Dacca alla veglia di preghiera di rito islamico in ricordo delle vittime del 24 aprile 2013 |
Dicesi capitalismo
il sistema economico nel quale la produzione è finalizzata al profitto di chi
ha capitale da investire e non al benessere della società nel suo complesso.
Tale sistema è contrassegnato da una profonda iniquità e da una profonda
irrazionalità. Iniquità perché determina le condizioni per lo sfruttamento
e la miseria crescente della maggioranza della società.
Irrazionalità perché rende impossibile ogni gestione e programmazione
dell’economia in conformità ai bisogni reali delle persone.
Nell’attuale
situazione di globalizzazione, derivante dall’abbattimento
delle frontiere per le merci e soprattutto per i capitali, non già per le
persone, il capitalismo assume varie caratteristiche ulteriori, se possibile
ancora più dannose di quelle classiche. Mi limiterò in questa sede a citarne
due. La prima, che ho avuto più volte occasione di citare su questo blog, è la
prevalenza della finanza che si ritorce anche contro la stessa produzione
reale, provocando crisi senza uscita apparente come quella che stiamo vivendo.
La seconda è la sua estensione su scala planetaria, che sfrutta per penetrare i
posti nei quali è più facile lo sfruttamento della forza lavoro
e la devastazione dell’ambiente. Questa seconda caratteristica
viene utilizzata per disinvestire in patria, provocando disoccupazione
e spostarsi su mercati del lavoro più favorevoli.
Nessuno osi
dire che la presenza delle multinazionali in Paesi come il Bangladesh
costituisce un’opportunità per le popolazioni che ci vivono. La realtà è che
vengono stravolte le tradizionali economie di sussistenza, si demolisce
preventivamente ogni possibile ruolo dei sistemi pubblici e si creano quindi le
condizioni per il reclutamento di manodopera che vede come unica possibilità di
sopravvivenza lo sfruttamento selvaggio in luoghi come quelli dove pochi giorni
fa sono morte sotto le macerie circa mille fra operaie e operai.
Situazioni
che, tendenzialmente, si vorrebbero introdurre anche in Paesi come il nostro,
dove del resto continuano a intensificarsi gli incidenti sul lavoro,
cui si accompagnano sempre più spesso suicidi di disoccupati
e altri fenomeni di disperazione, dei quali fanno le spese ignari passanti o
appartenenti alle forze dell’ordine.
La classe
politica che fa finta di governarci è ovviamente del tutto sorda e cieca di
fronte a fenomeni di questo genere. Innanzitutto perché, nella sua gran parte,
è stata acquistata da tempo un tanto al chilo dai padroni del vapore o ne fa
parte direttamente. In parte perché priva di cultura e consapevolezza storica.
Qualcuno
spieghi a Pd e grillini che esiste la lotta di classe. Solo
che, almeno in Italia e da molti anni a questa parte la fanno solo i padroni.
Gli altri subiscono e si disperano. E il mondo va a rotoli. Obiettivo Bangla
Desh?
*
* *
Commento di Sergio Ghirardi, nella sua versione
originale non sottomessa ai limiti di spazio:
Non mi illudo: ognuno resterà
abbarbicato ai propri resti ideologici per giustificare la propria miseria.
Qualunque ideologia serve a giustificare una realtà imbarazzante: autoritaria o
liberale, ce n'è una pronta per ogni realtà imbarazzante, da destra a sinistra,
nessuno escluso.
Il capitalismo però non è
un'ideologia. È un modo di produzione iperrealistico da secoli e la definizione
di Marcelli si può pure discutere quando, per riflesso da intellettuale
organico, si lascia andare a strali antimovimentisti, ma è semplicemente vera
nell’analisi strutturale.
Poi, naturalmente, i cagnolini
domestici di destra e di sinistra (che ormai la sinistra è essenzialmente
produttivistica, dunque capitalistica) tirano fuori il bignami del perfetto servitore
volontario. I primi per difendere il Mercato e le sue malefatte dal diavolo
comunista identificandolo volgarmente con il mostruoso capitalismo di Stato
pseudosovietico: liberale è bello!
I secondi, più rari e ancora
intenti a scavare resti d’ideologia sotto le macerie del muro di Berlino,
lanciano un’ultima romantica e disperata boa di salvataggio all’ideologia di
sinistra che del Bangla Desh se ne fotte quanto se n’è fottuta dei marinai di
Cronstadt!
Basta! I destini del mondo
chiedono un po' d'intelligenza sensibile. Ma non lo vedete che state crepando
tutti come topi produttivistici addomesticati?
Commento
all’articolo di Marcelli da parte di Emil:
Geniale.
Ci può spiegare quale sistema economico non ha una componente importante nell'interesse privato?
Ci può spiegare con cosa vuole sostituire il capitalismo che, chiaramente, non la soddisfa?
Ci può spiegare come avremo, esempio banale, se pizzerie e i bar di oggi senza persone che le aprono per fare profitto (perchè si, la pizzeria dove mangia è aperta per profitto, non per far il bene del popolo proletario)? Tra le altre cose ci può spiegare perchè, se la globalizzazione crea miseria (immagino soprattutto nei paesi poveri), la % di persone al mondo che vive sotto la soglia di povertà diminuita dal 1970 a oggi è diminuita? o del perchè nei paesi in via di sviluppo si registrano aumenti a 2 cifre delle vendite di telefoni, tv, carne, auto e simili?
Ci può spiegare quale sistema economico non ha una componente importante nell'interesse privato?
Ci può spiegare con cosa vuole sostituire il capitalismo che, chiaramente, non la soddisfa?
Ci può spiegare come avremo, esempio banale, se pizzerie e i bar di oggi senza persone che le aprono per fare profitto (perchè si, la pizzeria dove mangia è aperta per profitto, non per far il bene del popolo proletario)? Tra le altre cose ci può spiegare perchè, se la globalizzazione crea miseria (immagino soprattutto nei paesi poveri), la % di persone al mondo che vive sotto la soglia di povertà diminuita dal 1970 a oggi è diminuita? o del perchè nei paesi in via di sviluppo si registrano aumenti a 2 cifre delle vendite di telefoni, tv, carne, auto e simili?
Risposta
di Sergio Ghirardi:
Perché
chiedere tutte queste spiegazioni a un uomo solo? Ci sono quasi due secoli di
teoria del proletariato che spiegano esaurientemente la critica dell'economia
politica. Non è la teoria che manca ma i soggetti che la pratichino. Per chi
rimastica gli orrori dell'ideologia comunista come alibi al suo gretto egoismo
masochista un richiamo utile: la teoria rivoluzionaria è nemica di ogni
ideologia rivoluzionaria e sa di esserlo.
Emil
ha ulteriormente risposto:
Non ho messo
volontariamente la parola "comunismo" proprio per evitare post come
il suo. Le "tutte queste spiegazioni" sono cose veramente banali che
chiedo alla persona che ha scritto l'articolo. Ma certo....se c'è la teoria del
proletariato allora c'è la possibilità di dir idiozie a raffica...
…Per poi aggiungere in riferimento al mio primo
commento:
Condivido.Non è quindi forse ora di aprire gli occhi e la mente, signor Sergio?
Ultima considerazione
di Sergio Ghirardi:
Dunque tu sei talmente gonfio
d'orgoglio immotivato da pensare che io abbia aspettato le tue giaculatorie
liberaloidi per farlo? La teoria del proletariato è una teoria critica e come
tutti gli schiavi sorridenti tu non ne sai che i pettegolezzi. Conosci solo
angeli o diavoli e morirai in ginocchio come hai vissuto.