domenica 26 agosto 2012

NI DIEU NI MAÎTRE!





La simbiosi tra politica e nuove forme di spiritualità, vanto dell’attitudine innovativa americana, ha subito una battuta d’arresto nell’attuale campagna per la presidenza degli Stati Uniti con il rilancio di testi obsoleti e cheap come la Bibbia. Una scoperta operazione di potere messa in atto da Mitt Romney, fiducioso del fatto che dio è notoriamente wasp (bianco, anglosassone e protestante), sfidando un Barak Obama in evidente difficoltà a dedurre dai sacri testi le strategie celestiali per la lotta contro la disoccupazione, il riscaldamento terrestre e l’obesità nelle fasce giovanili.
L’abile mossa ha definitivamente consacrato l’area di Wall Street come quinto santuario della devozione cristiana (aggiornando gli itinerari dei pellegrinaggi di fede, che i tour operator medievali limitavano a Santiago di Compostela, Rocqueamadour, Roma e Gerusalemme). Operazione che era già stata perseguita dal giovane Bush con qualche battuta d’arresto, derivante dal fatto di non aver risolto uno stringente dubbio teologico: l’Essere Supremo si incarna nella lobby dei petrolieri o in quella dei mercanti d’armi?
Sia come sia, lo spostamento retrò della religiosità nella zona atlantica degli States ha creato problemi alle organizzazioni che dagli anni Ottanta prosperavano nella sun-belt, dalla California alla Florida: il movimento New Age che annuncia una nuova era dopo la fase astronomica dei Pesci e l’avvento di quella dell’Acquario. La situazione – dunque – impone alle controculture mistiche la ricerca di mercati alternativi da conquistare e forme rinnovate di sintesi politica da praticare.
Il tema è stato oggetto di un seminario nella sede di Scientology a Clearwater, resosi ancora più necessario per la costante perdita di colpi da parte della guida spirituale della setta: la star tascabile Tom Cruise; dopo l’ennesimo abbandono da parte di una moglie e l’impossibilità di trovarne una sostitutiva, stanti le condizioni che il ruolo impone e che avevano messo in fuga sia Nicole Kidman che Katie Holmes (l’obbligo di camminare sulle ginocchia per non evidenziare la statura di 112 centimetri del consorte, specializzato in parti da macho e supereroe, e la missione impossibile di non ridacchiare alle funzioni in cui vengono letti i florilegi ballistici del fondatore, il certificato mitomane frequentatore di alieni Ron Hubbard).
Scartata subito l’America Latina, dove è presente una produzione locale di politici-santoni modello Hugo Chavez che rende problematica l’entrata alla concorrenza dei prodotti esteri, l’attenzione dei guru si è concentrata sull’Italia.
Infatti il Bel Paese risulta ormai molto mal presidiato sul fronte politico-religioso da parte dell’azienda che vi detiene il monopolio da un duemila anni: Santa Romana Chiesa. Infatti il suo boss, detto papa Ratzinger, si aggira nei palazzi vaticani tra valletti che gli sfilano documenti per rivenderseli alle agenzie gossipare senza essere tutelato da bracci destri a dir poco sinistri: il robotico cardinal Bertone, sospettato di essere un androide Terminator spedito dal futuro per distruggere gli umani, e il collega Bagnasco, quello che ritiene Pier Ferdinando Casini un leader postdemocristiano e non un ex portaborse riciclato. Stando così le cose, terreno davvero fertile per il marketing degli acchiappacitrulli.
Anche perché l’Hubbard locale - Silvio Berlusconi - è andato fuori target dopo venti anni di successi, in cui ha preso tutti per il naso con le panzane dell’unto del signore e le rivoluzioni dell’amore. Ossia l’esoterismo del tubo catodico, che mescolava il neopaganesimo consumistico con il terrorismo del “vogliono farvi pagare le tasse”, fattosi burletta tra torme di streghette interessate a spillare quattrini e un avanzamento della senescenza mentale che il restyling cosmetico non può occultare.
Intanto i suoi imitatori sulla scia dello star-system applicato alla politica si sono persi per strada: Nichi Vendola, avviluppato in narrazioni misteriche che non contemplano spiegazioni dei fumi inquinanti di Taranto o delle catastrofi sanitarie pugliesi, e Antonio di Pietro il quale, dopo aver dissipato il patrimonio di immagine accumulato con Mani Pulite arruolando le mani poco pulite dei De Gregorio o degli Scilipoti, cerca improbabili rilanci di credibilità nei panni da Bertoldo del XXI secolo.
Non pervenuto il fiduciario delle COOP emiliane Pierluigi Bersani, perso nel dubbio amletico se atteggiarsi a leader carismatico o ripiegare sulla più congeniale parte del contabile piacentino adepto di Lapalisse.

Secondo gli esperti della New Age made in USA l’unico, vero, ostacolo al successo di Scientology in Italia risulta il santone Beppe Grillo, che ha interiorizzato al meglio le ricette d’oltreoceano. L’idea che si sono fatti è che vincerà la gara chi per primo riuscirà a contattare gli abitanti del pianeta Psyclo (quello del film “Battaglia per la Terra” con John Travolta) per riceverne l’investitura.

Commento di Sergio Ghirardi:

Diceva Carletto, il vecchio barbuto diabolico e comunista nei suoi non rari momenti di lucidità radicale: "una cosa è certa: io non sono marxista". Poi, contro tutti i mistici in cerca di un guru, aggiungeva: "un uomo è re perché altri si credono suoi sudditi".
Un siffatto orribile gioco di prestigio vale per ogni rapporto servo-padrone, imperatore-suddito, sacerdote-credente capo partito-iscritto, marito-moglie, padre-figlio. La gerarchia è la struttura sadomaso dei rapporti di dominio su cui si fonda da millenni una cultura patriarcale che si avvale cinicamente dello sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo. Un giudizio in proposito andrebbe dunque soppesato nei confronti di chiunque occupi lo spazio sociale; anche per Grillo dunque, Chavez, Bush o la madonna di Fatima. Vanno, però, giudicati i fatti non i processi alle intenzioni.
Il termine libertà è meraviglioso, ma il suo aggettivo liberale è stato sputtanato nei secoli dai laici di un’ingorda borghesia contendente al creato di libertà la via. Basti ricordare tra gli altri, in tempi assai recenti, dei borghesi liberali stile Malagodi e soci, pronti a dare lezioni di laicità da confortevoli poltrone, condividendo con sereno privilegio una società dominata dal dio denaro.
NI DIEU NI MAÎTRE è una convinzione ancora troppo rara di quei pochi che magari non sono che l'un per cento ma, credetemi, esistono e hanno raramente studiato all'Arecco (si fa per dire, simbolicamente, nella “patria” da me un tempo condivisa di De André)....