tutte le
regole, i diritti, le garanzie, le istituzioni e i popoli del vecchio mondo:
parlo del mondo e delle istituzioni che sono state instaurate in seguito alla
Rivoluzione francese, e che scompaiono ora sotto i nostri occhi nel giro di
qualche mese, con la stessa rapidità con cui era scomparsa l’Unione Sovietica. L’epidemia
finirà, ma non finiranno le misure, le possibilità e le conseguenze che essa ha
scatenato e che stiamo sperimentando. Stiamo partorendo un nuovo mondo nel
dolore.
Assistiamo dunque alla
decomposizione e alla fine di un mondo e di una civiltà, quella della
democrazia borghese, con i suoi Parlamenti, i suoi diritti, i suoi poteri e
contropoteri ormai perfettamente inutili, perché le leggi e le misure
coercitive vengono dettate dall’esecutivo, senza
essere ratificate immediatamente dai Parlamenti, dove il potere
giudiziario, come pure quello della libera opinione perde ogni residua
apparenza di indipendenza, e quindi la loro funzione di contrappeso.
Si abituano così bruscamente e traumaticamente i popoli
(come sancisce Machiavelli, “il male va
fatto tutto in una volta, cosicché coloro a cui lo si fa non abbiano il tempo
di assaporarlo”): essendo il cittadino,
scomparso già da tempo in favore del
consumatore, quest’ultimo si vede oggi ridotto al ruolo di semplice paziente,
sopra il quale si ha diritto di vita
e di morte, al quale si può somministrare qualsiasi trattamento, o anche
decidere di sopprimerlo, a causa della sua età (produttiva o improduttiva, o di
qualsiasi altro criterio stabilito arbitrariamente e senza appello, a discrezione
del curante, o di altri. Una volta imprigionato in casa, o all’ospedale, che
cosa può fare contro la coercizione, gli abusi, l’arbitrio?
La carta costituzionale si trova sospesa, per esempio in
Italia, senza che si sollevi la minima obiezione, neppure dal “garante” delle
istituzioni, il presidente Mattarella. I soggetti, ridotti a semplici monadi
anonime e isolate, non hanno più alcuna “uguaglianza” da far valere né diritti
da rivendicare. Il diritto stesso non sarà più normativo, ma va divenendo discrezionale,
come la vita e la morte. Si è visto che, con i pretesto del coronavirus, in
Italia si possono uccidere tutti insieme e impunemente 13 o 14 detenuti inermi,
di cui non ci si cura nemmeno di comunicare i nomi, né i delitti, né le
circostanze, e nessuno se ne cura. Si
fa ancora meglio dei tedeschi nella prigione di Stamheim. Almeno per i nostri
crimini dovrebbero ammirarci!
Non si discute più di nulla salvo che di soldi. E uno Stato
come l’italiano si trova ridotto a mendicare al sinistro e illegittimo Eurogruppo
i capitali necessari per la trasformazione dalla forma democratica alla forma
dispotica. Quello stesso Eurogruppo che nel 2015 volle ferocemente espropriare
l’intero patrimonio pubblico greco, compreso il Partenone, conferendolo a un
fondo situato in Lussemburgo, sotto controllo germanico: lo stesso Der Spiegel definì allora i diktat dell’Eurogruppo come “un
catalogo delle atrocità” destinato a mortificare la Grecia, e Ambrose Evans-Pritchard,
sul Telegraph, ha scritto che se si voleva mettere una data alla fine del
progetto europeo, era precisamente quella data. Ora la cosa è fatta. Rimane soltanto
l’euro, a sua volta del tutto provvisoriamente.
