Lo
spettacolo non fa prigionieri ma trasforma i suoi nemici in comparse.
È
quello che sta capitando al M5s se non si sottrae prontamente alla lenta
trasformazione di un movimento spontaneo dotato di un autentico nucleo di
coscienza radicale nell’ultimo partito politico possibile: quello che ripete
come un mantra di volere abolire i partiti mentre rischia di diventarlo e
infine sparire.
Quando
si lascia annacquare dalle tesi che l’astutissimo e stupido nemico mette in circolazione,
prima come barzellette e poi come diktat, la radicalità che consiste nel cogliere
l’uomo alla radice tende a spettacolarizzarsi e a fare emergere progressivamente
le prime pecore pronte a mordersi la coda per quindici minuti di celebrità, poi
per il denaro che circola e corrompe e infine tristemente per la pensione
assicurata a vita ai servi vili del parlamentarismo.
Eppure
gli ingredienti essenziali che fanno il sale della storia c’erano (e forse ci
sono ancora, ma fino a quando, Catilina?) quasi tutti.
Sono
convinto che anni fa Grillo si è offerto il lusso di capire e di combattere
quel mondo che dopo averlo reso ricco economicamente gli ha mostrato ai margini
del suo privilegio consumerista il campo di rovine della sua umanità azzerata
come quella di tutti. Forse anche Casaleggio ha gustato alle stesse sostanze
perché la tesi complottista che vede nella coppia cui fa oggettivamente capo il
movimento 5 stelle un calcolo e un programma di arricchimento personale, non
sta in piedi se non in una logica paranoica. Razionalmente, dunque, non per un
qualsiasi assurdo atto di fede in un qualunque esecrabile guru, chi aveva già a
cuore l’ipotesi di un rovesciamento di prospettiva della società dominante in
Italia e nel mondo, si è messo a guardare a questo movimento spontaneo e alle
sue manifestazioni con una curiosità disponibile ma pur sempre vigile
criticamente. Così, progressivamente, attorno a un semplice Blog nato nella
realtà virtuale della rete, un nucleo di umanità resistente all’umiliazione
spettacolare si è coagulato attorno a un progetto tuttora in fieri ma ormai nel
collimatore del sistema mafioso che ha un’unica opzione: recuperare o eliminare
gli avversari.
Forse
senza nemmeno troppo saperlo (almeno, io non saprei stabilirlo perché non ho
vissuto la genesi e lo sviluppo del M5s) il primitivo coagulo di umanità emerso
virtualmente ha finito per farsi carne e sangue, intelligenza e sensibilità,
fino a posarsi e riconoscere alcune della sue radici in un processo storico di
emancipazione della specie che non aveva certo aspettato Grillo per nascere,
crescere, essere in parte sconfitto e abbondantemente rimosso per poi
sopravvivere sotterraneamente alla società dominante negli anni bui del piombo
e dello spettacolo che dosa violenza e umiliazione per far marciare i suoi
schiavi salariati o inginocchiati di fronte a un lavoro che non c’è e alla
crisi evocata come un’apocalisse.
Da
una parte l’urlo troppo timido degli esclusi e degli alienati ha cominciato a
farsi sempre più forte e la loro coscienza di classe riaffiorante a passare
dall’indignazione all’azione, rioccupando parti di quel territorio della vita
che appartiene a tutti e da cui la maggior parte è esclusa; dall’altra continua
a imperversare il potere di un modo di produzione ormai autonomizzato e assurto
ovunque a destino artificiale degli uomini. Il nesso tragico di questa
insormontabile contraddizione è gestito dalla miserabile classe dominante dei
business men multinazionali e monomaniaci assecondati dagli sgherri, dagli
scienziati mercenari e dai manipolatori di opinione che innervano i valori
della società dello spettacolo nel carattere intimo degli individui della
classe dei dominati, ridotti a zombi produttori di valore economico e consumatori
di nocività sociali.
Chi
ha accesso al potere e opera in suo nome, in genere si volta dall’altra parte
quando sente gli urli di chi lo subisce. L’urlo dell’insoddisfatto, del
diseredato, del torturato e ancor peggio del rivoltoso sono un fastidio
insopportabile per chi ha venduto l’anima al produttivismo della società
spettacolare-mercantile.
Il
M5s si è voluto proporre come una soluzione di cui forse non possiede la chiave
ma è certamente il sintomo italiano e potenzialmente europeo della fine del
regno del denaro e della sua inaccettabilità da parte degli esseri umani che ne
sono i sudditi sempre più infelici e sempre meno consenzienti.
Siamo
alla fine dell’ultimo degli Anciens
Régimes della preistoria umana: quello della merce sovrana.
Il
rischio è che il M5s finisca per rinnovare involontariamente il consenso al
mostro prima di farsi ingoiare da lui proprio per la sua rinuncia a proporsi
come elemento di transizione radicale dal parlamentarismo alla democrazia
reale.
L’errore
peggiore dei pentastellati e dei loro 163 rappresentanti sarebbe di credere che
il parlamentarismo sia riformabile e che il loro passaggio nelle istituzioni
possa rinnovarne l’utilità. Sarebbe un errore mortale.
