Credo che siamo alla verifica di quanto sia dannoso un
sistema democratico in una società capitalista; l'atomizzazione degli
individui, spogliati di qualsiasi coscienza di classe o di appartenenza
culturale, regrediti alle differenze etniche, razziali, sessuali o religiose,
impauriti come animali davanti a qualsiasi potere che non riescono a
comprendere né tantomeno a fronteggiare, chiamati alle urne direttamente dal
televisore, decidono per se stessi e per gli altri con la stessa banalizzazione
che se dovessero scegliere il colore del divano.
Cullati nella beata ignoranza di qualsiasi minima regola
economica o giuridica, si affidano al primo viso reso noto dallo schermo come
ad un parente, giudicano e votano con la pancia e il portafogli, analfabeti che non reggono
nemmeno un dialogo di un film, o la lettura di un testo che superi le venti
righe.
Questa massa amorfa e incosciente è la zavorra che rischia di
portarci tutti a fondo in nome del diritto di voto che pure loro pretendono, e
noi forse scioccamente continuiamo a difendere, ben sapendo che il corrispondente
dovere lo lasceranno a qualcun altro, uno degli ultimi arrivati, un diverso, un
ribelle, magari solo uno meno "fortunato".
Abilmente si spostano sul
gradino meno vicino all'orlo del precipizio e semmai ci spingono qualcun
altro in modo da non essere mai “il prossimo”.
Giudicano se stessi e i propri sodali, con un metro
diversissimo da quello che usano per gli altri.
Allevano la prole con questa furbizia e tracotanza.
Quindi diciamocelo chiaramente, questa massa non
è rivoluzionaria, anzi è nemica di qualsiasi cambiamento che sarebbe per
costoro foriero di perdite di privilegi immeritati (pensioni o stipendi a sbafo,
agevolazioni e uso di fondi e beni pubblici ottenuti con la frode).
E temo di non sbagliarmi se dico che saranno ancora capaci di
portare in Parlamento il peggio che c'è, pur di non fare mai i conti con il
proprio reale ruolo nella società che proprio sulla loro passività si è costruita e quindi mai li abbandonerà o li vorrà svegliare dal sonno profondo.
A mio avviso ci rimane solo una strada: non confidare più
nelle istituzioni, controllarle e sputtanarle il più possibile da fuori e costruire
alternative di sopravvivenza e solidarietà con persone libere e responsabili,
scrivendo un nuovo patto in tal senso, uno+uno+uno+uno+++++, offrendo al
sistema ogni sorta di non-collaborazione più ancora che di disobbedienza,
diventando invisibili e sconosciuti allo stato e i suoi scagnozzi.
Gandhi diceva: potranno avere il nostro cadavere ma non la
nostra obbedienza
La vera guerra sarebbe lo sciopero totale delle imposte e
quindi la scelta del lavoro totalmente in nero e senza padrone, nessun bene
patrimoniale, mobile o immobile, nessuna carta di credito, nessun conto
corrente, (un po’ come fanno i preti o gente come Formigoni intestando tutto
alle fondazioni e i trusts) e imparando a costruire una solida felicità senza i soldi.
E facendo saltare il sistema dell’informazione non dandole
più alcun peso, alcun ascolto, alcuna collaborazione.
Il mondo marcio che ci obbligano a sostenere deve finire e
chi lo ama lo segua.
Finché dura questo sistema noi ormai abbiamo da perdere solo la vita e non sono e mai sarò
disposta ad ammazzarmi per pagare le loro cartelle esattoriali.
Però abbiamo anche da guadagnare la libertà e non mi sembra così poco!