Fermare il nucleare è il
primo colpo di freno indispensabile e urgente per non finire nel baratro.
Non esiste più
alternativa reale all’agire locale pensando planetario perché la logica diffusa
della manipolazione che corrode le nostre vite quotidiane sta preparando una
catastrofe globale.
Quel che è cominciato
nel 1945 è oggi assolutamente visibile: o rioccupiamo le nostre vite o faremo
la fine dei topi in trappola.
Tradurvi questo articolo
letto sul blog http://fukushima.over-blog.fr, vera e propria
vivisezione dell’orribile nichilismo del nucleare militare e civile, va per me ben
oltre l’urgenza specifica che pur sento come prioritaria.
Il meccanismo in
funzione che collega il delirio da dottor Stranamore dei nuovi Mengele dell’atomo
con il glaciale cinismo degli affari è l’essenza stessa dello spettacolo che
dirige tutto il totalitarismo planetario, da Fukushima alle urne elettorali, dalla
colazione del mattino agli occhi che si chiudono la sera su un’altra giornata
confiscata alla vita. Qui e ovunque, dalla Grecia alla Siria, dal deserto di
Gobi al Sahara.
Sergio Ghirardi
…CANCELLARE FUKUSHIMA
I fatti qui presentati sono reali. Sono serviti e servono
ad attenuare l’impatto di informazioni drammatiche sull’industria nucleare o a
far dimenticare agli esseri umani che una catastrofe di grande portata, quella
che è cominciata un anno fa a Fukushima, ha luogo sulla terra.
Tutte le astuzie utilizzate per nascondere i dati, per minimizzare
i pericoli, per evitare di riconoscere le responsabilità saranno evidentemente
riutilizzabili per la prossima catastrofe che non mancherà di arrivare ben
presto, secondo le leggi della statistica, in uno dei 440 reattori disseminati
tutt’intorno al pianeta.
Vediamo dunque, quali
sono queste astuzie?
1) Cancellare i dati
In Giappone, i dati di
contaminazione ottenuti via Speedi tra l’11 marzo e il 15 marzo sono stati
cancellati “per inavvertenza”. Il sistema Speedi aveva il compito di avvertire
rapidamente la popolazione in caso di contaminazione radioattiva. Non è stato
utilizzato perché i dati raccolti sono stati stimati “surrealisti”.
“Non ho dormito per più di una settimana e non ricordo quasi nulla” ha
dichiarato Haruki Madarame, direttore della NISA ( agenzia giapponese di
sicurezza nucleare). Quando si è direttore della sicurezza nucleare, non c’è
bisogno di assumere, basta avere un’amnesia.
3) Non comunicare le informazioni sensibili
Nel caso non si possa
fare altrimenti aspettare parecchi mesi, per esempio, prima di annunciare la
fusione dei cuori dei reattori.
Se per caso un organismo
di sicurezza vi domanda la copia di un rapporto basta censurarlo per evitare di
essere ritenuti responsabili.
4) Una volta che i cuori sono in fusione non utilizzare
mai il termine “corium” e non parlare mai di ripresa della criticità.
Se per inavvertenza
qualche parola sfugge, ritrattarsi immediatamente.
5) Soprattutto non diffondere le immagini delle
esplosioni!
Il video dell’esplosione
dell’unità 4 non è mai stato reso pubblico.
Quello dell’esplosione
dell’unità 3 non deve più essere diffuso.
Esempi:
- Il documentario “Fukushima”
(T. Lefranc) non mostra alcuna esplosione, eppure si propone di spiegare le
cause della catastrofe.
-“Lo svolgimento dell’incidente di Fukushima Daiichi”
(IRSN) non mostra l’esplosione dell’unità 3. Eppure il compito di questo film è
dettagliare lo svolgimento dell’incidente della centrale in questione.
