La simbiosi tra politica e
nuove forme di spiritualità, vanto dell’attitudine innovativa
americana, ha subito una battuta d’arresto nell’attuale campagna per la
presidenza degli Stati Uniti con il rilancio di testi obsoleti e cheap come la
Bibbia. Una scoperta operazione di potere
messa in atto da Mitt
Romney, fiducioso del fatto che dio è notoriamente wasp
(bianco, anglosassone e protestante), sfidando un Barak Obama in evidente
difficoltà a dedurre dai sacri testi le strategie celestiali per la lotta
contro la disoccupazione, il riscaldamento terrestre e l’obesità nelle fasce
giovanili.
L’abile mossa ha definitivamente consacrato l’area di Wall Street come quinto santuario della
devozione cristiana (aggiornando gli itinerari dei
pellegrinaggi di fede, che i tour operator medievali limitavano a Santiago di
Compostela, Rocqueamadour, Roma e Gerusalemme). Operazione che era già stata
perseguita dal giovane Bush con qualche battuta d’arresto, derivante dal fatto
di non aver risolto uno stringente dubbio teologico: l’Essere Supremo si
incarna nella lobby dei petrolieri o in quella dei mercanti d’armi?
Sia come sia, lo spostamento
retrò della religiosità nella zona atlantica degli States ha
creato problemi alle organizzazioni che dagli anni Ottanta prosperavano nella
sun-belt, dalla California alla Florida: il movimento New Age che annuncia una
nuova era dopo la fase astronomica dei Pesci e l’avvento di quella
dell’Acquario. La situazione – dunque – impone alle controculture mistiche la
ricerca di mercati alternativi da conquistare e forme rinnovate di sintesi
politica da praticare.
Il tema è stato oggetto di un seminario nella sede di Scientology a
Clearwater, resosi ancora più necessario per la costante perdita di colpi da
parte della guida spirituale della setta: la star tascabile Tom Cruise;
dopo l’ennesimo abbandono da parte di una moglie e l’impossibilità di trovarne
una sostitutiva, stanti le condizioni che il ruolo impone e che avevano messo
in fuga sia Nicole Kidman che Katie Holmes (l’obbligo di camminare sulle
ginocchia per non evidenziare la statura di 112 centimetri del
consorte, specializzato in parti da macho e supereroe, e la missione
impossibile di non ridacchiare alle funzioni in cui vengono letti i florilegi
ballistici del fondatore, il certificato mitomane frequentatore di alieni Ron Hubbard).
Scartata subito l’America Latina, dove è presente una produzione locale di politici-santoni
modello Hugo Chavez che rende problematica l’entrata alla concorrenza dei
prodotti esteri, l’attenzione dei guru si è concentrata sull’Italia.
Infatti il Bel Paese risulta ormai molto mal presidiato sul fronte
politico-religioso da parte dell’azienda che vi detiene il monopolio da un
duemila anni: Santa Romana Chiesa. Infatti il suo boss, detto papa Ratzinger,
si aggira nei palazzi vaticani tra valletti che gli sfilano documenti per
rivenderseli alle agenzie gossipare senza essere tutelato da bracci destri a
dir poco sinistri: il robotico cardinal Bertone, sospettato di essere un
androide Terminator spedito dal futuro per distruggere gli umani, e il collega
Bagnasco, quello che ritiene Pier Ferdinando Casini un leader postdemocristiano
e non un ex portaborse riciclato. Stando così le cose, terreno davvero fertile
per il marketing degli acchiappacitrulli.
Anche perché l’Hubbard locale - Silvio
Berlusconi - è andato fuori
target dopo venti anni di successi, in cui ha preso tutti per il naso con le
panzane dell’unto del signore e le rivoluzioni dell’amore. Ossia l’esoterismo
del tubo catodico, che mescolava il neopaganesimo consumistico con il
terrorismo del “vogliono farvi pagare le tasse”, fattosi burletta tra torme di
streghette interessate a spillare quattrini e un avanzamento della senescenza
mentale che il restyling cosmetico non può occultare.
Intanto i suoi imitatori sulla scia dello star-system applicato alla
politica si sono persi per strada: Nichi
Vendola, avviluppato in narrazioni misteriche che non
contemplano spiegazioni dei fumi inquinanti di Taranto o delle catastrofi
sanitarie pugliesi, e Antonio
di Pietro il quale, dopo aver dissipato il patrimonio di
immagine accumulato con Mani Pulite arruolando le mani poco pulite dei De
Gregorio o degli Scilipoti, cerca improbabili rilanci di credibilità nei panni
da Bertoldo del XXI secolo.
Non pervenuto il fiduciario delle COOP emiliane Pierluigi Bersani,
perso nel dubbio amletico se atteggiarsi a leader carismatico o ripiegare sulla
più congeniale parte del contabile piacentino adepto di Lapalisse.
Secondo gli esperti della New Age made in USA l’unico, vero, ostacolo al
successo di Scientology in Italia risulta il santone Beppe Grillo,
che ha interiorizzato al meglio le ricette d’oltreoceano. L’idea che si sono
fatti è che vincerà la gara chi per primo riuscirà a contattare gli abitanti
del pianeta Psyclo (quello del film “Battaglia per la Terra” con John Travolta)
per riceverne l’investitura.
Commento
di Sergio Ghirardi:
Diceva Carletto, il
vecchio barbuto diabolico e comunista nei suoi non rari momenti di lucidità
radicale: "una cosa è certa: io non sono marxista". Poi, contro tutti
i mistici in cerca di un guru, aggiungeva: "un uomo è re perché altri si
credono suoi sudditi".
Un siffatto
orribile gioco di prestigio vale per ogni rapporto servo-padrone,
imperatore-suddito, sacerdote-credente capo partito-iscritto, marito-moglie,
padre-figlio. La gerarchia è la struttura sadomaso dei rapporti di dominio su
cui si fonda da millenni una cultura patriarcale che si avvale cinicamente
dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. Un giudizio in proposito
andrebbe dunque soppesato nei confronti di chiunque occupi lo spazio sociale;
anche per Grillo dunque, Chavez, Bush o la madonna di Fatima. Vanno, però,
giudicati i fatti non i processi alle intenzioni.
Il termine
libertà è meraviglioso, ma il suo aggettivo liberale è stato sputtanato nei
secoli dai laici di un’ingorda borghesia contendente al creato di libertà la
via. Basti ricordare tra gli altri, in tempi assai recenti, dei borghesi liberali
stile Malagodi e soci, pronti a dare lezioni di laicità da confortevoli
poltrone, condividendo con sereno privilegio una società dominata dal dio
denaro.
NI DIEU NI MAÎTRE è una convinzione ancora troppo rara di quei pochi che
magari non sono che l'un per cento ma, credetemi, esistono e hanno raramente
studiato all'Arecco (si fa per dire, simbolicamente, nella “patria” da me un
tempo condivisa di De André)....