Il neoliberismo non ha avuto a che fare con le antiche lotte
di classe, non ne conserva neppure la memoria, crede di averle cancellate
perfino dal dizionario. Si crede ancora onnipotente; il che non significa che
non le tema: giacché sa bene tutto quello che si prepara a infliggere ai
popoli. E’ evidente che la gente comincerà presto ad avere fame; è evidente che
i disoccupati saranno una folla; è evidente che quelli che lavorano in nero, (4.000.000 in Italia) non riceveranno alcun
sostegno. E coloro che hanno un lavoro precario, e nulla da perdere,
cominceranno lotte e sabotaggi. Ciò spiega perché la strategia di risposta alla
pandemia è prima di tutto una strategia di contro insurrezione. Se ne vedranno
di belle in America. I campi della FEMA si riempiranno alla svelta.
Il nuovo dispotismo ha dunque almeno due ragioni forti per
imporsi in Occidente: per fare fronte alla sovversione interna che esso stesso
provoca e attende; e per prepararsi alla guerra esterna contro il nemico
designato, che è anche i più antico dispotismo della storia, al quale non c’è
nulla da insegnare dopo il libro delSignore Shang (IV secolo a.C.) – libro che tutti gli strateghi occidentali
dovranno affrettarsi a leggere, con la massima attenzione. Se si è deciso di
attaccare il dispotismo cinese, occorre incominciare dimostrando di essere
migliori sul suo stesso terreno: vale
a dire più efficaci, meno costosi e più efficienti. In breve, un dispotismo
superiore. Ma tutto ciò rimane da
dimostrare.
Grazie al virus, la fragilità del nostro mondo appare in
piena luce, il gioco che viene giocato attualmente è infinitamente più
pericoloso del virus, e causerà molti più morti. D’altra parte i contemporanei
sembrano temere unicamente il virus…
Sembrerebbe che l’epoca attuale si sia data per fine di
contraddire quanto diceva Hegel, a proposito della filosofia della storia: “ la
storia del mondo è il progresso della coscienza della libertà”. Ma la libertà
stessa esiste unicamente nella misura in cui si trovi in lotta con il proprio
contrario – aggiungeva. Dove troviamo questo oggi? allorché in Italia e in
Francia è la gente a denunciare coloro che non obbediscono?
Se è stato sufficiente un semplice microbo per far
precipitare il nostro mondo nell’obbedienza al più ripugnante dei dispotismi,
ciò significa che il nostro mondo era già
così pronto a questo dispotismo che un semplice microbo gli è risultato
sufficiente.
Gli storici chiameranno il tempo che sta incominciando ora l’epoca del Dispotismo Occidentale.
Gianfranco Sanguinetti
1 aprile 2020
traduzione di Paolo Ranieri e Gilda Caronti
traduzione di Paolo Ranieri e Gilda Caronti
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LE DESPOTISME OCCIDENTAL
Gianfranco Sanguinetti
le 1er Avril 2020
La conversion des démocraties représentatives de l'Occident à un despotisme tout à fait nouveau a pris, à cause du virus, la figure juridique de la "force majeure" (en jurisprudence la force majeure est, comme on sait, un cas d'exonération de la responsabilité). Et donc le nouveau virus est, en même temps, le catalyseur de l'événement et l'élément de distraction des masses par la peur [1].
Pour autant d'hypothèses que j'avais émises depuis mon livre Du Terrorisme et de l’Etat (1979) sur la manière dont cette conversion, à mes yeux inéluctable, de la démocratie formelle au despotisme réel se serait faite, j'avoue que je n'avais pas imaginé qu'elle puisse advenir sous prétexte d’un virus. Et pourtant les voies du Seigneur sont vraiment infinies. Et aussi celles de l'astuce de la raison hégélienne.