Ovviamente se
un’esplosione di cui si sia malaugaratamente diffuso il video ha l’aria strana,
è aureolata di una nuvola nera oppure è troppo potente, si deve martellare
soprattutto che si tratta di un’esplosione d’idrogeno. Non è necessario dirne
di più, le persone non sanno nulla sulle esplosioni nucleari.
6) negare un’esplosione se non è visibile.
Tepco ha modificato la
sua posizione sull’avvenuta esplosione nel reattore 2 e ha concluso, sette mesi
dopo i fatti, che non ha avuto luogo. In effetti è preferibile negare quel che
non si vede. Tre esplosioni invece di quattro, è già qualcosa.
7) Fare dei giochi di prestigio per dimostrare
l’innocuità della radioattività.
Per esempio bere in pubblico dell’acqua di raffreddamento di un reattore
nucleare come l’ha fatto Yasuhiro Sonoda, segretario parlamentare.
8) Diffondere delle carte truccate.
Una carta di contaminazione del
Giappone è stata diffusa e poi rapidamente modificata. Non si deve inquietare
inutilmente la popolazione. Neppure si deve accreditare l’idea che
l’inquinamento radioattivo abbia potuto ricadere a centinaia di chilometri
dalla centrale.
9) Non parlare mai di plutonio.
Parlare solo dello iodio
e del cesio e soprattutto non parlare e non cercare tracce di plutonio, di
americio, di stronzio, ecc. che hanno dei periodi radioattivi troppo lunghi. E
se per caso si trova del plutonio, dire soprattutto che non è pericoloso per la
salute e che proviene dagli esperimenti atmosferici degli anni sessanta. In
generale, però, bisogna evitare di ricercare del plutonio, il che permette di
non trovarne e quindi di non allarmare la popolazione.
Se si è costretti a
parlare di plutonio, allora non si deve esitare a mentire alla televisione; si
può dire qualsiasi cosa che sia credibile e che rassicuri la gente.
“Se comparate la
tossicità, quella del plutonio, qualora ingerito, non è molto diversa da quella
del sale” (Tadashi Narabayashi)
10) Modificare le soglie legali.
Siccome non si può manipolare tutto
e la gente acquista dei contatori Geiger, un metodo radicale è quello di
cambiare le norme. Se c’è troppa radioattività, basta che il governo decreti
delle soglie più alte. In Giappone, per esempio, le norme di radioattività per
l’acqua potabile sono state alzate: il tasso limite che era precedentemente di
10 Bq/litro per il cesio e lo iodio è ora di 200Bq/litro per il cesio e di 300
per lo iodio.
Siccome la radioattività
è invisibile e inodore nessuno vede niente!
Un’altra astuzia è
quella di spostare le sonde. In Giappone sono state fatte rimontare da 20 a 80 metri dal suolo
rendendo così le misure più deboli. Poco importa se ciò porta i bambini
giapponesi a un’esposizione di 20 mSv/per anno - equivalente al limite consentito
in Francia per gli operai che lavorano in una centrale-, intanto non si vede.
Se si ammaleranno in futuro nessuno potrà provare l’origine delle malattie.
http://fukushima.over-blog.fr/article-20-millisievert-an-pour-les-enfants-de-fukushima-72380817.html
11) Sparpagliare le scorie radioattive in tutti i paesi.
Questa tecnica è stata sperimentata
di recente in Giappone, ma funziona! Ciò ha due vantaggi: prima di tutto permette
di aumentare in sordina il rumore di fondo radioattivo generale senza provocare
manifestazioni antinucleari; la banalizzazione della radioattività è l’avvenire
di questa energia ! In secondo luogo, questa disseminazione dei radionucleidi
nell’ambiente provocherà delle malattie meglio ripartite sull’insieme del
territorio giapponese, il che permetterà di combattere l’idea che la regione di
Fukushima sia più toccata delle altre, invitando dunque alla deduzione che
globalmente un incidente nucleare non è poi così catastrofico.
