“Beppe non è un politico ma un profeta.
La sua politica si basa su una narrazione profetica del futuro.
Per fare questo ci vuole anche molto coraggio. La popolarità sola non
basta.
La sua forza sta crescendo in virtù di alcune sue profezie che si stanno avverando.
Che i partiti siano morti perchè ricettacoli di zombie è un fatto sotto gli
occhi di tutti.
Chi pretende di analizzare l'opera di Grillo da un punto di vista meramente
politico non ha capito niente ma si limita a fingere di capire tutto quello che
accade entro un palmo dal proprio naso.”
Tra i commenti all’articolo di Fabio Marcelli sul Fatto
del 21-4-2012 “Giù le mani da Beppe Grillo” quello riportato sopra mi è
sembrato particolarmente tossico e ho dunque cercato di arginarlo criticamente
così:
Anche se sono un cittadino del mondo, sono nato a
duecento metri da piazza S. Fruttuoso e per la simpatia che porto al suo
umorismo tipicamente genovese - sarcastico e agrodolce come l'intelligenza
sensibile e arrabbiato come un portuale dei tempi andati - spero per Grillo che
non si prenda per un profeta. Auspico anche che chi vuole uscire dal ghetto
(grillo incluso) spinga tutti gli sniffatori di profezie a rifornirsi altrove.
Lo psicodramma su Grillo è un albero che nasconde la
foresta. L'albero è la corruzione generalizzata che l'economia politica
esercita sulla democrazia rappresentativa. La foresta l'ipotesi di una
democrazia diretta gestita dai più poveri come fu il caso per i due secoli
della pur imperfetta e molto relativa democrazia ateniese.
Per due secoli non furono mai eletti i ricchi della
città. Lo sapevate?
Nei due secoli dell'altrettanto relativa democrazia
moderna dal 1789 in
poi, invece, sono sempre stati eletti i ricchi o i loro galoppini, ma questo lo
sapete bene sulla vostra pelle.
Finanziare i partiti per sfavorire i ricchi è come pagare
le tasse allo Stato perché realizzi l'uguaglianza per i meno abbienti.
Senza distinzione di ideologie, tutti gli aspiranti
burocrati e i seguaci in cerca di profeti sono l'humus del vecchio mondo
autoritario e sfruttatore che nella sua fase terminale ha diffuso l'oclocrazia
travestendola da democrazia.
La democrazia reale, come il comunismo del resto, non
sono mai esistiti ma la loro manipolazione ideologica è stata la base del
dominio reale del capitale. So che questo concetto (dominio reale del capitale,
K.Marx, Nuova Italia 1973) è ignoto al 99% dei votanti insieme a quel che ne
consegue ed è per questo che solo una rivoluzione culturale che rimetta al centro
della questione sociale dei cittadini autonomi, liberi e informati anziché
ingozzati come oche dai media, potrà innescare una rivoluzione sociale foriera
di un vero cambiamento.
Io leggo il movimento cinque stelle come una scommessa in
questo senso che non sarà certo vinta votando profeti e clero connesso ma
autogestendo tutti insieme la vita quotidiana dal locale al planetario.
Quel che oggi fa il capitalismo contro gli umani, si
tratta di rovesciarlo nel suo contrario: gestione della società da parte degli
umani contro il capitale.
Oltre le parole i fatti, oltre le ideologie la politica,
con Grillo o senza Grillo.
Questa terza via è la sola da percorrere.
Per quanto superfluo, preferisco ribadirlo: questa non è
una profezia ma una deduzione discutibile da donne e uomini liberi.
Il cittadino
dal nick name odisseox ha reiterato
la sua illuminazione rispondendo con questa precisazione :
“Guardi che lei fa un po' di confusione.
Profeta
letteralmente significa "colui che parla davanti" riferito sia al
parlare davanti a una folla di ascoltatori che al parlare "avanti"
nel senso di prevedere gli eventi futuri. Per fare il profeta occorrono
essenzialmente doti tipo acume, spirito critico, fantasia e cultura unite
necessariamente da una buona dose di coraggio. Per fare il politico servono
doti molto diverse e rimango della mia idea che Grillo sia molto più simile a
Zaratustra che a Bossi o Formigoni tanto per fare dei nomi a caso.”
ho allora
provato a spiegarmi ad hominem pur senza nutrire eccessive speranze:
Magari scrivendo di getto in
quello scambio superficiale che sono i blog, di confusione ne farò davvero un
po', difficile evitarlo nell'esercizio critico squilibrato in cui consiste
questo scambio di opinioni con individui-massa anonimi e in gran parte
programmati. Deve essere vero soprattutto se lo dice un esperto come lei che di
confusione ne sa fare tutto il resto.
Mi piacciono quelli che tirano
fuori il dizionario dal fodero come una bibbia senza dare il minimo peso alla
valenza concettuale delle parole che usano.
Tra un dizionario e l'altro, si
rilegga Nietzche che certamente deve conoscere a memoria. Provi però a leggerlo
fuori dai cliché abitualmente contrapposti. Provi a valutare con spirito
critico il rischio di superomismo e di delirio totalitario che l'uso
superficiale dei termini comporta. A meno che il lapsus concettuale con cui lei
danza sull'etimologia presunta delle parole, legando il generico
"profeta" allo specifico "Zarathustra", nasconda una vera
voglia intima di superomismo vissuta masochisticamente da adepto, nel qual caso
anziché un dizionario filosofico le consiglio di consultare "Psicologia di
massa del fascismo" e "Ascolta piccolo uomo" di W. Reich. Quanto
a Bossi, Berlusconi, Formigoni e qualunque altro guitto Lei voglia citare,
fanno tutti parte di un presepe per proletarizzati sottomessi che non esiste
nella mia cosmogonia se non come un'espressione pestilenziale della decadenza ineluttabile
del capitalismo.
La saluto confusamente.
Sergio Ghirardi
Esatto, lei mi ha smascherato. Io fui
Zaratustra. In quanto a Nietzche non ricordo di averlo conosciuto, mi dispiace.
Non è che lei la butta sul comico per prendersi gioco di me, tipo il Bertinotti di Guzzanti ? Nel qual caso tanto di cappello.
Per restare nel comico, come piace
a lei, tanto di cappella. Così parlò Zarathustra, ma non mi riferisco tanto a
lei quanto al libretto del suo amico Nietzche che lei ben conosce. Ci
pensi, se l'ipotesi non la manda troppo in crisi.
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Non è che lei la butta sul comico per prendersi gioco di me, tipo il Bertinotti di Guzzanti ? Nel qual caso tanto di cappello.
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