La seule référence, on peut le dire, aussi prophétique qu'inquiétante, est celle que j'ai trouvé dans un article que Jacques Attali, ancien patron de la banque BERD, avait écrit dans L'Express pendant l'épidémie de 2009 :
"Si l'épidémie est un peu plus grave, ce qui est possible, puisqu'elle est transmissible par l'homme, elle aura des conséquences véritablement planétaires : économiques (les modèles laissent à penser que cela pourrait entraîner une perte de 3 trillions de dollars, soit une baisse de 5 % du PIB mondial) et politiques (en raison des risques de contagion...) On devra, pour cela, mettre en place une police mondiale, un stockage mondial et donc une fiscalité mondiale. On en viendra alors, beaucoup plus vite que ne l'aurait permis la seule raison économique, à mettre en place les bases d'un véritable gouvernement mondial." [2]
La pandémie était donc envisagée : combien de simulations avaient été faites par les grandes compagnies d'assurances! Et par les services de protection des Etats. Encore il y a quelques jours, l'ancien premier ministre britannique Gordon Brown retournait sur la nécessité d'un gouvernement mondial : "Gordon Brown a exhorté les dirigeants mondiaux à créer une forme temporaire de gouvernement mondial pour faire face aux deux crises médicales et économiques causées par la pandémie de Covid-19." [3]
Il faut à peine ajouter qu'une telle occasion puisse être saisie ou créée, ne change pas grande chose à l'affaire. Une fois que l'intention est là, et la stratégie dessinée, il suffit d'avoir le prétexte, et puis d'agir en conséquence. Personne, parmi les chefs d'Etat, n'a été pris au dépourvu, sinon au tout début, par la sottise de tel ou tel autre. Après, de Giuseppe Conte à Orban, de Johnson à Trump, etc., tous ces politiciens, aussi rustres qu'ils soient, ont vite compris ce que le virus les autorisait à faire des vieilles constitutions, règles et lois. L'état de nécessité pardonne toute illégalité.
Une fois que le terrorisme, dont on conviendra qu'on en a un peu trop abusé, avait épuisé la plupart de ses potentialités, si bien expérimentées partout dans les quinze premières années du nouveau siècle, le moment est venu de passer à l'étape suivante, ainsi que je l'annonçais depuis 2011, dans mon texte Du Terrorisme au Despotisme.
D'ailleurs l'approche contre insurrectionnelle qu'a pris tout de suite et partout ce qu'on appelle bien improprement la "guerre contre le virus", confirme l'intention que sous tendent les opérations "humanitaires" de cette guerre, qui n'est pas contre le virus, mais bien contre toutes les règles, les droits, les garanties, les institutions et les peuples du vieux monde : je parle du monde et des institutions qui ont été mis en place depuis la Révolution française, et qui disparaissent maintenant sous nos yeux en quelques mois, aussi vite qu'avait disparu l'Union Soviétique. L'épidémie finira, mais pas toutes les mesures, possibilités et conséquences qu'elle a déclenchées et qu'on est en train d'expérimenter. Nous accouchons d'un nouveau monde dans la douleur.
Nous assistons donc à la décomposition et à la fin d'un monde et d'une civilisation, celle de la démocratie bourgeoise avec ses Parlements, ses droits, ses pouvoirs et contre-pouvoirs désormais parfaitement inutiles, car les lois et les mesures coercitives sont dictées par l'exécutif, sans être ratifiés par les Parlements immédiatement, et où le pouvoir judiciaire, ainsi que celui de la libre opinion perd même toute apparence d'indépendance, donc leur fonction de contrepoids.
On habitue ainsi brusquement et traumatiquement les peuples (comme établi par Machiavel, "le mal doit se faire tout à la fois, afin que ceux à qui on le fait n'aient pas le temps de le savourer") : le citoyen ayant déjà disparu depuis longtemps au profit du consommateur, ce dernier se voit maintenant réduit au rôle de simple patient, sur lequel on a le droit de vie et de mort, auquel on peut administrer n'importe quel traitement, ou même décider de le supprimer, d'après son âge (productif ou improductif), ou d'après n'importe quel autre critère décidé arbitrairement et sans appel, à la discrétion du soignant, ou d'autres. Une fois emprisonné chez lui, ou à l'hôpital, que peut-il faire contre la coercition, les abus, l'arbitraire?
