di Eleonora
Bianchini, 2 aprile 2012
L'esposto alla Procura
di Pordenone nei confronti di una piattaforma online, che non è testata
registrata, in cui gli utenti possono caricare video che riguardano anche fatti
di politica e cronaca. Iacopino: "Chi dà notizie è un canale informativo.
E come tale svolge attività giornalistica"
Nell’era degli smartphone e dei social network, i
cittadini possono utilizzare la tecnologia per fare informazione e documentare
fatti e notizie. Con una foto o un video amatoriale direttamente postati
online, anche senza un tesserino dell’albo professionale. Eppure chi lo fa
potrebbe rischiare una denuncia da parte dell’ordine dei giornalisti per
esercizio abusivo della professione e, quindi, fino a sei mesi di carcere.
Il caso nasce a seguito di un esposto dell’ordine dei giornalisti del
Friuli Venezia Giulia che ha denunciato una web tv di Pordenone. Si chiama PnBox, non è una
testata registrata e mette a disposizione una piattaforma in cui gli
utenti possono caricare video autoprodotti che vengono trasmessi
gratuitamente, e che includono anche notizie di cronaca e politica, oltre ad
appuntamenti di musica, arte e cultura in città.
L’accusa più grave per cui è imputato l’amministratore delegato Francesco
Vanin, è quella di avere diffuso “gratuitamente notizie destinate
a formare oggetto di comunicazione interpersonale specie riguardo ad
avvenimenti di attualità, politica e spettacolo”. In pratica, quello che
centinaia di blog e cittadini fanno abitualmente quando postano video e foto
sui social network. Inoltre, in quanto responsabile delle trasmissioni
sulla webtv, secondo l’ordine avrebbe svolto “attività giornalistica non
occasionale diffondendo gratuitamente notizie destinate a formare oggetto di
comunicazione interpersonale specie riguardo ad avvenimenti di attualità
politica e spettacolo relativi soprattutto alla provincia di Pordenone”. Vanin,
però, non ha mai svolto attività giornalistica. Ha solo messo a disposizione
una piattaforma. L’odg pare quindi sostenere che soltanto chi è munito di
tesserino può fare informazione e diffondere notizie. Nonostante la sentenza
1907/10 della Cassazione, secondo cui le pubblicazioni online di una testata
non registrata non sono soggette alla legge sulla stampa.
“Mi aspettavo la denuncia – spiega Vanin – come tutte le corporazioni,
anche l’Ordine dei giornalisti cerca di mantenere le sue rendite di posizione.
Già il fatto che esista ancora è un’anomalia tutta italiana, nonché un retaggio
dell’era fascista”. Ma quel che secondo l’amministratore della webTv è più
grave è che “in base ai capi di accusa che mi sono stati imputati, anche chi
scrive su Facebook può essere denunciato”. In pratica, “se mio figlio posta un
video su YouTube rischia sei mesi di carcere”. E aggiunge che la registrazione
come testata non è obbligatoria per chi “rinuncia alle provvidenze statali”.
Una scelta, quella di non ricevere contributi pubblici, ” per continuare a
essere liberi e indipendenti”.
Per Enzo Iacopino, presidente dell’odg nazionale, “essere
testata giornalistica è soltanto un adempimento formale. Non conosco la
questione specifica – puntualizza – ma se una piattaforma web trasmette
notizie di politica e attualità con regolarità, allora si configura come canale
informativo. Del resto che cosa fanno i giornalisti?”. Posizione peraltro
condivisa da Pietro Villotta, presidente dell’ordine del
Friuli che ha presentato l’esposto alla procura di Pordenone. “Non abbiamo
nulla di personale contro Vanin e la sua tv – osserva – ma riteniamo che
qualsiasi sito che si presenti ‘nella sostanza’ come informazione giornalistica
debba rispettare la legge sulla stampa”. Una ‘sostanza’, però, senza confini e
criteri chiari di definizione. “Esiste una zona grigia tra l’articolo 21 della
Costituzione e la legge sulla stampa, dentro la quale rientrano blog e
piattaforme online. Anche chi pubblica i video su YouTube fa divulgazione”. E
se lo fa regolarmente, secondo l’ordine, è passibile di segnalazione, anche se
tratta di “questioni aperte su cui deciderà il legislatore”. Per Villotta
“tutto dipende dalla periodicità. Il nostro esposto è a tutela della categoria
e dell’ordine. Se viene a meno la garanzia della legge sulla stampa siamo nella
giungla”. Il citizen journalism è la ‘concorrenza sleale’ da condannare? “No.
Ma se le piattaforme online, dalle web tv ai blog, fanno informazione
continuativa, allora noi tuteliamo la categoria”.
Commento di Sergio Ghirardi:
La casta dei giornalisti è una squallida banda di schiavi. È normale che
difendano il loro privilegio di poter porre false domande ai politici che danno
false risposte.
Basta leggervi, sempre attenti a sfiorare la critica senza mai affrontarla
veramente. Perdere il posto? Non sia mai. L’ordine dei giornalisti è il
guardiano del disordine dell’informazione. Siete come tutti gli schiavi che
odiano il padrone ma lo servono per non farsi eliminare. Per uno Spartaco mille
leccapiedi. Noi facciamo il disordine senza amarlo, voi piegate la schiena e
umiliate l’intelligenza odiando quelli che servite.
La falsa lotta tra il partito dei sottomessi e quello dei decisionisti è al
cuore dello spettacolo di cui siete le comparse, mentre noi visibili nel nostro
anonimato senza calcolo, vogliamo una società umana per diventare noi stessi e
non abbiamo niente da perdere in questa pantomima disgustosa tra cortigiani del
capitalismo che difendono dei vergognosi provilegi.
Voi siete dei Callearo dell’informazione, noi saremo gli esecutori
testamentari dei paria dello spettacolo.
Stiamo riunendo le nostre forze umane, dappertutto, senza strategie
particolari, per vocazione spontanea, spinti soltanto dalla volontà di vivere e
di opporsi alla mostruosa voglia di potere che sta distruggendo la vita del
pianeta.
Il solo potere reale che hanno i servitori volontari e i loro padroni è
quello della repressione, ma quando un sistema non ha più che il potere della
repressione è MORIBONDO.
La storia non ha pietà dei servi. Non so chi vincerà, ma voi avete già
perso. Siete capaci di tutto per un salario, anche del fascismo, niente può
dunque escludere che il peggio ritorni. Comunque noi riuniremo le nostre forze
e se ce la facciamo, un mondo nuovo potrebbe emergere. Certo noi non abbiamo
certezze, ma per voi non c’è sicuramente più speranza. Sarete seppelliti tra i
servitori volontari di un mondo in via di decomposizione.