A proposito del lavoro che rende liberi e dei commenti deludenti che lo accompagnano vorrei aggiungere che Il problema a monte è la crisi ormai palese della rappresentazione politica.
Può la forma partito rappresentare qualcuno non nel senso totemico del mero discorso ideologico, mille volte rifritto da destra a sinistra, ma nel senso concreto di agire per ottenere dei risultati auspicabili da chi è rappresentato? Lo sviluppo invasivo della fase terminale del modo di produzione capitalistico dimostra di no.Solo una rivoluzione culturale in stallo da quasi mezzo secolo potrà restituire a un proletariato cosciente (cioè coloro che non possedendo i mezzi di produzione sono obbligati a mettere sul mercato la propria forza di lavoro) i mezzi per affermare la propria volontà generale di emancipazione individuale e sociale. Solo così il popolo sovrano smetterà di essere un comodo specchietto per le allodole.
Ripensare l’organizzazione di una democrazia diretta sostenuta da una delega limitata nel passaggio dal locale ad agglomerati regionali, nazionali e internazionali (una rappresentatività, cioè, a cui venga sottratto ogni potere e ogni privilegio di interessi privati) è la base teorica di una rivoluzione necessaria, pur se in forme e urgenze diverse, in ogni nazione di un pianeta fortemente omogeneizzato dal potere mafioso delle multinazionali produttivistiche.
Chi cerca leaders troverà avidi guru, chi cerca piccoli padri dei popoli troverà degli Stalin anche se a volte meno crudeli, chi cerca imprenditori provvidenziali e abili negli affari troverà dei Berlusconi o altri piazzisti opportunisti e bari anche se difficilmente così cinici e ignoranti.
Più nessuno deve decidere per gli altri, mentre tutti insieme si può fare l’interesse di ciascuno senza collettivismi fanatici né individualismi beceri. Il solo obiettivo degno della politica è la ricerca della felicità.
Vogliamo cominciare a discuterne dappertutto senza pregiudizi anziché abbuffarci di scappatoie ideologiche che oscillano tra l’ingenuità beata e l’idiozia beota?
Ghirardi Sergio