La charte constitutionnelle étant suspendue, par exemple en Italie, sans soulever la moindre objection, pas même par le "garant" des institutions, le président Mattarella. Les sujets, devenus des simples monades anonymes et isolées, n'ont plus aucune "égalité" à faire valoir ni de droits à revendiquer. Le droit lui-même ne sera plus normatif, mais devient déjà discrétionnaire, comme la vie et la mort. On a vu que, sous prétexte de coronavirus, en Italie on peut tuer de suite et impunément 13 ou 14 prisonniers désarmés, dont on ne se soucie même pas de donner les noms, ni les crimes, ni les circonstances, et personne ne s'en émeut. On fait mieux encore que les allemands dans la prison de Stammheim. Au moins pour nos crimes, ils devraient nous admirer!
On ne discute plus de rien, sauf d'argent. Et un Etat comme l'italien en est réduit à mendier au sinistre et illégitime Eurogroupe les capitaux nécessaires à la transformation de la forme démocratique à la forme despotique. Ce même Eurogroupe qui en 2015 voulut férocement exproprier tout le patrimoine public grec, y compris le Parthénon, et le conférer à un fond placé au Luxembourg, sous contrôle allemand : même Der Spiegel définit alors les diktats de l'Eurogroupe comme "un catalogue des atrocités" pour mortifier la Grèce, et Ambrose Evans-Pritchard, dans le Telegraph, a écrit que si on voulait dater la fin du projet européen, c'était bien à cette date là. Voilà que maintenant la chose est faite. Il ne reste plus que l'Euro, et bien provisoirement encore.
Le néo-libéralisme n'a pas eu affaire aux anciennes luttes des classes, il n'en a même pas la mémoire, il croit les avoir effacées même du dictionnaire. Il se croit encore tout-puissant ; ce qui ne signifie pas qu'il ne les craigne pas : puisqu'il sait bien tout ce qu'il se prépare à infliger aux peuples. Il est évident que les gens vont bientôt avoir faim; il est évident que les chômeurs seront foule; il est évident que les gens qui travaillent au noir (4 millions en Italie) n'auront aucun soutien. Et ceux qui ont un travail précaire, et n'ont rien à perdre, commenceront des luttes et des sabotages. Cela explique pourquoi la stratégie de réponse à la pandémie est avant tout une stratégie de contre-insurrection. On va en voir de belles en Amérique. Les camps de la FEMA se rempliront bientôt.
Le nouveau despotisme a donc au moins deux raisons fortes pour s'imposer en Occident : l'une est pour faire face à la subversion intérieure qu'il provoque et attend; et l'autre pour se préparer à la guerre extérieure contre l'ennemi désigné, qui est aussi le plus ancien despotisme de l'histoire, auquel on n'a rien à apprendre depuis Le livre du Prince Shang (IV siècle av. J.-C.) -- livre que tous les stratèges occidentaux devront se dépêcher de lire, avec la plus haute attention. Si on a décidé d'attaquer le despotisme chinois, il faut commencer par lui démontrer qu'on est meilleur que lui sur son terrain même: c'est à dire plus efficace, moins coûteux et plus performant. Bref, un despotisme supérieur. Mais cela reste à prouver.
Grâce au virus, la fragilité de notre monde apparaît au grand jour. Le jeu qui se joue actuellement est infiniment plus dangereux que le virus, et fera bien plus de morts. Pourtant les contemporains ne paraissent avoir peur que du virus...
Il semblerait que l'époque actuelle se soit donnée pour tâche de contredire ce que disait Hegel, à propos de la philosophie de l'histoire : "L'histoire du monde est le progrès de la conscience de la liberté". Mais la liberté elle même n'existe que pour autant qu'elle est en lutte avec son contraire -- ajoutait-il. Où est-elle aujourd'hui? Lorsqu'en Italie et en France les gens dénoncent ceux qui n'obéissent pas?
S'il a suffi d'un simple microbe pour précipiter notre monde dans l'obéissance au plus répugnant des despotismes, cela signifie que notre monde était déjà si prêt à ce despotisme qu'un simple microbe lui a suffi.
Les historiens appelleront le temps qui commence maintenant l'époque du Despotisme Occidental.