martedì 28 maggio 2013

ERAN 300, ERAN GIOVANI E FORTI…




Lo spettacolo non fa prigionieri ma trasforma i suoi nemici in comparse.

È quello che sta capitando al M5s se non si sottrae prontamente alla lenta trasformazione di un movimento spontaneo dotato di un autentico nucleo di coscienza radicale nell’ultimo partito politico possibile: quello che ripete come un mantra di volere abolire i partiti mentre rischia di diventarlo e infine sparire.
Quando si lascia annacquare dalle tesi che l’astutissimo e stupido nemico mette in circolazione, prima come barzellette e poi come diktat, la radicalità che consiste nel cogliere l’uomo alla radice tende a spettacolarizzarsi e a fare emergere progressivamente le prime pecore pronte a mordersi la coda per quindici minuti di celebrità, poi per il denaro che circola e corrompe e infine tristemente per la pensione assicurata a vita ai servi vili del parlamentarismo.
Eppure gli ingredienti essenziali che fanno il sale della storia c’erano (e forse ci sono ancora, ma fino a quando, Catilina?) quasi tutti.
Sono convinto che anni fa Grillo si è offerto il lusso di capire e di combattere quel mondo che dopo averlo reso ricco economicamente gli ha mostrato ai margini del suo privilegio consumerista il campo di rovine della sua umanità azzerata come quella di tutti. Forse anche Casaleggio ha gustato alle stesse sostanze perché la tesi complottista che vede nella coppia cui fa oggettivamente capo il movimento 5 stelle un calcolo e un programma di arricchimento personale, non sta in piedi se non in una logica paranoica. Razionalmente, dunque, non per un qualsiasi assurdo atto di fede in un qualunque esecrabile guru, chi aveva già a cuore l’ipotesi di un rovesciamento di prospettiva della società dominante in Italia e nel mondo, si è messo a guardare a questo movimento spontaneo e alle sue manifestazioni con una curiosità disponibile ma pur sempre vigile criticamente. Così, progressivamente, attorno a un semplice Blog nato nella realtà virtuale della rete, un nucleo di umanità resistente all’umiliazione spettacolare si è coagulato attorno a un progetto tuttora in fieri ma ormai nel collimatore del sistema mafioso che ha un’unica opzione: recuperare o eliminare gli avversari.
Forse senza nemmeno troppo saperlo (almeno, io non saprei stabilirlo perché non ho vissuto la genesi e lo sviluppo del M5s) il primitivo coagulo di umanità emerso virtualmente ha finito per farsi carne e sangue, intelligenza e sensibilità, fino a posarsi e riconoscere alcune della sue radici in un processo storico di emancipazione della specie che non aveva certo aspettato Grillo per nascere, crescere, essere in parte sconfitto e abbondantemente rimosso per poi sopravvivere sotterraneamente alla società dominante negli anni bui del piombo e dello spettacolo che dosa violenza e umiliazione per far marciare i suoi schiavi salariati o inginocchiati di fronte a un lavoro che non c’è e alla crisi evocata come un’apocalisse.
Da una parte l’urlo troppo timido degli esclusi e degli alienati ha cominciato a farsi sempre più forte e la loro coscienza di classe riaffiorante a passare dall’indignazione all’azione, rioccupando parti di quel territorio della vita che appartiene a tutti e da cui la maggior parte è esclusa; dall’altra continua a imperversare il potere di un modo di produzione ormai autonomizzato e assurto ovunque a destino artificiale degli uomini. Il nesso tragico di questa insormontabile contraddizione è gestito dalla miserabile classe dominante dei business men multinazionali e monomaniaci assecondati dagli sgherri, dagli scienziati mercenari e dai manipolatori di opinione che innervano i valori della società dello spettacolo nel carattere intimo degli individui della classe dei dominati, ridotti a zombi produttori di valore economico e consumatori di nocività sociali.
Chi ha accesso al potere e opera in suo nome, in genere si volta dall’altra parte quando sente gli urli di chi lo subisce. L’urlo dell’insoddisfatto, del diseredato, del torturato e ancor peggio del rivoltoso sono un fastidio insopportabile per chi ha venduto l’anima al produttivismo della società spettacolare-mercantile.
Il M5s si è voluto proporre come una soluzione di cui forse non possiede la chiave ma è certamente il sintomo italiano e potenzialmente europeo della fine del regno del denaro e della sua inaccettabilità da parte degli esseri umani che ne sono i sudditi sempre più infelici e sempre meno consenzienti.
Siamo alla fine dell’ultimo degli Anciens Régimes della preistoria umana: quello della merce sovrana.
Il rischio è che il M5s finisca per rinnovare involontariamente il consenso al mostro prima di farsi ingoiare da lui proprio per la sua rinuncia a proporsi come elemento di transizione radicale dal parlamentarismo alla democrazia reale.