Se qualche municipalità
si rifiuta di bruciare delle scorie radioattive, si devono proporre agli eletti
delle buste più consistenti. L’industria nucleare riesce a comprare tutte le
coscienze, che sia per la costruzione di una centrale, l’istallazione di un
impianto di stockaggio e ora l’accettazione dell’incenerimento o il sotterramento
delle scorie radioattive un po’ dovunque.
12) Non utilizzare mai il termine di catastrofe.
Preferire il termine di
“accidente” o “incidente” che sono più appropriati. L’industria nucleare non ha
i mezzi per assumersi una nuova catastrofe. Chernobyl è già costata troppo.
E soprattutto fare
sempre l’amalgama con la catastrofe naturale provocata dallo tzunami poiché è
molto importante imbrogliare le piste.
13) Diffondere articoli dove si afferma che l’accidente
non ha fatto alcun morto.
È importante che questi
articoli siano scritti da “esperti scientifici”.
Esempio: l’articolo di Michael
Hanlon pubblicato sul Daily Telegraph e ripreso da diversi siti francofoni,
“Tsunami: 20000 morti - Fukushima Daiichi: zero morti”.
È primordiale diffondere
l’idea che l’energia nucleare non è pericolosa. Poco importa se ci sono già
stati dei morti o se ce ne saranno, il solo interesse perseguito è la
salvaguardia dei profitti generati dall’industria nucleare.
Utilizzare gli uomini
politici per diffondere queste menzogne è importante e fa più serio.
“Il nucleare non ha mai
ucciso nessuno” (G. Longuet, ministro dell’attuale governo francese).
14) Se per disgrazia ci sono dei morti, non dire mai che
delle persone sono morte a causa della radioattività.
Esistono infiniti nomi
di malattie; è abbastanza semplice, bisogna utilizzare uno di questi nomi: leucemia
folgorante, infarto, affaticamento, ecc.
Altrimenti ecco
un’astuzia per non parlare di decessi di lavoratori evitando di contabilizzare
gli addetti che fanno lavori a rischio, soprattutto nei primi mesi: basta
utilizzare massivamente delle imprese di subappaltoe licenziare gli operai in
questione appena terminato il lavoro; il gioco è fatto!
15) Organizzare la vita dei territori contaminati come se
non fosse successo niente per far credere alla popolazione che tutto è normale.
Esempio : organizzare maratone sulle
strade e sui percorsi contaminati della prefettura di Fukushima. Il fatto di
utilizzare dei bambini che non hanno consapevolezza del pericolo è eccellente
in termini d’impatto visivo: “Se i genitori lasciano che i loro figli respirino
a pieni polmoni la polvere di Fukushima, vuol dire che non c’è alcun pericolo”
pensa la gente che viene a conoscenza di questi avvenimenti.
16) Cancellare dai motori di ricerca i legami diretti con
articoli troppo sensibili.
Quel che è imbarazzante
con Internet, è che altri siti riprendano articoli come questo e che gli
internauti vi abbiano accesso. Il più spiacevole è che la popolazione ottenga
troppe informazioni circa gli effetti sulla salute delle radiazioni a dosi basse
poiché milioni di persone vivono vicino alle centrali nucleari nel mondo.
Disinformare sulle dosi basse è primordiale per l’avvenire dell’industria
nucleare.
Nel caso, non c’è da
esitare nel neutralizzare gli scienziati che tendessero a provare questi
pericoli.
Esempio : il professor Bandazhevsky, rettore dell’istituto di medicina di Gomel, è stato condannato a 8 anni di
reclusione per aver tentato di far conoscere i suoi risultati sulle dosi basse
per i bambini di Chernobyl.
17) E soprattutto bisogna minimizzare e positivizzare! È
eccellente per il morale e permette di non dover spiegare l’inspiegabile.
