venerdì 27 luglio 2012

A TARANTO COME A FUKUSHIMA



L'Ilva di Taranto è esemplare della decadenza della civiltà del lavoro e del suo sfruttamento capitalistico in fase terminale.
Il suo equivalente di Genova Cornigliano dava già negli anni settanta un colore rossastro e marziano al tramonto programmato della centralità operaia, ma oggi gli schiavi di un'esistenza acquistata a rate non distinguono definitivamente più la vita dalla sopravvivenza e si limitano sempre e solo a scegliere tra due forme di morte.
Dalla parte della vita c'è il rifiuto del ruolo operaio e dello sfruttamento del lavoro ma per prendere questa direzione ci vuole la pratica di una coscienza radicale che il consumismo e l'idiotizzazione pubblicitaria hanno sommerso sotto tonnellate di spazzatura ideologica di destra e di sinistra.
Siamo decisamente a una svolta della storia: da una parte l'uomo e la natura, dall'altra l'uomo snaturato e i suoi carnefici, negazionisti di ogni inquinamento industriale e affaristi pronti a ogni crimine contro l'umanità.


Sergio Ghirardi