L’errore peggiore dei pentastellati e dei loro 163 rappresentanti sarebbe di credere che il parlamentarismo sia riformabile e che il loro passaggio nelle istituzioni possa rinnovarne l’utilità. Sarebbe un errore mortale.
Così come i fascisti sono i migliori rappresentanti dei valori della destra capitalistica, selvaggia, ignorante, cinica e barbara, i socialdemocratici sono i migliori esponenti del riformismo corporativo del capitalismo etico che si fonda sulle lacrime di coccodrillo di burocrati, sindacalisti e preti operai che costruiscono le loro carriere sui dolori dei poveri accarrezzandoli nel senso del pelo mentre agevolano il saccheggio.
Stato e Mercato uniti nella rotta dell’umanità, destre autoritarie e liberali alternate a sinistre riformiste e altrettanto diversamente liberali: questo sarà il menù fisso ma variabile fino all’ultimo giorno della società dello spettacolo planetario.
Gli esorcisti che denunciano più spesso il presunto populismo altrui sono i veri populisti e non quelli che invitano il popolo a rivoltarsi autonomamente emancipandosi dalle proprie catene.
Il fatto è che Grillo e i suoi manipoli di giovani entusiasti e un po’ ingenui si contraddicono con una inquietante costanza su alcuni punti cruciali e imbarazzanti ma soprattutto sul nodo centrale del progetto: vogliono mandarli tutti a casa e fanno in modo che a casa rischiano di andarci loro mentre il palazzo continua far festa con o senza  le patetiche macchiette di un berlusconismo ormai alla porta dell’ospizio.
È la banalità del male spettacolare incarnata dagli innumerevoli Scilipoti di ogni gruppo (5s inevitabilmente compresi, da Salsi a Venturino e all’expoliziotto di cui non ricordo neppure il nome) che porta alla vendetta castratrice dei loro sultani plebei da parte degli eunuchi elettori.
Il M5s deve fottersene di perdere i voti di chi gli chiede di diventare un partito serio. Questa serietà è già la sua rovina. Si tratta di intraprendere la lunga marcia di una coscienza radicale che lo spettacolo combatte consapevolmente fin dalla confusione perversa che il sistema fa sempre, amalgamando radicalità e estremismo in uno stesso calderone ideologico in cui tutte le idee sono nere.
I pazzi che si fanno esplodere, pagati in denaro ideologico da guru e servizi segreti vari, vengono usati dallo spettacolo che parla del loro tragico ingaglioffarsi come di una RADICALIZZAZIONE. Ora non c’è niente di più lontano dalla radicalità che entrare in un qualunque progetto fascista del VIVA la MUERTE. Il nichilismo è reazionario dall’estrema destra all’estrema sinistra.
Ogni estremismo fa parte integrante del vecchio mondo di cui è la più macabra appendice ma il popolo castrato esulta quando gli si regala un nemico morto da abbattere senza pericolo. E vota i suoi preti, i suoi burocrati, i suoi torturatori sorridenti e gioviali.
Tempi duri per i mastini che devono farsi da parte quando in attesa della prossima botta è il tempo della carota. A cuccia La Russa, il tempo dei Letta, degli Hollande, Chamberlain di centrosinistra che preparano il ritorno dei duci e dei piccoli padri dei popoli, non durerà poi molto.
Lo spettacolo è quest’eterna alternanza di violenza e paternalismo, di umiliazione e speranza.
Non credo sia un caso che le elezioni di questi giorni facciano riemergere come in un macabro Amarcord la nave fantasma del PD votato dai resti in fuga di elettori profondamente schifati. Gli autoevirati del PD muovono a compassione gli evirati di sempre che  votano fino all’ultimo rantolo della loro servitù volontaria anche quando ormai solo gli zombi consumisti del nulla votano Berlusconi (ma sono ancora tanti e durissimi a morire perché sono già morti).
Lo spettacolo insomma continua e solo contro di lui c’è il partito preso della vita che solo una democrazia consiliare può rendere visibile per quello che è: il 100% della comunità reale e non l’ennesima macabra dittatura di una qualunque maggioranza, fosse pure a 10 stelle.
La lunga marcia che ci aspetta ha il compito di riportare la luce della coscienza nel buio dello spettacolo a luci rosse della decadenza di un’umanità ancora balbuziente. Quando lo spettacolo imperversa bisogna saper attendere lavorando all’informazione capillare di un altro mondo possibile. La democrazia reale è ancora soltanto uno slogan che deve diventare un progetto cosciente capace di introdurci finalmente nella storia umana. Solo allora vinceremo superando finalmente il parlamentarismo come il peggiore dei governi, compresi tutti quelli che lo hanno preceduto nella interminabile preistoria dell’umanità.
Intanto salvate gli eletti popolari che incontrano ogni mattina la mafia in Parlamento, non perché eletti ma perché ne va della nostra umanità e della nostra voglia/necessità di cambiare il mondo.
Altrimenti a Sapri sappiamo (quasi) tutti come andò a finire.  

 
                                                   Sergio Ghirardi