Qualche esempio:
“Non è una catastrofe nucleare” (E. Besson, ministro
dell’industria francese) http://www.lemonde.fr/politique/article/2011/03/14/japon-comment-le-discours-du-gouvernement-francais-a-evolue_1493013_823448.html
11 aprile 2011: “In tre
mesi (…) gli abitanti potranno teoricamente tornare” (T. Charles, IRSN).
Frase in perfetta
concordanza con quel che pensa J.M. Jancovici : “Non c’è più oggi una ragione
sanitaria per impedire il ritorno delle popolazioni evacuate a Fukushima che,
alla fine, non avrà fatto alcun morto per radiazione”.
Il corium (…) si è ritrovato in parte in fondo ai
reattori e vedremo come questo non sia necessariamente un problema in termini
ambientali”.
(O.
Isnard, IRSN)
http://fukushima.over-blog.fr/article-fukushima-conference-du-7-juillet-2011-a-l-ambassade-de-france-au-japon-78989045.html
Bisogna anche spiegare
bene alla popolazione che se si resta di buon umore, ciò blocca le radiazioni.
Secondo il professor Yamashita, Consigliere in Gestione dei rischi della salute
conseguenti alle radiazioni nella prefettura di Fukushima: “A dire la verità,
le radiazioni non colpiscono le persone che sorridono ma quelli che sono
preoccupati. Ciò è stato chiaramente dimostrato da studi sugli animali”.
“Noi desideriamo che
tutti vengano in Giappone in tutta calma per lavorare, studiare o fare del
turismo. Venire in Giappone e comprare prodotti giapponesi, compresi i prodotti
delle regioni sinistrate, costituisce il miglior sostegno alla ristruzione che
si possa fornire.” (Ambasciata del Giappone in Francia) http://japon-gekokujo.over-blog.com/
“Avanziamo con sicurezza verso la ricostruzione e la
rigenerazione del nostro paese”. (Ichiro Komatsu, ambasciatore del Giappone in
Francia)
18) Per finire una buona mano di disinformazione e il
gioco è fatto !
Nel caso tutto il resto
non funzionasse, si tratta di riaffermare delle menzogne fondamentali del tipo
: “L’accidente di Fukushima non è un accidente nucleare” (N. Sarkozy,
presidente della Repubblica francese)
Poi produrre dei video
idilliaci per convincere definitivamente i recalcitranti, in particolare i
turisti, e far loro credere che nel paradiso di Fukushima la polvere del suolo
è incontaminata e i bambini possono giocarvi in tutta tranquillità.
Riassumiamo dunque il
discorso dei tenutari dell’industria atomica che vogliono cancellare questa
catastrofe nucleare: effettivamente c’è stato un accidente a Fukushima in una
centrale nucleare. Ma, in fondo è già passato un anno. Di fatto non ci sono
stati morti e la centrale è ormai da tempo sotto controllo. Quel poco di
radioattività che ne è fuoriuscita ha finito per diluirsi nell’immensità
dell’oceano e in ogni caso la radioattività non è pericolosa per la salute. Al
contrario, essa genera dei paradisi dove è bello vivere e rigenerarsi.
Vista così non è forse
bella la vita?
Aggiunta
di un’astuzia a mo’ di bonus:
19) Decontaminare al massimo le zone dove
sono piazzati i contatori
Primo
esempio: un lettore di questo blog ha notato che il tasso di radioattività
della centrale di Fukushima Daiichi era fortemente sceso nel marzo 2012. Per
evitare che ci si renda conto di come la centrale inquini ogni giorno dell’anno
con effetto cumulativo, basta pulire bene le vicinanze delle otto sonde,
facendo così credere che l’insieme del sito abbia visto decrescere il suo tasso
di radioattività.
Secondo
esempio: dopo aver notato che le sue stesse misure al contatore Geiger erano
nettamente più basse di quelle presentate dai posti di controllo delle
radiazioni del MEXT, un cittadino di Fukushima ha provato che un posto di
sorveglianza delle radiazioni è contaminato segretamente per ridurre il livello
diirradiamento registrato.