Così
come i fascisti sono i migliori rappresentanti dei valori della destra
capitalistica, selvaggia, ignorante, cinica e barbara, i socialdemocratici sono
i migliori esponenti del riformismo corporativo del capitalismo etico che si
fonda sulle lacrime di coccodrillo di burocrati, sindacalisti e preti operai
che costruiscono le loro carriere sui dolori dei poveri accarrezzandoli nel
senso del pelo mentre agevolano il saccheggio.
Stato
e Mercato uniti nella rotta dell’umanità, destre autoritarie e liberali
alternate a sinistre riformiste e altrettanto diversamente liberali: questo
sarà il menù fisso ma variabile fino all’ultimo giorno della società dello
spettacolo planetario.
Gli
esorcisti che denunciano più spesso il presunto populismo altrui sono i veri
populisti e non quelli che invitano il popolo a rivoltarsi autonomamente
emancipandosi dalle proprie catene.
Il
fatto è che Grillo e i suoi manipoli di giovani entusiasti e un po’ ingenui si
contraddicono con una inquietante costanza su alcuni punti cruciali e
imbarazzanti ma soprattutto sul nodo centrale del progetto: vogliono mandarli
tutti a casa e fanno in modo che a casa rischiano di andarci loro mentre il
palazzo continua far festa con o senza
le patetiche macchiette di un berlusconismo ormai alla porta
dell’ospizio.
È
la banalità del male spettacolare incarnata dagli innumerevoli Scilipoti di
ogni gruppo (5s inevitabilmente compresi, da Salsi a Venturino e
all’expoliziotto di cui non ricordo neppure il nome) che porta alla vendetta
castratrice dei loro sultani plebei da parte degli eunuchi elettori.
Il
M5s deve fottersene di perdere i voti di chi gli chiede di diventare un partito
serio. Questa serietà è già la sua rovina. Si tratta di intraprendere la lunga
marcia di una coscienza radicale che lo spettacolo combatte consapevolmente fin
dalla confusione perversa che il sistema fa sempre, amalgamando radicalità e
estremismo in uno stesso calderone ideologico in cui tutte le idee sono nere.
I
pazzi che si fanno esplodere, pagati in denaro ideologico da guru e servizi
segreti vari, vengono usati dallo spettacolo che parla del loro tragico
ingaglioffarsi come di una RADICALIZZAZIONE. Ora non c’è niente di più lontano
dalla radicalità che entrare in un qualunque progetto fascista del VIVA la MUERTE. Il nichilismo è
reazionario dall’estrema destra all’estrema sinistra.
Ogni
estremismo fa parte integrante del vecchio mondo di cui è la più macabra
appendice ma il popolo castrato esulta quando gli si regala un nemico morto da
abbattere senza pericolo. E vota i suoi preti, i suoi burocrati, i suoi
torturatori sorridenti e gioviali.
Tempi
duri per i mastini che devono farsi da parte quando in attesa della prossima botta
è il tempo della carota. A cuccia La
Russa, il tempo dei Letta, degli Hollande, Chamberlain di
centrosinistra che preparano il ritorno dei duci e dei piccoli padri dei popoli,
non durerà poi molto.
Lo
spettacolo è quest’eterna alternanza di violenza e paternalismo, di umiliazione
e speranza.
Non
credo sia un caso che le elezioni di questi giorni facciano riemergere come in
un macabro Amarcord la nave fantasma del PD votato dai resti in fuga di
elettori profondamente schifati. Gli autoevirati del PD muovono a compassione gli
evirati di sempre che votano fino
all’ultimo rantolo della loro servitù volontaria anche quando ormai solo gli
zombi consumisti del nulla votano Berlusconi (ma sono ancora tanti e durissimi
a morire perché sono già morti).
Lo
spettacolo insomma continua e solo contro di lui c’è il partito preso della
vita che solo una democrazia consiliare può rendere visibile per quello che è:
il 100% della comunità reale e non l’ennesima macabra dittatura di una qualunque
maggioranza, fosse pure a 10 stelle.
La
lunga marcia che ci aspetta ha il compito di riportare la luce della coscienza
nel buio dello spettacolo a luci rosse della decadenza di un’umanità ancora
balbuziente. Quando lo spettacolo imperversa bisogna saper attendere lavorando
all’informazione capillare di un altro mondo possibile. La democrazia reale è
ancora soltanto uno slogan che deve diventare un progetto cosciente capace di
introdurci finalmente nella storia umana. Solo allora vinceremo superando
finalmente il parlamentarismo come il peggiore dei governi, compresi tutti quelli
che lo hanno preceduto nella interminabile preistoria dell’umanità.
Intanto
salvate gli eletti popolari che incontrano ogni mattina la mafia in Parlamento,
non perché eletti ma perché ne va della nostra umanità e della nostra
voglia/necessità di cambiare il mondo.
Altrimenti
a Sapri sappiamo (quasi) tutti come andò a finire.
Sergio Ghirardi