Cari amici
lettori, questo è il primo post del nuovo blog che tratterà essenzialmente di
problematiche scientifiche. Essendo non solo uno scienziato ma anche un
convinto animalista e ambientalista, e vivendo in Francia, uno dei paesi a
maggior produzione di energia nucleare al mondo, vorrei trattare e discutere
insieme a voi la problematica del nucleare. Da poco un referendum ha confermato
che gli italiani non vogliono tornare all’energia atomica. Ma, innanzitutto, cos’è
davvero l’energia nucleare? In breve, si tratta di una enorme quantità
di energia che viene liberata a seguito della rottura di un atomo appartenente
alla serie chimica degli attinidi, come l’uranio e il plutonio.
Contrariamente
a quanto si sente spesso dire, questo tipo di energia non è affatto
“pulita” in quanto il processo di fissione nucleare produce scorie di
vario tipo, che possono essere radiottive, tossiche, mutagene e quant altro.
Inoltre, le scorie più radiottive sopravvivono per millenni, il che significa
che le scorie derivanti dall’energia prodotta oggi saranno innocue solo tra una
decina di generazioni. “Appunto, chi se ne frega, nel frattempo si sarà trovato
il modo di riutilizzarle” dice qualcuno. Sì, d’accordo, allora smettete di
passare l’aspirapolvere e tirate fuori la scopa, e poi nascondete tutta la
polvere che raccogliete sotto il vostro cuscino. Dov’è l’analogia? L’analogia
sta nel fatto che scorie così pericolose hanno bisogno di essere conservate in
siti geologicamente dormienti per una quantità di tempo sufficiente a garantire
il decadimento delle scorie più pericolose, e lontano dai
centri abitati, lontano dalle falde acquifere, eccetera… Esistono pochi, pochi
siti al mondo così delicati in grado di ospitare scorie così pericolose.
Il nucleare
non è poi una fonte di energia pulita perché è un combustibile fossile,
contrariamente a quanto crede qualche politico. Dire che il nucleare è la
soluzione al petrolio è semplicemente assurdo. Oggi dipendiamo dal carbone, dal
petrolio, dal gas provenienti dalla Libia, dalla Russia e dal nord Europa,
domani col nucleare dipenderemo dalla Russia, dalla Nigeria e dai paesi
dell’est Europa.
L’unico modo
per essere indipendenti energeticamente è sviluppare teconologie in grado di
trasformare l’energia solare o eolica in energia da poter
consumare.
Commento
di Sergio Ghirardi:
Vivo in Francia come Lei e quando Lei nasceva io
insegnavo al Liceo Italiano di Parigi.
Ora vivo poco lontano dal triangolo della morte nucleare
francese (Tricastin, Cadarache ecc., ma intanto il pericolo nucleare è
democraticamente onnipresente nell'hexagone e dintorni) e mi occupo per
passione e convinzione della divulgazione della follia del nucleare e
dell'obsolescenza dell'uomo ad esso connessa.
Sul sito barraventopensiero.blogspot.com, continuo a
tradurre e mettere in circolazione notizie da Fukushima e da tutte le
organizzazioni non lobbistiche che denunciano i rischi del nucleare. La cernita
è necessaria viste le cadute imbarazzanti come quella recente di Sortir du nucleaire.
Questa premessa per chiederle di valutare se vale la pena
di spiegare SCIENTIFICAMENTE i misfatti del nucleare a una platea che gioca
incoscientemente al monopoli energetico sui blog. A chi non è bastato Three
Miles Island, Tchernobyl e Fukushima per prendere radicalmente le parti del
principio di precauzione non basteranno le sue (o le mie) denunce per cambiare
idea. Del resto non si tratta neppure di idee ma di propaganda
pseudoscientifica pompata internazionalmente da Areva e soci. Inoltre gli
apprendisti stregoni che rigurgitano dati e nozioni manipolati, come
studentelli ruffiani, sono solo dei narcisisti senza potere.
Credo sia più utile diffondere i fatti (la tragedia
giapponese è più che mai in corso) e le resistenze crescenti che in particolare
in Giappone, ma non solo (vedi la Francia e le manifestazioni contro il
nucleare, pacifiche e senza tregua), stanno mostrando un'inversione di tendenza
della sensibilità persino tra i cittadini più spettatori e consumatori.
Credo che la critica del nucleare e delle sue
ineliminabili scorie in quanto "roulette russa energetica" debba
appoggiarsi sull'esplorazione teorica e pratica di un cambio di civiltà che
sostituisca al benessere consumistico l'obiettivo di un'abbondanza qualitativa
coniugante sobrietà e piacere. Il risparmio energetico è soprattutto l'opzione
di un uso dell'energia funzionale alla soddisfazione di desideri e bisogni umani
e non della redditività capitalistica che domina e inquina il pianeta.