sabato 9 ottobre 2010

UNA SCUOLA COME ZERBINO



15 Settembre 2010

Le "piccole" intemperanze del sindaco leghista di Adro?
C'è chi chiede di conivolgere la Magistratura per questa provoc-azione leghista, ma la Magistratura secondo me per questo genere di cose non basta, non è adatta (e poi non si sa in che data potrebbe definire la questione!): converrebbe fare qualcosa di più "politico" come ad esempio andare a cancellare le scritte o ricoprirle o modificarle disegnandoci sopra qualcosa d'altro magari in modo creativo, magari proprio insieme ai bambini coinvolti!

Il simbolo scelto dalla Lega è antico esattamente come lo è la svastica e imporlo ai bambini delle elementari e in un edificio pubblico per di più, è un plagio inaccettabile!
Il sole delle Alpi ha un passato come pure ce l'aveva la svastica prima che il nazional-socialismo la eleggesse a simbolo del proprio partito politico.
La storia e la politica non ammettono di poter fare i finti tonti / ingenui come questo sindaco di Adro che ha assaggiato la notorietà mediatica qualche mese fa ed evidentemente preferisce piacere molto a pochi che essere corretto con tutti i cittadini che amministra.
La scuola è notoriamente un luogo di educazione e purtroppo diventa molto facile manipolare menti fresche e aperte come quelle dei bambini. E' un gioco da ragazzi condizionarli pavlovianamente riempiendo di simboli - apparentemente innocui - le loro aule, il loro spazio comune.
Ma se davvero dobbiamo rispettare i simboli repubblicani ufficiali e non tanto perché ne amiamo le origini quanto perché rappresentano le istituzioni pubbliche che ci attribuiscono un'unica identità nazionale, allora significa che questa spudorata dimostrazione del sindaco di Adro appare come un vero e proprio atto di secessione dalle istituzioni repubblicane da parte di un esponente di un partito al governo.

Insomma tutti dobbiamo obbedire alle leggi repubblicane tranne coloro che le scrivono?! per l'ennesima volta!

Questo apparente amore per le proprie radici / identità nasconde un grave pericolo per la libertà di tutti. In una civiltà degna di questo nome non si possono fare distinzioni sulla base dell'identità o del luogo di nascita, a meno di non introdurre subdolamente una coincidenza tra appartenenza politica e "appartenenza" amministrativa attraverso la quale non saremmo più cittadini se non attraverso la titolarità di quote proprietarie.
Il sindaco leghista affaerma di avere il diritto di spargere i simboli del suo partito nell'edificio pubblico poiché è stato pagato senza l'intervento delle istituzioni pubbliche
L'idea che dovrebbe farsi strada dunque è che la vita pubblica si compra esattamente come tutto il resto
La conseguenza sarà che non si potrà più fare alcuna critica politica, né prendere alcuna decisione in merito ai luoghi pubblici, se non dopo aver acquistato in temini proprietari i beni in questione con l'ulteriore complicazione che con il federalismo demaniale sta accadendo che i beni di proprietà pubblica - cioè di tutti i cittadini - stanno diventando di proprietà degli enti locali, ovvero delle giunte politiche che li amministrano.
E' vero che dai tempi della antica polis la confusione tra spazio pubblico e privato, tra Politica e amministrazione, è sempre più grande!, ma se continua questo trend la possibilità di essere cittadini passerà non più solo dall'anagrafe ma peggio ancora, dal portafoglio e dalla tessera di partito!
Essere italiani potrà significare solo il dover obbedire a testa bassa al politico-padrone di turno e non, ad esempio, amare gli spaghetti al dente e la divina commedia di Dante
Se la nazionalità diventa identità al potere è ora di attrezzarsi perché il nuovo totalitarismo è già qui.