sabato 9 giugno 2012

BRINDISI E PROLETARIATO RIVOLUZIONARIO



L'uccisione di Cassandra
 
Che questo orribile attentato sia stato perpetrato da un nichilista anonimo è ancora più grave perché mostra fin dove possa spingersi ormai la banalità del male in una società dell'alienazione. Un’ipotesi siffatta significa che l'ideologia materializzata del produttivismo economicista non ha neppure più bisogno di inventarsi deliranti motivazioni politiche, religiose o mafiose (tutte le mafie sono sempre una sintesi del cinismo produttivista: beceramente economiche + beceramente politiche + beceramente religiose).
Anziché insorgere contro l’imperversante mostro reificato del totalitarismo economico, le sue vittime si suicidano o fanno stragi dei loro simili come animali depressi e resi intimamente folli.
Da mezzo secolo la rivoluzione culturale che in nome di un'emancipazione inevitabile - a meno dell'estinzione della specie - intende abrogare il modo di produzione capitalista, lo sfruttamento e una sopravvivenza miserabile all'interno della schiavitù del consumerismo (lavoro salariato + consumo di feticci mercantili nocivi), si scontra sistematicamente con la risposta violenta dei poteri forti che esercitano il dominio e a volte anche con quella dei controrivoluzionari violenti che il potere sognano di prenderlo. I primi mettono le bombe per mantenere il mondo nel coma attuale, gli altri delirano chiamando rivoluzione la loro morbosa voglia di morte, ma entrambi non immaginano altro mondo che quello fondato sulla paura e sul ricatto economico e affettivo.
Di male in peggio: ora dei nichilisti zombizzati dalla normalità non rivendicano più nulla, neppure il macabro delirio dannunziano di una rabbia estetizzante che pretende di usare le armi come ultime protesi meccaniche di una gioia tanto orribile quanto impossibile.

Né guerrieri, né martiri, né attentatori vendicativi.
Un nuovo mondo psocogeografico si affaccia sorridendo, nonostante tutto, alla finestra della volontà di vivere che dà sul baratro di una società in decomposizione e ci incita a ricordare e perpetuare l'eterna lotta rivoluzionaria della vita contro la morte.
Alla larga da tutti i nichilismi, da tutti i “viva la muerte” !
Un altro mondo è possibile.

Sergio Ghirardi