I poeti di oggi e di ieri non vendon pensieri a chi più gli dà
I poeti non mordono l’osso né nero né rosso della società
Coi poeti o contro i poeti stan solo gli esteti del circo Barnum
Ogni cosa qualunque essa sia non è più poesia se un prezzo si dà
Sia chi vende la merce più rossa che chi ci delizia con la sua pietà
Rossi e neri c’è un bianco padrone: Messieur Capitale coi suoi “firmi qua”
La morale di questa canzone è un’antimorale, che palle mi fa!
Sia chi insegna “va’ contro il padrone” che chi si compone poesie da sofà
L’arte è morta, è un cadavere, puzza, dovunque lo metti ancor puzzerà
Per chi l’ama davvero poesia è un rumore di vetri che spinge a giocar
contro il nulla politicizzato che serve allo Stato per far lavorar
La coscienza calata nei fatti non compie misfatti ma muta realtà
I poeti di oggi e di ieri coi preti e coi seri non hanno a che far
li ritrovi con i disperati, chi non vive nulla eppure lo sa
Finché un disco, un libro, un giornale può “recuperare”, poesia non ce n’è
Salariati a 33 giri che vendon sospiri anziché caffè
Che ti vendono in rima baciata squallore e insalata e banalità
Se qualcuno mi vuole comprare si appresti a pagare ben bene per me
Posso vendergli parole morte, idee per la corte che le comprerà
Posso far venir fuori una rima con fuoco e benzina che non brucerà
Posso dire quanto è bello l’amore vendendogli un cuore che non batterà
Se qui dentro c’è della poesia è già andata via se merce si fa
La poesia è già in tutte le teste ma scende nei cuori soltanto alle feste
La poesia scende già nella strada e ovunque si muova ognun la vedrà
La poesia abita già chi ha fatto anche un timido passo verso la libertà